Ritorno al circo

Finalmente riaprono gli chapiteaux

Dopo la lunga pausa dovuta alla pandemia, ripartono, sia pure con gradualità, i circhi italiani. Ancora non molti, ma presto anche tanti altri seguiranno. C’è stata una grande solidarietà da parte delle popolazioni di città e paesi dove i circhi sono stati fermi in questi mesi. L’esempio del Lidia Togni che a Gioia del Colle ha dedicato una giornata di ringraziamento agli abitanti che li hanno aiutati e sostenuti in un momento molto difficile.

Circus (aut. MMalena fonte: en.picmix.com).

CHAPITEAUX – Per un anno li hanno (colpevolmente) dimenticati. Parlavano (giustamente) dei cinema e dei teatri, talvolta delle giostre e dei parchi di divertimento. Dei circhi, praticamente mai. Come se non esistessero più. Come se fossero definitivamente defunti e non dovessero mai più risorgere. Come se non fossero ancora un’ottantina, tra grandi e piccoli, sparsi in tutta Italia.

Come se non dessero lavoro a migliaia di persone, artisti, tecnici, impiegati, operai. Come se non si prendessero cura, amassero, curassero e sfamassero centinaia di animali, garantendo il benessere e la sopravvivenza anche di specie in via di estinzione. Come se non godessero ancora del favore di milioni di spettatori. Come se non regalassero con la loro arte a grandi e piccini il dono prezioso di un paio d’ore di divertimento e felicità. Come se, vivendo solo del proprio lavoro, non avessero tanto sofferto, e in tutti i sensi, questa terribile stagione della pandemia.

Adesso tutto sembra alle spalle. Anche il circo può ricominciare finalmente a vivere. Ancora con cautela, per carità, con prudenza, con tutte le limitazioni del caso. Ma in ogni caso ricominciare a vivere. È una gran bella notizia. Ed è una gioia leggere sul sito del Club degli Amici del Circo presieduto egregiamente da Francesco Mocellin (e ottimamente curato da Flavio Michi), che il Lidia Togni di Vinicio Canestrelli Togni, uno dei migliori circhi italiani, ha riaperto domenica scorsa a Gioia del Colle con una giornata gratuita per ringraziare la popolazione dell’accoglienza ricevuta in tutti questi mesi.

Il Lidia Togni (sessanta dipendenti tra artisti e tecnici e molti animali, cavalli, pony, cammelli, dromedari, zebre, lama) era fermo a Gioia del Colle dall’ottobre scorso: sette lunghi mesi durante i quali è stato adottato e aiutato dalla gente del posto, e il Comune, con un gesto esemplare, che meriterebbe di essere seguito da altri sindaci intelligenti, ha esonerato il circo dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico. «Ci hanno dimostrato affetto, calore e amicizia, con gesti concreti di solidarietà, in un momento difficile per tutti», ha detto Vinicio Canestrelli Togni, direttore del circo, e uno dei migliori addestratori di cavalli, premiato con un clown d’argento nel 2012 al Festival del Circo di Montecarlo, la più importante rassegna al mondo di arti circensi.

E la gioia cresce quando si nota che la pagina delle tournée non è più mestamente vuota, e al posto della lugubre scritta che ci ha tristemente accompagnato per mesi («le tournée sono sospese»), sono tornati, suggeriti da Luciano Ricci e Gianluigi Giannini, i primi appuntamenti sotto gli chapiteaux. Ancora pochini, per carità, ma è il primo, importantissimo segnale, della rinascita.

Tra i primi a riaccendere le luci sulla pista, il circo Grioni a Montichiari, il Romina Orfei di Ivan Niemen ad Aversa, il Mexican dei Codanti a Desio, il Dylan dei Niemen a San Secondo Parmense, l’Henry Niuman degli Intruglio a Castello di Cisterna, il Macaggi a Ispra. Circusfans, altro storico sito dedicato al circo, segnala inoltre il Busnelli Niuman a Rovigo, il Madagascar Maya Orfei di Benito Nino Martini ad Ascoli Piceno, il Sandra Orfei dei Vassallo a Palermo, l’Acquatico Torres dei Torregrossa a Campobello di Licata, l’Happy Circus dei Medini a Misilmeri.

Ce n’è per festeggiare. Individuiamo il circo più vicino a casa. Comperiamo i biglietti anche per amici e parenti, e portiamo regali agli artisti e ai tecnici e cibo per gli animali. Non li ringrazieremo mai abbastanza per le gioie che ci hanno dato e che continueranno a darci. Il circo, che è il più antico e il più grande spettacolo del mondo, non poteva morire. Ha resistito a tutto nella sua storia lunga e gloriosa. A guerre e terremoti, alluvioni e epidemie. È sopravvissuto all’arrivo del cinema, del teatro, della televisione e di internet. Non poteva avere certo paura di uno stupido virus. Tutti in pista, allora!

LA PAGELLA
Il Circo. Voto: 8,5
 

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