Sei indegno, grottesco
e anche irresponsabile
Fra le tante cose interessanti e belle della rete, una delle più orribili è che è popolata anche da plotoni di maleducati, ignoranti, cialtroni, imbroglioni, diffamatori e ricattatori. Gentaglia, insomma. Né più né meno, peraltro, di qualunque bar malfamato di qualunque periferia malfamata di qualunque Paese.
Ci sono posti, nella rete, tra cui alcuni postacci chiamati blog, dove si può insultare impunemente chiunque, e quasi sempre vigliaccamente, in modo anonimo. Luoghi malfamati, anche questi, in cui si dovrebbero esprimere liberamente delle opinioni, alimentando un civile confronto, e che invece diventano squallidi sfogatoi di recriminazioni personali, vendette private, insulti a ruota libera.
Molti poi non capiscono la differenza che passa tra un blog e un giornale in rete. Anzi, pensano che sia la stessa cosa. Non è affatto così. E’ l’esatto contrario: un giornale è registrato in tribunale, ha un direttore responsabile che risponde penalmente di quanto viene scritto (e se un articolo non è firmato, risponde il direttore), è fatto da giornalisti professionisti che vagliano quanto viene pubblicato, e normalmente non pubblica insulti ma notizie e opinioni.
Solo i blog, dove l’insulto è libero, sfuggono a qualsiasi regola. Sarebbe ora di smetterla, e per rendere più civile la rete, sarebbe giusto e doveroso applicare anche ai blog, e a tutto quanto viene pubblicato in rete, le stesse regole che valgono per i giornali registrati in tribunale, sia che viaggino sulla rete che sulla carta stampata. Questo per tutelare chiunque e per prevenire ogni abuso.
Ma chi stabilisce quando siamo in presenza di un abuso? Quand’è che la critica diventa insulto? Chi decide quando si sono passati i limiti del diritto di critica e della libertà di opinione, e quindi della libertà di stampa? C’è un caso illuminante che arriva dalla Francia: è quello del deputato dell’Ump, il partito centrista, Henri Guaino, che aveva giudicato «grottesca», «irresponsabile» e «indegna» la decisione dei giudici di mettere sotto inchiesta l’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, sospettato di aver circuito l’anziana miliardaria Liliane Bettencourt, per farsi finanziare la campagna elettorale.
Guaino, per queste sue affermazioni, è stato indagato per aver «gettato discredito» su una decisione della magistratura. Ma poi è stato assolto dai giudici della diciassettesima Chambre du tribunal correctionnel di Parigi, presieduta da Anne-Marie Sauteraud, perché «non ha fatto che esprimere la sua indignazione senza profferire ingiurie né minacce». Inoltre, sostiene il giudice, Guaino «non ha superato i limiti ammissibili della libertà di espressione, riguardanti la critica alla decisione di un magistrato».
Una sentenza che «è un modello di equilibrio», sostiene Pascale Robert-Diard sull’autorevole quotidiano francese Le Monde. Una sentenza che dovrebbe fare scuola anche da noi: chiunque tu sia, e qualunque cosa tu abbia fatto, io posso dirti che sei «grottesco», «irresponsabile», e anche «indegno». Ma offenderti non posso. Gli insulti, quelli no. Proviamo, per piacere, a diventare un paese civile.★