Belli capelli
Le influenze tricologiche del potere
A un certo punto della faccenda, il potere dà alla testa. Ed alcuni potenti in testa oltre e forse più dei loro vaghi pensieri (vaghi in senso letterario arcaico: desiderosi, vogliosi: di potere, ovvio) hanno anche i capelli. E tantissimi. Proporzionalmente fitti alla brama del loro potere, quasi ne fossero rinvigoriti, fertilizzati, potenziati (appunto). Così il nostro amato Plantigrado Biondo, capo dell’unica superpotenza — in declino — del ventunesimo secolo, vuole più pressione nelle docce statunitensi per migliori risciacqui.
COSMOPOLI — «Arrivate in una nuova casa, aprite il rubinetto e non viene acqua. Aprite la doccia e se siete come me, non potete lavare per bene i vostri bei capelli. Dovete sciacquarli dieci o quindici volte invece di una volta sola. Non so voi, ma i miei capelli devono essere perfetti». Così il governo degli Stati Uniti ha proposto nuovi standard nazionali per un flusso di acqua più abbondante dalle docce, in deroga al limite attuale vigente, secondo una legge del 1992, fatta per evitare sprechi idrici (sicuramente da quegli eunuchi disfattisti panciafichisti degli ecologisti, azzardiamo noi cercando di interpretare il pensiero presidenziale).
Ma Donald Trump non è l’unico ad avere in testa tanti capelli. Il suo omologo inglese, ancora convalescente del rischioso ed inutile contributo personale all’immunità di gregge delle isole britanniche, tace per il momento sull’argomento e non sappiamo di quanti risciacqui abbia bisogno, né quanto forte sia la pressione idraulica nel Regno Unito.
Invece anni fa, nello Stato Canaglia dell’Arcinemico del Mondo Libero (il Leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea, Presidente del Partito del Lavoro, Presidente della Commissione per gli affari di Stato e Comandante supremo dell’Armata del popolo coreano, la cui strepitosa acconciatura à l’ancienne ricorda baby gangster del Proibizionismo) si fa pressione sul popolo perché mantenga in perfetto ordine la propria capigliatura (ognuno la sua, ovviamente).
Storica la gogna televisiva andata in onda nel 2005 per la spigliata televisione di stato nord coreana in cui i capelloni venivano sbeffeggiati pubblicamente (con nome e cognome) per il loro disordine tricologico. «Non possiamo fare a meno di mettere in discussione il gusto culturale di questo compagno, che è incapace di provare vergogna per il suo taglio di capelli. Possiamo aspettarci che un uomo così arruffato possa svolgere bene il proprio dovere?» La trasmissione generò la bufala ricorrente, e piacevolissima, che nel Paese del Male fosse/sia/è obbligatorio portare i capelli solo in un certo modo: a volte anche uguali a quelli del Leader Supremo, ma più lunghi di almeno due centimetri.
Anche nelle democrazie più libertarie e fantasiose del mondo, come la nostra, la chioma è potere. Per un errore tecnico senza precedenti nella storia della Repubblica, in pieno confinamento (che è la traduzione corretta dell’anglismo che tutti usano tranne noi) scivolò fuori un video non editato del discorso alla nazione del capo dello Stato italiano: a un certo punto il Presidente si interrompe e si scusa con i collaboratori all’invito ad aggiustarsi i capelli candidi, sospirando: «…non vado dal barbiere neanch’io…». Intervistato da Repubblica, il barbiere del presidente disse: «il taglio del Presidente della Repubblica è sempre lo stesso: non cambia niente. Mattarella ha i capelli di un bianco candido. Io gli faccio solo lo sciampo, il taglio e poi li sistemo con il fon».
Agli inizi del Millennio, Elio (e le Storie Tese) in combutta con Gianni Morandi cantava(no) un malinconico rimpianto: «Fossi figo… Ammirerebbero i miei capelli» ma però e purtuttavia soggiungeva(no) «Sì, sono finti, ma comunque sono molto belli. Quelli veri sono volati via col vento e anche la foto sul documento non mi rassomiglia più. Capelli, capelli, sono andati via e non torneranno mai…»
L’unico che è senza potere ed è senza le preoccupazioni che ne derivano, ma che invece al contrario e per converso ha moltissimi bellissimi lunghissimi capelli (più belli di tutti gli altri mentovati) è il nostro collaboratore ed amico fraterno Sebastiano Casellati. Evviva!