Pozzo di virtù
Panorami italiani
La Gazzetta dello Sport, il principale quotidiano sportivo italiano, dedica una pagina al giorno alla squadra di calcio dell’Udinese nella sua edizione triveneta. Già lo faceva per il Torino, ma era più logico, essendo Cairo, il padrone del Torino, padrone anche della Gazzetta. Ora fa lo stesso per il vulcanico Pozzo, padrone dell’Udinese. Perché solo per la squadra friulana e non, per dire, per il Verona che gioca anche lui in serie A? O per il Venezia che gioca in B? O per il Vicenza che gioca in C? Se la pagina è una libera scelta editoriale, non si spiega. Se è una pagina a pagamento, andrebbe dichiarato. Per correttezza. Se non altro, per non prendere in giro chi legge, che magari pensa ingenuamente che quanto viene pubblicato ogni giorno venga scelto liberamente.
Generalmente detesto le premesse. Alibi preteschi, impediscono di andare al sodo. Stavolta tocca farla. Capirete perché, ammesso che vi interessi l’argomento. La premessa è che non ho nulla contro La Gazzetta dello Sport e contro l’Udinese (intesa come società e squadra di calcio). Al contrario, adoro quel giornale, lo compero e lo leggo con voracità e passione da quando ho imparato a leggere, cioè da sessanta cinque anni (avete letto bene, sessanta cinque). E l’Udinese mi è sempre stata simpatica, fin da quando ci giocava “Raggio di luna” Selmosson, e ancor di più quando ci danzava “O Galinho”, vale a dire quell’Arthur Antunes Coimbra in arte Zico, che andavo apposta in Friuli solo per vederlo (oltre che per andare a pranzo al Là di Moret, per dormire all’Astoria Italia, e per andare a trovare i miei amici Manlio Collavini e Giannola Nonino. Mandi!).
Finita la premessa (doverosa), quello che c’è da dire è che apro la Gazza, come tutte le mattine (è sempre la prima lettura), e il primo titolo che vedo in alto dice: “Da oggi la Gazzetta si arricchisce di una pagina quotidiana dedicata alla squadra friulana”. L’Udinese, per l’appunto. Faccio un salto sulla sedia. Ma dioppoi! (tipica imprecazione furlana). Nulla di scandaloso, per carità. Solo che la cosa sorprende. Come mai una pagina al giorno solo per l’Udinese? E per le altre? Un trafiletto? Cosa sarà successo?
Guardo dentro cercando una risposta. Pagina 17 (il giornale è quello del 20 maggio 2020). C’è una bella foto grande di paròn Pozzo (il vecio), un po’ frastornato ma sorridente, che spiega dei suoi sogni di gloria. E un trafiletto imbarazzato che non spiega proprio nulla (“La novità, da oggi pagina sull’Udinese”), tranne che la Gazza “seguirà con maggior assiduità” le zebrette che da venti cinque anni militano “con orgoglio” in serie A. Tutto questo per “vivere ancora più da vicino la squadra bianconera” mettendo attenzione anche “ai campionati giovanili e alle attività dei club e dei tifosi friulani” (!).
La pagina esce solo nel Triveneto, per carità, il resto d’Italia ne viene risparmiato, e probabilmente sarà riconoscente. Però nessuno ha spiegato “perché” la Gazza “regala” (regala?) una pagina al giorno, sia pure nell’edizione locale, all’Udinese. Perché non al Verona? Cos’è, i gialloblu militano forse “con meno orgoglio” in serie A?. Perché non al Chievo, serie B ma sempre Triveneto, perché non al Venezia, perché non al Cittadella, perché non al Pordenone, perché non al Padova (serie C ma sempre Triveneto), perché non alla Triestina, perché non al Vicenza, e via così. Senza contare che tutta Italia, isole comprese, deve già sorbirsi ogni giorno una pagina (d’interesse alquanto dubbio) sul Torino, ma questo ci sta, dato che Cairo, il padrone del Torino, è anche il padrone della Gazzetta. Che se ne sia comperato un pezzettino (una paginetta al giorno, via) anche quel furbacchione di Pozzo, così abile ad acquistare giovanottini di belle speranze a un euro sperando di rivenderli a due, e che magari ha bisogno di creare consenso -è anche proprietario di una piccola tivù- attorno ai suoi progetti per lo stadio? (“Abbiamo ventimila metri quadrati che aspettano le autorizzazioni, bar, ristorante, piscina…”).
Mettiamola così: se fosse una libera scelta redazionale, non avrebbe alcun senso. Perché sancirebbe una disparità di trattamento indigeribile per la libertà di stampa. Un giornale certo può decidere liberamente se occuparsi o meno di una squadra e quanto spazio darle. Sorprende (e non in positivo) che stabilisca che una squadra piuttosto che un’altra abbia diritto “a prescindere”, come diceva Totò, ad avere una pagina al giorno tutta per sé.
Allora la verità è un’altra, e invece di nasconderla sarebbe meglio dirla, per onestà, per non prendere in giro i lettori: la pagina dedicata all’Udinese è a pagamento. Ma se così fosse, dovrebbe portare in alto, per correttezza, l’intestazione “messaggio pubblicitario”. Non compare invece alcuna dicitura di questo tipo, solo l’occhiellino “Serie A”, come in tante pagine “normali”. Ma la cosa non è affatto normale. Perché allora è una pubblicità occulta. Lo spazio viene pagato ma non si dice che è pagato, e appare, viene spacciato, come una “normale” pagina di giornale, frutto di libera scelta redazionale, anche quando non è così.
Ma è poi così grave?, dirà qualcuno. Beh, di questi tempi non ci si stupisce più di nulla. E poi la pesante crisi dei giornali porta logicamente ad abbassare le difese. Costringe anche (che tristezza!), a mettere tutto sul mercato, pagine “normali” comprese, pur di raggranellare due lire nell’arduo tentativo di sopravvivenza. Nessun processo, per carità. Solo questione di buon gusto e di opportunità. Diciamo semplicemente che d’ora in poi sarà più difficile, per la Gazza, non dico parlar male ma semplicemente mettere in discussione l’Udinese, sia come squadra che come società (come già accade per il Torino, peraltro), e sarà impossibile dare 4 in pagella al vulcanico Pozzo, peraltro nella certezza che non verrà mai il giorno in cui uno come lui, un Pozzo di virtù, meriterà un brutto voto in pagella.
Quanto a me, nessun problema. Continuerò, come sempre, a comperare, a leggere e ad apprezzare la Gazza. In fondo, saltate a piè pari le pagine sul Torino e l’Udinese, resta ancora tanto da leggere.