Panic room 10

Ma quale fase 2

Capisco la prudenza del Premier Conte -racconta il celebre scrittore Brad Morgan al grande giornalista e scrittore Marco Neirotti- e probabilmente al posto suo avrei più timori di lui a gestire la salute di un’intera popolazione. E sempre per questo, se gli hanno consigliato passi così minuscoli, quasi impercettibili, per la «riapertura» del Paese, evito di lanciarmi in proteste, indignazioni, insofferenze, e provo anche comprensione per quest’uomo che -per scelta sua o per vuoto reale, non lo so- pare davvero da solo nonostante esistano un governo, una nebbiosa maggioranza e un affollato comitato tecnico. Però al suo posto non avrei spiegato la «fase 2». Avrei spiegato invece con onestà che la «fase 1» prosegue, pur con qualche concessione al mondo produttivo

Nove settimane fa (no, non erano nove settimane a mezzo, magari, un saluto a Kim Basinger, leggendaria…), mentre scrivevo la prima “Panic room”, i morti in Italia per coronavirus erano 7. “Solo” 7. Otto lunedì fa, erano diventati 41. Sette lunedì fa, 463. Sei lunedì fa, 2.158. Cinque lunedì fa, 5.476. Quattro lunedì fa, 11.591. Tre lunedì fa, 16.523. Due lunedì fa, 20.465. Lunedì scorso, 24.114. Oggi, lunedì 27 aprile 2020, sono diventati 26.977. Nel mondo, i morti sono saliti a 207.000. L’Italia è al terzo posto di questa macabra classifica, dopo Usa e Spagna. Ancora centinaia di vittime ogni giorno. Fino a quando andremo avanti a contare i morti? Andrà tutto bene???

Personalmente mi sarei anche stancato di tenere questa macabra contabilità. Ma continuerò a farlo fino a quando il morbo non ci sarà più. Ci dicono, nel frattempo, che stiamo per entrare nella fase 2. La fase 2 sarebbe quella in cui ci prepariamo, pur con molte cautele ancora (e giustamente), a uscire dall’emergenza. A ricominciare, con molta prudenza, a vivere. Necessità più che legittima.

“Capisco la prudenza del premier Conte –racconta lo scrittore Brad Morgan al grande giornalista Marco Neirotti- e probabilmente al posto suo avrei più timori di lui a gestire la salute di un’intera popolazione. E sempre per questo, se gli hanno consigliato passi così minuscoli, quasi impercettibili, per la “riapertura” del Paese, evito di lanciarmi in proteste, indignazione, insofferenza, e provo anche comprensione per quest’uomo che –per scelta sua o per vuoto reale, non lo so- pare davvero da solo, nonostante esistano un governo, una nebbiosa maggioranza e un affollato comitato tecnico. Però al suo posto non avrei spiegato la “fase 2”. Avrei spiegato invece con onestà che la “fase 1” prosegue, pur con qualche concessione al mondo produttivo”.

Concordo perfettamente. Anche perché non sono per nulla attratto dall’idea di andare in vacanza con una maschera sul volto che non sia da carnevale, e di andare al ristorante con i guanti di gomma della domestica. No, non mi lascio fregare. Per quanto mi riguarda, io me ne resto a casa (dove ho da leggere e da scrivere) finché il virus non scompare e non appare il numero zero nella casella dei morti e dei malati. O fin tanto che non trovano un vaccino che funzioni davvero. Buona quarantena.

Marco Neirotti, scrittore e giornalista (fonte…

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