Il Carnevale comincia in Colorado

Parte la stagione del Circo Zoppè dedicata alla festa veneziana

Incaricato della consulenza artistica, il Prior Grando de I Antichi racconta dal di dentro la nuova avventura del più antico circo italiano degli USA. Poco a poco, ma in realtà molto rapidamente lo spettacolo ha preso forma. Domani (venerdì 21 luglio 2023, oggi per i lettori veneziani e italiani) la prima.

FRASER (COLORADO — USA) — Domenica, con gli ultimi arrivi,  il cast era al completo e le prove si sono susseguite dalla mattina alla sera. Prima i vari numeri separatamente, poi nell’ordine dello spettacolo. Gli artisti hanno provato avvicinandosi progressivamente al meglio delle loro abilità e ai tempi richiesti dallo svolgimento finale.

I punti cruciali sono i passaggi da un numero all’altro. Da provare finché tutto fila liscio.

C’è una storia da raccontare: il Carnevale di Venezia; ci sono le emozioni suscitate: allegria, suspense, commozione; ci sono le necessità tecniche: ogni numero richiede diversi allestimenti, a volte molto complessi da montare e smontare. Mettere insieme tutto questo non è facile.  Giovanni Zoppè non solo ha in mente tutto ciò, ma toglie anche i sassi dal fondo della pista, mentre decide luci, musiche, stacchi, attacchi, entrate e uscite. Lo chapiteau, la pista, gli attrezzi, anche gli artisti e tutto il resto sono estensioni fisiche della sua persona. (Il primo giorno, appena arrivato il Vostro Amato Priore, si è alzato da tavola durante l’aperitivo d’accoglienza, per tendere bene un tirante del tendone che fischiava e vibrava al vento di mezzogiorno in Colorado). Persino le frasi da suggerire al ringmaster, come sempre l’attore Mace Perlman, questa stagione nella veste di sior Pantalon de’ Bisognosi, che annuncia in angloveneziano.

Se Giovanni è il capo, sono le donne Zoppè i pilastri del circo di famiglia.   Jeannette non solo organizza sito, pubblicità e promozione: ma anche tutte le altre cose pratiche dai costumi per tutti alla coreografia del finale. E si occupa dell’irrefrenabile Ilario, due anni, che quando vede stesi i tappetini si esibisce subito in doppie capriole con saluto finale. E richiede a gran voce di essere allattato.

Chiara la primogenita, oltre ai numeri di acrobazia alla lyra assieme alla sorella Audrey, si occupa delle musiche e tutte le varie emergenze. Sua l’ideazione dell’apertura: la Piazza dove Arlecchino provoca l’arrivo del Carnevale.

Quando Giovanni Nino Zoppè dice che i suoi spettacoli non sono semplici show circensi, ma eventi, storie complete, ha ragione.

Per entrare nello chapiteau, gli spettatori devono attraversare un ponte: l’ingresso simbolico in una Venezia immaginaria. «A Venezia c’è il Ponte di Rialto — dice Giovanni — questo invece è il Ponte Rompipalle, perché pesa tantissimo!»

Ecco la storia del «Carnevale di Venezia» del Circo Zoppè per la stagione da luglio 2023 a gennaio 2024 (alla fine trovate l’inizio: il preshow all’ingresso).

Arlecchino entra nel ring (come dicono qui la pista, contentissimo di trovarsi in un circo, ma si accorge che la pista è vuota: è da solo e si fa prendere dalla tristezza della solitudine. Ma ecco che piano piano la pista si riempe di persone come fosse una piazza, Piazza San Marco. Non solo sono persone ma artisti di circo e alcuni cominciano a mostrare le loro abilità. Compare la Screatura del Carnevale (Patrick Mc Guire su quattro trampoli) che attira l’ammirazione di tutti: stranezza e fascino. Attirati dall’avvento del Carnevale giungono follemente i Quattro Alieni,  che armati di allegria, risate e coriandoli, scatenano la festa. Charivari degli artisti a dimostrazione dei vari numeri dello spettacolo. Che in tutto sono quindici, «tantissimi» come dice Nino. Nell’ordine. Si parte con un numero equestre: Persefone splendida mustang dell’elegantissimo Aurelius Lukas Loyal alias Lelio de’ Bisognosi; quindi l’emozionante duo acrobatico alla lyra (cerchio sospeso nell’aria) delle Sorelle Zoppè:  Chiara e Audrey (bravissime e bellissime), i Cucciolotti birichini e il pony Beppino di Jennifer Walker (e il bastardino volante Macho), il numero degli scatenati e travolgenti keniani Kaloleni con tamburi fuoco e fiamme (Thomas Kazungu, Martin Aron, Renson) limbo; rag doll: arriva Geppetto con un dispettoso e pieghevole burattino umano Pinocchio (German Rodogell e la bravissima Robyn Portugal nel ruolo della bambola di pezza); mentre si montano il pali cinesi (chinese poles) tutta l’attenzione va alla giocoleria sonora del gentleman Patrick McGuire: campane tubolari e palle; ecco i gondolieri che scivolano in pista vogando gondole immaginarie: iniziano le acrobazie con (Argenis Ortiz Portugal, il trio Kaloleni, le Sorelle Zoppè); inevitabile Nino si intromette per le sue buffe spericolate acrobazie con finale in caduta libera. Intermezzo con foto ricordo in pista con il pony Beppino. Torna in scena Nino in un semplice ma esilarante duetto di schiaffi con sior Pantalon; subito il Velodromo della Morte di Brayan Leyva Portugal; patrick and Nino, il verticalista Gimmi Fornaciari dall’ottima voce tenorile canta mentre si bilancia sulle mani, con un tocco di antipodismo; attimi di suspense per l’arrivo a sorpresa del Dottore della peste (Patrick Mc Guire) alla ricerca di infetti da internare nel lazzaretto, ma se va deluso perché non ne trova; tripli salti mortali in accoppiata sul trampolino (Brayan Leyva Portugal, Argenis Ortiz Portugal, German Rodogell); chiude al galoppo Aurelius Lukas alias Lelio sulla sua splendida mustang. Gran finale: ballo in maschera di tutti gli artisti, con i costumi (magnificenti: sul serio!) creati da Nicoletta Lucerna (de I Antichi anche lei). Infine, tutti escono sul Ponte e salutano gli ospiti all’uscita. Nelle musiche un tocco di Settecento con l’adagio di Albinoni e le Notti di Madrid di Boccherini per il finale. Direttore alle luci suoni e musiche (e installatore degli impianti necessari): Sean Riley.

E prima di tutto ciò, il pre-show. Una spettacolare breve commedia in puro stile Commedia dell’Arte su un semplice palco rimovibile, all’ingresso del tendone. Ci sono: sior Pantalon de’ Bisognosi (Mace Perlman), suo figlio Lelio (Aurelius Lukas), Arlecchino (Argenis Ortiz Portugal) e Colombina (le sorelle Mia e Isabella Riley secondo disponibilità), Brighella (Jai Riley); e un cavallo nero come una notte senza luna dall’esorbitante valore di due milioni e mezzo di euro pagati da Pantalon, che non è in scena (perché l’ha rubato Brighella e vuole rivenderlo a Lelio). Mace Perlman — che si definisce un allenatore di attori (actor coach) e ha studiato l’arte nel Piccolo Teatro di Giorgio Streheler — ha aiutato i quattro giovani attori «a fare un miracolo: dar vita a una vera Commedia dell’Arte dall’altra parte del pianeta, con interpreti che non hanno mai avuto conoscenza di questa forma di spettacolo e forse per questo ci sono riusciti così bene» (parole del Prior Grando Colo de Fero).

Quello che non si può vedere è dovete immaginare: il profumo del cavallo, l’odore della segatura bagnata della pista, il fumo acre del kerosene, anche l’inevitabile sudore dei corpi umani; poi arriva il profumo dei popcorn e dello zucchero filato a coprire tutto.

A ricordare che nel Far West: nel terreno attorno allo chapitau, se si guarda bene, ecco i cani della prateria (praiery dogs) che non sono per niente cani ma graziosi e timidi roditori dalla coda a ciuffo e grandi occhi come perle nere, sempre pronti a fuggire nelle loro tane sotterranee, con curiosi cinguettii d’allarme.

Note varie.

Mia Riley, che interpreta Colombina e è anche acrobata, si è infortunata sul trampolino martedì sera: caviglia slogata e una settimana di riposo forzato. Deve usare le stampelle ma è sorridente come sempre.

Patrick McGuire, gentleman giocoliere sonoro e inventore della Screatura, ha dipinto a varigola i chinese poles, i remi dei gondolieri, e si è inventato i due ferri da gondola ben riusciti che ornano la sommità dell’ingresso al retroscena (back-stage).

Nel pomeriggio di giovedì, durante la pausa nelle prove, temporale fortissimo con tuoni e fulmini: occorre scavare fosse di scolo con piccoli argini nei punti da dove l’acqua scivola dentro lo chapiteau.  Jasper e Django, due dei tanti bambini, intanto, si divertono tantissimo sotto l’acquazzone.

 

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