Più pilu
Cetto La Qualunque, l’impresentabile (ma assolutamente realistico) uomo politico creato dall’inesauribile fantasia di Antonio Albanese, ha poche idee ma ben precise. Una su tutte: «Più pilu per tutti!», che è anche lo slogan della sua fortunata campagna elettorale. Per «pilu» infatti, in un’accezione allargata s’intende alludere, e non solo in Meridione, a quell’oscuro oggetto femminile del desiderio maschile.
Quella cosa che «co’ tanti vari nomi la se chiama», come scriveva il grande poeta erotico del Settecento Zorzi Alvise Baffo, nobile veneziano, magistrato della Quarantia Criminal della Serenissima Repubblica. Non è un caso che gli adolescenti degli anni Cinquanta rimanessero stregati, affascinati, ammaliati, posseduti dall’apparizione dei primi bikini sulle spiagge, che erano ancora di lana un poco urticante, e che quando si bagnavano si allentavano, lasciando uscire ai lati dell’inguine folti, misteriosi e inquietantissimi ciuffi di pelo, la maggior parte nerissimi, rare volte biondissimi.
Le pratiche di depilazione non erano ancora in uso a quel tempo, neanche tra signore e signorine. Difatti oltre ai peli pubici svolazzavano in bella mostra anche peli ascellari, peli delle gambe, talvolta persino peli sul petto, sul collo, sulla schiena. In alcuni casi, tuttora oggetto di studio, diventavano veri e propri cespugli intorno ai nei.
L’avvento della depilazione, prima parziale (solo gambe, solo ascelle), poi integrale, e prima femminile, e poi maschile, ha provocato, e non solo sulle spiagge, ma anche nell’intimità, la pressoché totale scomparsa del pilu dai corpi, giovani e meno, di uomini e donne. È un bene o un male? I pareri, in proposito, sono discordi. E come è giusto che sia, sono tutti leciti. E quindi vanno tutti rispettati. Per esempio, il mio amico Giovanni è un ammiratore del pilu. Anzi è proprio un teorico della forza del pilu. Quasi un fanatico. Un talebano del pilu. Al contrario, il mio amico Luca, teorico della depilazione integrale maschile e femminile, è un grandissimo sostenitore del senza pilu.
Io, se a qualcuno interessa, non mi formalizzo. Sono democratico e pluralista. Il pilu mi piace (appartengo a quella generazione degli adolescenti anni Cinquanta). Ma mi piace anche senza pilu.
Ora – è questa la clamorosa novità -–le cose stanno cambiando ancora. Sta infatti tornando di moda anche nelle parti intime un «Look selvaggio anni Settanta». Così almeno scrivono le più importanti riviste di moda. Di conseguenza, tre amiche americane (amiche tra di loro, non con noi) hanno avuto l’idea di lanciare un prodotto ad hoc. Si chiama «Fur Oil», è un «olio luxury 100% (non so cosa voglia dire, semplicemente trascrivo), naturale e antisettico, con jojoba e melaleuca, lenitivo, ricco di vitamine A ed E».
A cosa serve? Ecco spiegato: «promette di rendere i peli pubici più morbidi e folti, meno pungenti, e di liberare i pori della zona inguinale per evitare crescite sotto pelle». Le ideatrici consigliano di applicarlo quotidianamente come un deodorante. Costa solo trentanove euro e naturalmente può essere usato anche dagli uomini.
Che meraviglia. Mai più senza. E più pilu!★