Pulizia in polizia

Francia violenta

Il governo francese, incapace di combattere un terrorismo sempre più aggressivo, e di mettere un freno alle violenze di strada, sempre più diffuse, non ha trovato di meglio che varare una legge sulla sicurezza globale che prevede, tra gli altri provvedimenti,  che diventi un reato riprendere con fotografie e filmati gli agenti di polizia in servizio mostrando i loro volti mentre sono in azione. Un freno insopportabile alla libertà di stampa. E un’aberrazione che copre le violenze, sempre più ricorrenti, della polizia. 

PARIGI — Che la Francia fosse in difficoltà, e oramai da parecchio tempo, era palese. E non stiamo parlando dell’epidemia, anche se ve ne sarebbe da dire, specialmente sul deplorevole stato della sanità francese. Stiamo parlando dell’ordine pubblico. Che il governo d’Oltralpe non è riuscito e non riesce a controllare. E questa è una grave colpa.
A cominciare dal terrorismo, dove la Francia si è fatta sempre prendere di sorpresa, continua a farsi prendere di sorpresa, e dove non è mai riuscita e non riesce a dare risposte efficaci. Vi sono nel Paese quindicimila fanatici islamisti schedati come potenziali terroristi, che sfuggono ad ogni controllo. Tipi pericolosi, parecchi dei quali già fermati in passato ma poi generosamente rilasciati, quando sarebbe stato meglio non solo espellerli (in qualche caso è stato fatto), ma anche ricondurli personalmente ai loro luoghi di origine, per evitare, com’è successo, che i decreti di espulsione rimanessero lettera morta e i fanatici continuassero impuniti a progettare i giorni del terrore.


No, non è solo il terrorismo, che è la battaglia più difficile, complicata e impegnativa. Sono le violenze di strada, ormai negli ultimi tempi sempre più ricorrenti. Sono quelle dei giovani neri delle banlieues, gli emarginati delle grandi e squallide periferie, quelli che non vedono alcun futuro per loro. Sono i casseurs, gli sfascia tutto, disperati, black-block, anarchici, rivoluzionari, delinquenti, mentecatti, che si intrufolano nei vari e numerosi cortei di protesta, dei gilet gialli, dei contadini, degli operai, degli studenti, degli operai, e si divertono a spaccare tutto, dalle vetrine dei negozi ai lampioni delle strade, a incendiare le automobili, a saccheggiare le boutique, a svaligiare i bancomat.


Comprensibile che siano nervosi i poliziotti francesi, che non riescono a risolvere un problema che sia uno, ed escono sempre sconfitti da ogni scontro. Certo, il problema non è solo loro, ma soprattutto di chi li guida. «La storia lo dimostra – scrive Le Monde – il comportamento dei poliziotti dipende molto dagli ordini che ricevono». Ma il loro comprensibile nervosismo, come la loro frustrazione, e la loro disperata voglia di rivalsa contro chiunque (meglio contro i neri, in ogni caso), non possono comunque giustificare in alcun modo i metodi assurdamente violenti tenuti dai poliziotti parigini negli ultimi giorni: dallo sgombero forzato con metodi brutali di un accampamento di fortuna di un centinaio di migranti nella centralissima Place de la République, al pestaggio efferato e insensato (pugni, calci, ginocchiate, manganellate) da parte di tre poliziotti (bianchi) contro un produttore musicale (nero), Michel Zecler, fermato per strada, davanti al suo studio di registrazione, perché colpevole di non portare la mascherina. Le telecamere di sicurezza dello studio del produttore, dove gli agenti erano entrati per interrogarlo dopo averlo fermato, hanno filmato – a loro insaputa – il pestaggio.


Non succederà più. No, non parliamo delle violenze e dei pestaggi dei poliziotti, parliamo dei video delle violenze e dei pestaggi dei poliziotti. L’incapace governo francese del presidente ragazzino Emmanuel Macron ne ha infatti combinata un’altra. Ha approvato una legge, battezzata sicurezza globale, che punta ad affrontare i problemi legati alla criminalità e al terrorismo – così hanno spiegato – rafforzando i poteri della polizia, allo scopo di offrire una maggior protezione agli agenti. E fin qui non ci sarebbe nulla da dire. Senonché, un passaggio di questa legge, l’articolo 24, dice che d’ora in poi diventerà un reato riprendere con fotografie e filmati gli agenti di polizia in servizio, mostrando i loro volti mentre sono in azione. Quindi non si vedranno più le loro malefatte.

    
Eh, no. Qui non ci siamo proprio. Senza la diffusione di quelle immagini che la nuova legge pretende di regolamentare, i poliziotti picchiatori del produttore musicale rimarrebbero impuniti, e ad andare a processo per ribellione alle forze di polizia, sarebbe il signor Zecler, dato che le autorità crederebbero naturalmente alla parola dei poliziotti, mica a quella del nero. Non solo. Il rischio è che la nuova legge permetta che qualsiasi futura aggressione non venga controllata, con conseguenze inimmaginabili. Senza contare che è un intollerabile freno alla libertà di stampa (i media devono poter lavorare liberamente), e una potente cannonata sparata alla libertà di espressione: in un Paese in cui si difende a costo della vita (giustamente) la libertà di pubblicare delle vignette satiriche, non si difende la libertà di pubblicare immagini (vere) di violenze, se a farle sono i poliziotti. Inaudito. Non a caso l’autorevole quotidiano Le Monde, in un editoriale di prima pagina (Police: une grave crise de commandement, sabato 28 novembre 2020), chiede che questo articolo di legge venga «immediatamente ritirato».


I Paesi democratici e civili – e la Francia lo è senz’altro, per storia e per cultura – non devono aver paura della verità. Non devono temere di mostrare i fatti per quelli che sono. Poi ognuno trarrà il proprio giudizio. Perché se ci sono poliziotti picchiatori, come politici ladri, islamisti assassini, mariti violenti,  e aggiungete pure le categorie che preferite, non li dobbiamo nascondere. Li vogliamo vedere. Bene in faccia, anche. Restando ai poliziotti, potremmo anche perdonarli quando li vedremo tirare le orecchie a qualche tagliagole. Ma non potremmo certo assolverli per altre stupide, gratuite, insopportabili violenze.

LA PAGELLA

Poliziotti francesi. Voto: 4
Governo francese. Voto: 4
Casseurs. Voto: 2
Emmanuel Macron. Voto: 4
Michel Zecler. Voto:  7 (per aver denunciato il pestaggio)
Michel Zecler. Voto: 5 (perché non portava la mascherina)

Pulizia in polizia