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Il Lunedì

Quando cantava l’Italia felix

La Pantera la Tigre l’Aquila il Cardellino

Roberto Bianchin

C’erano la pantera di Goro, la tigre di Cremona, l’aquila di Ligonchio, il cardellino di Cavriago. La scomparsa di Maria Ilva Biolcati in arte Milva inizia a segnare la fine di un’epoca. La ricchezza e la qualità delle cantanti italiane degli anni Sessanta non è mai più stata eguagliata. Le nuove generazioni adesso devono accontentarsi di Madame. Il parere di Marni Taylor, musicista di lungo corso.

ITALIA FELIX – Com’era allegro lo zoo canterino dell’Italia felix. C’erano la pantera di Goro, la tigre di Cremona, l’aquila di Ligonchio, il cardellino di Cavriago. Queste, sopra tutte. Ma poi anche tante altre. Tante razze, tante specie. Per tutti i gusti. Cobra e pitonesse, animalone e animalesse e quant’altro. Ve le ricordate? La pantera di Goro era Milva, che ci ha appena lasciati (Maria Ilva Biolcati, 1939-2021), la tigre di Cremona è Mina (Anna Maria Mazzini, 1940), l’aquila di Ligonchio è Iva Zanicchi (nome vero, 1940), il cardellino di Cavriago è Orietta Berti (Orietta Galimberti, 1943). Che meraviglia, vero?

Milva boccalarga è stata prima una pesciaiola sguaiata, poi si è trasformata, come per magia, in un’intellettuale raffinata. Mina era elegante e aristocratica. La Zanicchi vigorosa come una zia di campagna. L’Orietta rassicurante come un vecchio comò. La più brava, la migliore per estensione vocale, virtuosismi, timbri e colori, era Mina. Milva, la più intrigante. Iva, la più familiare. Orietta, la più infantile. Ciascuna diversa dalle altre. Ciascuna con il suo carattere e le sue peculiarità. Ma tutte voci sopraffine, di notevole talento, capacità e spessore artistico. Poi dipendeva dai gusti.

«E nei favolosi anni Sessanta, che favolosi erano davvero quanto a ricchezza e qualità musicale – mai più eguagliate nei decenni successivi – ce n’era davvero per tutti i gusti», come conferma al Ridotto il musicista Marni Taylor, chitarrista, tastierista e cantante che ha interpretato molte delle loro canzoni nei più prestigiosi piano bar, e che negli anni Sessanta fu frontman di importanti gruppi musicali come i Chewing Gums e gli Smiling Blues.

«Rimanendo soltanto nel versante delle cantanti donne – per tacere degli uomini – c’era un’enorme varietà di talenti. Cantanti di primissimo piano. Basta pensare a nomi come quelli di Ornella Vanoni, Patty Pravo, Mia Martini, Loredana Bertè, Gabriella Ferri, Rita Pavone, Caterina Caselli, Nada, Rettore, Ivana Spagna, Gigliola Cinquetti, Marcella Bella, Alice, Ombretta Colli, Betty Curtis, Wilma Goich, Rosanna Fratello, Carmen Villani, Marisa Sannia, Donatella Moretti, Anna Identici, Cocky Mazzetti, e mi scuso con le signore che ho dimenticato, sto andando a memoria e la memoria è quella che è».

Certo che fa impressione, quanto a qualità, un elenco del genere. Pensare alla povertà dell’offerta musicale di oggidì mette una tristezza infinita. Come l’idea che le giovani generazioni si debbano accontentare di Francesca Calearo da Creazzo in arte Madame.

LA PAGELLA

Milva. Voto: 8
Mina. Voto: 9
Iva Zanicchi. Voto: 7,5
Orietta Berti. Voto: 7
Cantanti italiane anni Sessanta. Voto: 7
Madame. Voto: sv

 

 

Aprile 2021

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