E adesso: correre!
Riflessioni sul periodo prolungato
al di sopra dei livelli storici
E che dopo non pensiate che siccome noi siamo qui, in campo alla Bragora nell’antico cuore di Venezia, nel bel mezzo della laguna, a nord dell’Adriatico, e che noi non siamo attualizzati. Intanto qui nell’osteria da Chang (Ai Amici) ci sono anche i giornali cittadini tutti e tre, che essendo in qualche modo ci sono anche i giornali relativi nazionali (e sportivi) quando che ci sono. E comunque anche io (Andrea Silvestri, come tutti i venerdì o quasi) e il Mauri (Vianello, che vi saluta nell’occasione) siamo preoccupati di quello che dice l’Europa.
E infatti, come che anche subito hanno detto i ministri italiani su quello che hanno detto i commissari europei, è proprio quello che diciamo anche noi. Che cioè ci hanno ragione perfettamente e che ci siamo d’accordo, totalmente, e che sono anni che l’abbiamo detto, che così non si può mica andare avanti. E no. E che è anche ora di cambiare. Anzi, secondo noi — come che sostengono pure i nostri ministri — le cose sono anche peggio di quello che pensano i commissari europei, e adesso è ora di mettersi a correre, anche no.
Il Mauri per esempio, avendo fatto anche il sindacalista in tutta la sua trentennale carriera nell’ufficio economato di uno dei più grandi enti cittadini (non quello che pensate voi, quell’altro) è altresì anche e invece proprio: uno dei maggiori esperti mondiali di produttività sul lavoro. E quando sente che dicono che è ora di mettersi a correre, e senza scherzare, è il primo a dire che è vero, e che è anche giusto.
Sarà, ma essendo che io non ho mai lavorato un giorno in vita mia, se si esclude una volta che ho provato a fare il lavapiatti in un grande albergo cittadino subito dopo la maturità classica e che ho mollato prima della fine dell’orario e non sono più tornato (e no!) mai più a lavorare; sono proprio ecco come dire, il meno indicato sia per correre che per lavorare, al massimo per scherzare, che quello mi viene bene (tranne che per mia moglie, che s’inalbera sempre quando che scherzo e sostiene invece al contrario che sono un idiota).
E così insomma, ogni volta che vengono fuori queste notizie, mi preoccupo un po’ anche io. Sarà mica che devo mettermi a correre e smettere di scherzare e fare i compiti a casa proprio adesso che sono come dire, al pomeriggio inoltrato dell’esistenza? Il Mauri invece non si preoccupa per niente, lui. Sostiene che non faceva neanche i compiti in classe, figuriamoci a casa, che ha già corso abbastanza e che adesso si devono preoccupare gli altri, non lui. E che non c’è niente da scherzare (e ride: ah ah ah!).
Sarà. Ma comunque quando che (con l’aiuto di un paio di corroboranti spritz al bitter) siamo riusciti a penetrare il senso di alcune frasi dei commissari europei (tipo «surplus primari molto alti, e al di sopra dei livelli storici») che sarebbe come che a dire che ci verrebbero richieste delle prestazioni che non siamo mai riusciti a dare neanche una volta in vita nostra e che (parlando «di una crescita robusta del prodotto interno lordo per un periodo prolungato») dovremmo anche tenerle a lungo, queste prestazioni eccezionali, non per una volta o due ma per tantissimo tempo tutto di seguito.
Diciamo insomma: quando penso a queste cose io mi sento un po’ giù. Ma poi subito ecco che mi conforto al pensiero che adesso vanno di moda i giovani e non i vecchi come me e il Mauri (anche se lui non vuole che io dica così) e questi giovani sono pronti a fare tantissime cose che noi neanche ce le immaginiamo le cose che sono capaci di fare. E allora mi sento meglio. Altri due spritz! Al bitter mi raccomando! Salute! ★