Tre generazioni in pista
al circo di Moira Orfei
Nello spettacolo Il leone Artù attualmente in tournée
Nonni, figli e nipoti della famiglia della regina del circo italiano, tutti sotto lo stesso chapiteau. I nonni Moira e Walter, i figli Stefano e Lara (cavalli, elefanti, cammelli, tigri e leoni) e i nipoti Moira Jr (hula-hoop) e Walter Jr (acrobata verticalista) per uno show in cui sfilano passato, presente e futuro della celebre dinastia circense.
MARGHERA (Venezia) — Non capita spesso, nella vita, di vedere tre generazioni insieme. Ancora più raro è vederle incontrarsi, lavorare e divertirsi assieme. Se poi questo accade sulla pista di un circo, in quel magico mondo popolato di sogni e fantasia, la cosa è ancora più emozionante. E lo è tanto più se queste tre generazioni di nonni, di figli e di nipoti, appartengono a una famiglia tra le più celebri del mondo del circo, quella di Moira Orfei, l’indiscussa regina del circo italiano, nota da sempre non solo per la qualità dei singoli artisti e degli spettacoli proposti, ma anche per la serietà, l’etica e la gentilezza con cui portano avanti le loro vite, il loro lavoro, la loro impresa. Merce rara al giorno d’oggi, e non solo tra i circensi.
La sorpresa e il piacere di incontrare le tre generazioni degli Orfei capitano in questo periodo dell’anno in cui il circo di Moira, che si conferma sempre e indiscutibilmente il primo circo italiano, porta in giro per le piazze lo spettacolo Il leone Artù, uno di quelli che la produzione alterna, tra Tutti pazzi per Moira, Una tigre per amore e Il bacio del leone, le volte che la soubrette Brigitta Boccoli, moglie di Stefano, il figlio di Moira, deve assentarsi per altri impegni artistici.
Moira è da un po’ che ha salutato i suoi elefanti e le sue colombe. Ma non rinuncia, icona senza tempo, a presentarsi in pista, proprio all’inizio dello spettacolo, elegante, con il suo trucco di sempre, l’acconciatura e il sorriso che l’hanno resa celebre, per salutare il suo pubblico, che è sempre generoso con lei. Anche il tassista che mi portava al circo, mi ha chiesto: «Ma Moira c’è?». Rassicurato, mi ha detto: «Allora vado a vederla».
Walter Nones, il celebre domatore, direttore del circo e marito di Moira, invece non si fa vedere. Sta dietro le quinte. Ma organizza e osserva tutto. Lo noti solo, se guardi bene, dietro le sbarre della gabbia, frustino in mano, quando il figlio Stefano è alle prese con le tigri e i leoni del suo numero, attento a ogni sguardo, a ogni movimento degli animali.
Lo spettacolo è saldamente nelle mani dei due figli di Moira, Stefano e Lara. Stefano, salito ormai per ben tre volte sul podio di Montecarlo, in quello che è il più grande festival circense del mondo, è nel pieno della sua maturità artistica. Presenta ben tre numeri: la gabbia con il leone bianco e le tigri (due sono bianche, bellissime) in due versioni differenti, una più elegante, l’altra più audace, che rimane il suo pezzo forte; un carosello di animali esotici, cammelli e zebre, chiuso dalla performance dell’elefante che passeggia tra i corpi stesi a terra delle ballerine; e un saggio equestre di alta scuola, insieme alla sorella.
Lara, sempre bellissima, torna in pista dopo alcuni anni in cui si era dedicata alla crescita dei figli. Ha ripreso la cavalleria, sia da sola che insieme al fratello, non ancora le grandi illusioni. Ma è un piacevole e graditissimo ritorno.
Ed eccoci alla terza generazione in pista, con i figli di Lara, che hanno preso i nomi dei nonni, Moira Jr e Walter jr. Vanno ancora a scuola, Walterino al liceo e Moirina al secondo anno di università (a Padova, scienze diplomatiche), ma sono artisti già formati. Guardandoli esibirsi, con la disinvoltura dell’artista abituato a palcoscenici importanti, viene da pensare che il circo, domani, sarà tutto loro.
Moirina (che è anche acrobata), si esibisce in un hula-hoop acrobatico sensuale e molto moderno, mentre Walterino in un difficile esercizio di verticalismo, specialità in cui sembra versato: certe movenze di stampo classico, certamente apprese dal padre, l’acrobata russo Micha Malachikine che lavorò al Circo di Stato di Mosca, ricordano a tratti l’eleganza di un autentico fuoriclasse della specialità come il superbo Oleg Izossimov. A Walterino piacerebbero anche gli animali, e non disdegnerebbe di seguire le orme del nonno e dello zio. Ma nonno Walter per ora pone il veto sulla gabbia: «Troppo pericoloso».
Lo spettacolo, condotto come sempre con mano sicura dall’elegante Giorgio Vidali, che festeggia vent’anni di permanenza al circo di Moira, ed è uno dei migliori Monsieur Loyal in circolazione in Europa, è completato dagli acrobati africani dei Kenya Boys, dai pony del Duo Jostman, dai giocolieri comici dell’Almost Trio (Ferenc Potocki e Balint Turai), dalle incursioni dei clowns Saly (il bravo Gyula con Elisa e Victor), e da una troupe di giovani trapezisti brasiliani. A dispetto della crisi, resistono il balletto, coreografato da Francis Demarteau e diretto da Brigitta Boccoli, e anche l’orchestra, con le musiche originali di Osvaldo Camahue. E proprio causa crisi, prezzi popolarissimi.
Voto: 7
(visto a Marghera-Venezia, domenica 19 ottobre 2014)