Elefanti in fuga
Un gioiello all’Avogaria
Si scrive Geminga e si legge Gheminga, ma non è un personaggio di un manga giapponese, bensì un nome immaginario. Astronomia, fisica quantistica, schizofrenia e manie di suicidio nel drammatico e coinvolgente monologo a due (Manniti & Weiss) presentato al Teatro a l’Avogaria per la serie I Martedì dell’Avogaria Autunno ’21.
VENEZIA – Ilaria Weiss e Fabio Manniti mettono in scena con grande bravura, empatia e anche impegno fisico, un universo mentale chiuso in una camera d’ospedale psichiatrico: un palcoscenico da cui è impossibile uscire, un tempo senza tempo scandito da annunci suadenti e perentori all’altoparlante, due vite parallele e coincidenti chiuse in un giro senza inizio.
Se amate la scienza resterete affascinati dagli sprazzi di fisica quantistica introdotti: dal gatto di Schrödinger alla battuta chiave: «Gli elettroni non esistono sempre, è necessaria prima l’interazione con un’altra particella. Da quel momento però le loro vite saranno per sempre connesse».
Come recita il sottotitolo è «la tristallegra storia dell’elefante che provò a scappare dalla casa dei matti»: allegra a tratti, commoventemente tristissima alla fine (catarsi e agnizione, a dir poco), quando tutta la giocosa follia si scioglie nella tragica banalità di una cruda irrimediabile realtà (di cui non vi riveliamo nulla, sennò dopo non andate a vederli).
L’autore accreditato è inesistente: Samuel Krapp è in realtà Fabio Manniti sotto mentite spoglie (vi risparmiamo lo sfoggio di ricerca per costringervi a scoprire da soli chi è Krapp) e l’opera è la primogenita creazione prodotta da Donkey Flies Teatro (nato nel 2018 «dalla necessaria convinzione che il teatro sia così vero da far volare anche gli asini»). Ma senza nulla togliere al notevole lavoro di Manniti, è sicuramente la presenza potentissima di Ilaria Weiss a contribuire a rendere Geminga un piccolo gioiello di teatro contemporaneo.
Come dice fuori spettacolo Ilaria: «Andare a teatro nel 2021 è un atto rivoluzionario». Sul serio: I Martedì dell’Avogaria continuano anche in zona gialla: «Non ci sono limitazioni d’accesso, se avete il Super Green Pass e tenete la mascherina — dice Stefano Poli — ma è ovvio che se non venite il teatro rimane comunque pieno a metà».