Prega con noi
e diventi gay
Caro Gesù Bambino, ho pregato tantissimo per riuscire a diventare gay. Ma non ci sono ancora riuscito. Tu mi puoi aiutare? Vedi, io ci terrei proprio tanto a diventare gay come il mio amico Maurizio. Lui è il mio idolo, e io vorrei proprio diventare come lui. Alto, bello, biondo e con gli occhi azzurri. Elegante. Profumato. Raffinato. Intelligente. Volitivo, anche. Insomma ha tutte le virtù. È anche depilato. Interamente.
Ma io purtroppo faccio fatica. Nonostante mi sforzi, e abbia fatto anche più di un fioretto lo scorso mese di maggio, non riesco a provare interesse, ma neanche un po’, per marinai e calciatori. Nemmeno per camionisti e portuali. Né per maestri di sci e campioni di lotta libera. Anzi la sola idea di baciarli, e di toccargli il pistolino, mi fa anche un po’ schifo.
Continuo ancora a peccare, purtroppo, guardando per strada le gambe delle donne e su you porn anche altre cose che hanno le donne e che mi vergogno a dirlo ma mi piacciono moltissimo. Penso seriamente di essere malato. Malato grave.
Mi puoi aiutare a guarire? Fammi diventare gay, ti prego, tu che puoi. Dirò tutte le preghiere che vuoi, quante volte vorrai, in tutti i posti che vorrai. Fammi diventare gay, e ti prometto che quando avrò un fidanzato bello e dolce come Maurizio, ci sposeremo in chiesa, e verremo a messa, con mio marito, e faremo la comunione tutti i santi giorni, e il tuo altare sarà sempre pieno di fiori freschi. Ti va?
Come dici? Parla più forte che non ti sento! Sì, so che c’è un posto, sì, una scuola, dove, al contrario, si sono messi in testa di guarire i gay. Vogliono farli pentire. Vogliono farli smettere di essere gay. Mah. Non so perché fanno questo. Non ne capisco il motivo. So solo che la scuola, che sta in un buco di culo (opps, scusate) nelle valli del bresciano, la dirige un ballerino gay che era dell’arcigay e inventò le crociere gay e che oggi dice che non è più gay. Insieme a lui ci sono altri due gay che dicono che anche loro non sono più gay.
Allora forse la cura funziona. Comunque, loro assicurano che se preghi con loro, smetterai di essere gay e tornerai etero. Dicono che bastano cinque giorni. Solo cinque giorni, ma ci pensi. Cinque giorni per cambiare radicalmente. Così di botto.
Cinque giorni di messe, canti, preghiere, invocazioni, confessioni, penitenze, lezioni, meditazioni, anatemi, esorcismi, e chissà quali altre diavolerie. Con i primi due giorni che, promettono, (minacciano?), «saranno durissimi». Ma «poi vedrete che starete meglio. Lasciatevi andare…», come disse quel tale in impermeabile all’entrata di quel cinemino quand’eravate ancora ragazzi.
Tutto questo mica gratis, è chiaro. Bisogna pagare, e abbastanza profumatamente, per avere il privilegio di lasciare il mondo gay quando tutti ci vogliono entrare. Cento e ottantacinque euro, questa è la tariffa, e il risultato non è neanche assicurato. Ci sono persone, raccontano, che durante il corso e nonostante il corso hanno finito per innamorarsi. Di un altro uomo, ovvio.
Io ho un amico che c’è andato a quel corso. Non era gay, ci è andato così, per curiosità. Lui ce l’ha fatta a diventare gay. E non gli sono serviti cinque giorni. Gli sono bastati cinque minuti.★