Mai più senza
ecco le bottiglie
per l’acqua santa

Per la serie Mai più senza, alla quale sono particolarmente affezionato sin dai tempi indimenticabili del settimanale di Michele Serra Cuore, ricevo ad uno dei miei indirizzi di posta elettronica, un’offerta irresistibile: l’acquisto di «bottiglie per l’acqua benedetta».

Ora, detto che francamente mi sfugge il motivo per cui dovrei imbottigliare dell’acqua benedetta (non imbottiglio nemmeno il vino, lo bevo direttamente dalla bottiglia), che peraltro non saprei neanche dove andarmi a procurare, dal momento che almeno per il momento non ho in programma viaggi a Fatima, né a Lourdes, e tantomeno a Medjugorie, non comprendo nemmeno la ragione per cui debbano esistere delle bottigliette speciali, cioè fatte apposta allo scopo, per contenere l’acqua benedetta.

Ma questa benedetta acqua benedetta, non può stare, come tutte le altre acque, minerali e non, gassate e non, dentro bottiglie normali? Cosa fa? Buca le bottiglie normali, dato che è benedetta? Vola via? Evapora? Bolle? Trapassa dallo stato liquido a quello gassoso? Si trasforma in Brunello di Montalcino? O è forse radioattiva, e necessita di appositi contenitori in amianto?

E poi, come saranno fatte queste particolari bottigliette ideate apposta per l’acqua benedetta? Di quali misteriosi (e forse celesti) materiali saranno costruite, per riuscire ad adempiere come si deve alle loro quasi sacrali funzioni? Non saranno mica benedette anche le bottigliette? E da chi?

Esaminando con attenzione le tre fotine allegate al messaggio pubblicitario, non si nota, almeno in apparenza, alcunché di particolare. Le bottigliette sembrano di plastica. Bianca, senza scritte. Tipo quelle dei ciclisti. Hanno varie altezze e sono tonde, alcune lisce, altre graduate, alcune con dei tappi bianchi, altre con dei tappi neri.

Le fa una ditta di Sesto San Giovanni (hinterland milanese), che produce una quantità sterminata di bottiglie, barattoli, taniche, fusti, cisterne, caraffe, imbuti, secchi, sessole, spatole, tazzone, bidoni, cassonetti, vasche e contenitori di ogni tipo, tra cui delle comodissime «bottiglie a spruzzetta», e degli indispensabili imbuti «con nervature elicoidali interne».

La ditta spiega con orgoglio che «offre diverse tipologie di bottiglie per il contenimento dell’acquasanta per i fedeli»: 25 ml, 50 ml, e anche superiori «in base alle vostre esigenze». Sembrano molto gentili. Difatti aggiungono: spediamo in tutta Italia e offriamo l’assistenza di uno staff cordiale e qualificato. Contattateci per ricevere un preventivo». Appena ne avrò bisogno (nella vita non si può mai sapere) lo farò senz’altro.

Peccato però che non spieghino se queste bottigliette possono contenere, oltre all’acqua benedetta, anche altri liquidi. Cosa succede, per esempio, se invece dell’acqua benedetta ci verso dentro, per dire, del Pinot grigio del Collio, che mi fa stare anche più allegro dato che quando bevo l’acqua mi deprimo? E se invece ci metto della vodka? Del brandy Stock 84? E del liquore Strega?

Peccato soprattutto che non svelino il mistero del perché queste bottigliette siano idonee (queste e non altre, per dire) a contenere l’acqua benedetta. Quale mistero, probabilmente inconfessabile, nascondano.

È anche un mistero il perché io continui a ricevere offerte di questo tipo da un’organizzazione che si chiama Mondochiesa, che promette di «promuovere le tue idee nella chiesa italiana», e che si definisce, piuttosto misteriosamente, un «geomarketing di relazione per il terzo settore».

Questo, in realtà, lo spiegano (in piccolo, a fondo pagina): «ricevi questa mail perché sei iscritto come Stampa Cattolica 2013». Io in realtà non mi sono mai iscritto a questo né ad altri gruppi, e non ho mai fatto parte in vita mia di associazioni di stampa cattolica.

Però, obiettivamente, quelle bottigliette per l’acquasanta sono imperdibili. Mai più senza. Mi sa che chiederò un preventivo. ★

Alcuni esemplari di bottigliette per l'acqua benedetta in…

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