Ma il Cirque du Soleil
è un fenomeno
di destra o di sinistra?

Lectio Magistralis per le Giornate di Studio sull’Arte Circense

Il testo completo della lectio magistralis dedicata al Cirque du Soleil, tema principale della quarta edizione delle Giornate di Studio sull’Arte Circense, organizzata dall’Università degli studi di Milano, grazie al sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e con il patrocinio del Comune di Milano, sotto la direzione scientifica dello storico Alessandro Serena, e per il coordinamento di Alberto Bentoglio.

Toccherò un tasto inedito e spinoso.

Potrebbe anche rischiare di apparire oziosa, se non deliziosamente marginale, la questione che mi accingo a esaminare quest’oggi: se cioè il Cirque du Soleil sia un fenomeno di destra o di sinistra.
Ad occhi inesperti, la questione potrebbe addirittura apparire irrilevante. Un esercizio futile. Un’inutile acrobazia senza la rete di protezione. Un tormento intellettualistico. Un’estasi letteraria. Una provocazione politica non molto intelligente. Un bersaglio sbagliato. Oppure, a seconda dei punti di vista, un puro divertissement destinato a chi ha tempo da perdere. Anche se, a ben vedere, corrisponde perfettamente alla nostra inveterata abitudine di etichettare in una direzione politica qualsiasi cosa, anche la rosetta del fornaio.

Comunque, niente di tutto questo. Acclarato che il Cirque du Soleil è sicuramente un fenomeno, un fenomenale fenomeno del nostro tempo, e su questo sicuramente non ci piove sopra, conviene affrontare la questione nella sua globalità, partendo dal circo in quanto tale, prescindendo per un attimo dal fatto se il circo in questione si chiami del sole o della luna, e batta vecchie o nuove strade. Porsi infatti la domanda chiamata delle cento pistole, se cioè il circo sia di destra o di sinistra – sia che si chiami Orfei o del Soleil – e farlo qui, con tutta la pompa, l’ufficialità e il prestigio di un’aula universitaria non secondaria, significa anzitutto cercare di dare una risposta, sia pure non definitiva, ma per via analitica, cognitiva e riflessiva, a un quesito su cui gli spiriti più nobili del mondo della cultura e dello spettacolo mondiale si sono arrovellati per decenni senza riuscire a fornire argomentazioni sufficientemente credibili ad accreditare una tesi piuttosto che un’altra.

L’analisi di un fenomeno così complesso, al di là dell’aspetto giocoso, che pure esiste, ci consentirà altresì di ragionare non superficialmente su alcuni aspetti piuttosto controversi del pianeta circo e dintorni, di sviscerarli, di sezionarli, e quindi di contrapporli, decrittandoli, e alfine comprendendoli meglio. Ci permetterà anche di capire, proprio grazie a questa sorta di autopsia ragionata dei connotati politici o presunti tali, in che modo i vari aspetti del pianeta circo, sia che si tratti di quello classico che di quello contemporaneo, a partire dal Cirque du Soleil per finire ai suoi numerosi imitatori, vengono percepiti dall’universo dei media e dall’opinione pubblica, tratti spesso ambedue in inganno da coacervi di esili apparenze, come da cumuli di segnali spesso artatamente contraddittori.

Esaurita questa doverosa premessa, cominciamo senz’altro. E iniziamo, proprio nell’ottica di decifrare i messaggi difficilmente decifrabili con gli abituali strumenti di cui disponiamo, partendo dalla fine anziché dal principio. Cioè dalle conclusioni invece che dalle premesse.

Alzi la mano chi pensa che il circo sia di destra. Contiamo.

Alzi la mano chi pensa che il circo sia di sinistra. Contiamo.

Alzi la mano chi pensa che il circo non sia di destra né di sinistra. Contiamo.

Alzi la mano chi pensa che il circo sia di centro. Contiamo.

Alzi la mano chi non pensa.

Alzi la mano chi pensa che io stia dicendo delle stupidaggini.

Benissimo.

  • Il circo è di destra perché è antico.
    Basta pensare che il circo, che nacque con i gladiatori al Colosseo, non a caso viene considerato come il più antico spettacolo del mondo. Quasi tutto quello che è antico, normalmente viene considerato di destra.
  • Il circo è di destra perché è tradizionale.
    Il tipo di spettacolo del circo, nella maggior parte dei casi, si rifà al circo classico, di impianto tradizionale. Solitamente è la destra la parte politica maggiormente legata alla tutela delle tradizioni in ogni campo.
  • Il circo è di destra perché è violento.
    Lo era alle origini, quando scatenava contro i gladiatori le belve feroci, e lo è oggi quando i domatori, secondo le associazioni animaliste, maltrattano, torturano e addestrano gli animali con la violenza. Violenti sono anche i clown (non a caso si dice che facciano piangere di paura i bambini) quando si danno, sia pure per finta, delle gran bastonate. La destra politica, solitamente, non disdegna un certo tipo di violenza.
  • Il circo è di destra perché è paramilitare.
    Non a caso fu fondato, nella sua forma cosiddetta moderna, alla fine del ‘700 in Inghilterra, da un militare, un ufficiale di cavalleria, Philip Astley, che gli diede una forma militaresca. Infatti il circo, proprio come un organismo militare, ha divise, ruoli, compiti, leggi e regole precise, e orari ferrei. La destra ama le formazioni paramilitari.
  • Il circo è di destra perché è padronale.
    Il circo, solitamente, ha un unico padrone. Il padrone solitamente fa il bello e il cattivo tempo e decide quello che vuole. Anche qual è la tua paga, quando la prendi e se sei degno di prenderla. Alla destra piacciono i padroni.
  • Il circo è di destra perché è autoritario.
    Il padrone del circo dà gli ordini, tutti gli ordini che vuole, anche i più stupidi, e nessuno si può permettere di contraddirlo. Tutti devono eseguire gli ordini del padrone. Alla destra piacciono i padroni autoritari.
  • Il circo è di destra perché è gerarchico.
    La struttura di comando del circo è piramidale. In testa il padrone, poi la moglie del padrone, poi il figlio maggiore del padrone, poi gli altri figli del padrone, poi tutti gli altri parenti del padrone. Alla destra piacciono le strutture gerarchiche.
  • Il circo è di destra perché è familiare.
    La maggior parte dei circhi è strutturata su base familiare. Ci lavora solitamente tutta la famiglia, compresi figli, nipoti, cugini, e altri parenti vari. La destra è da sempre sostenitrice della famiglia, alla quale attribuisce un valore quasi sacrale.
  • Il circo è di destra perché è patriarcale.
    All’interno dell’ambito familiare, la figura principale è quella del capo famiglia, il più vecchio del gruppo, che viene chiamato “Il Patriarca”, e come tale è temuto e rispettato. Le sue decisioni e i suoi ordini non possono venire mai messi in discussione. In mancanza del capo famiglia, comanda la moglie (quasi sempre la vedova) del capo famiglia: in questo caso la struttura del circo da patriarcale diventa matriarcale. La destra adora le famiglie patriarcali.
  • Il circo è di destra perché è benpensante.
    La sua struttura familiare e i suoi spettacoli, spesso fanciulleschi, inducono pensieri natalizi, buoni e positivi, spingono al rispetto delle leggi, delle regole e delle istituzioni, tengono lontani dalle tentazioni. La destra, con molto orgoglio, si considera benpensante.
  • Il circo è di destra perché è religioso.
    È nota la religiosità (come la superstizione del resto) della gente del circo e della gente del viaggio. La destra, solitamente, si dichiara molto devota.
  • Il circo è di destra perché è razzista.
    Nella maggior parte dei circhi, non solo in Italia, gli operai del circo, e in genere tutto il personale di fatica, sono di colore. In molti casi sono quelli che prendono le paghe più basse e che vivono nelle condizioni peggiori. La destra, in alcuni casi, è razzista.
  • Il circo è di destra perché è schiavista.
    Ci sono stati alcuni casi di circhi, (non molti per fortuna, e non solo in Italia) in cui sono stati trovati dei dipendenti clandestini che erano tenuti come schiavi, a cui avevano tolto i passaporti perché non scappassero, e che erano tenuti in condizioni igieniche spaventose. La destra, in qualche caso, era (ed in alcuni paesi lo è ancora) schiavista.
  • Il circo è di destra perché è arretrato.
    È un mondo chiuso, diffidente. Quasi un mondo a parte, separato dalla società, miope, retrogrado, refrattario ai cambiamenti, impermeabile al mondo esterno, insensibile agli stimoli, disinteressato alla cultura. Un avanzo. Un indigesto rimasuglio del passato. Tipico della destra: anche la destra non ama le innovazioni, e quando sente parlare di cultura mette mano alla pistola.
  • Il circo è di destra perché vota a destra.
    Alcuni circensi, anche di un certo nome, in alcune occasioni elettorali hanno espresso pubblicamente il loro sostegno verso partiti politici del centrodestra. La destra (anche se non tutta) in alcune occasioni si è espressa a favore dei circhi nella battaglia per la difesa degli animali nel circo.

Bene. Può darsi, a questo punto, che qualcuno di voi si sia convinto che il circo è di destra. Vediamo se c’è qualcuno tra di voi che ha cambiato opinione rispetto all’inizio della nostra conversazione.

Alzi la mano chi pensa che il circo sia di destra. Contiamo.

Ora andiamo, sempre serenamente, pacatamente, ad analizzare le ragioni per cui, invece, il circo è di sinistra. Dunque:

  • Il circo è di sinistra perché è anticonformista.
    È uno spettacolo diverso da tutti gli altri, dal cinema, dal teatro, dalla televisione. Uno spettacolo strano, insolito, imprevedibile. È il regno dell’insolito e della fantasia, dove nulla è scontato e tutto è possibile. La sinistra, per definizione, è anticonformista.
  • Il circo è di sinistra perché è nomade.
    Da sempre il circo viaggia sempre. Con la sua tenda e con i suoi carrozzoni. Viaggia come viaggiano gli zingari, come viaggiavano gli hippies degli anni sessanta, come viaggiano gli avventurieri, i vagabondi, gli alternativi. On the road again, come Jack Kerouac, come Woody Guthrie. Il nomadismo appartiene alla cultura della sinistra.
  • Il circo è di sinistra perché è multietnico.
    Il circo è la prima torre di Babele. È la prima comunità multietnica del mondo, in cui convivono pacificamente persone di tutti i continenti. È il trionfo della confusione dei linguaggi, dove si parlano tutte le lingue del mondo. La sinistra, per sua natura, è multietnica.
  • Il circo è di sinistra perché è multirazziale.
    È un posto dove convivono da sempre, senza attriti, invidie e rivalità, anzi spesso lavorando e collaborando assieme, persone di tutte le razze del mondo. Il circo è la prima comunità multirazziale. Normalmente la sinistra è multirazziale.
  • Il circo è di sinistra perché è multireligioso.
    Nella comunità che vive e lavora sotto lo chapiteau, sotto tutti gli chapiteau del mondo, convivono in pace, senza scontri religiosi o ideologici, persone che praticano le più differenti religioni del mondo. La sinistra sostiene la multireligiosità.
  • Il circo è di sinistra perché è diverso.
    È la prima comunità della storia che ha accolto i “diversi” di varie specie senza farli sentire tali, anzi dando loro la dignità di artisti: dai nani ai giganti, dalle donne barbute alle donne cannone, dagli uomini con due teste a quelli con tre gambe. Dai fenomeni da baraccone ai cosiddetti freak, dai disabili ai deformi agli scherzi della natura. La sinistra difende e sostiene le diversità.
  • Il circo è di sinistra perché è gay-friendly.
    Il circo è la prima comunità che fin dall’antichità ha accolto gay, lesbiche, travestiti e transessuali, senza alcun problema. Senza chiedere niente, senza farli sentire diversi, senza metterli alla berlina. Anzi. Rispettandoli e amandoli. Un esempio su tutti: quello di Barbette, un’affascinante acrobata al filo d’acciaio –tecnicamente una filferista- che furoreggiò nella Parigi del primo novecento, e fece innamorare di sé molti personaggi celebri, tra i quali Jean Cocteau. Barbette era molto graziosa e doveva il suo nome –e forse anche la sua leggenda- a un’ombra leggerissima di barba che le incorniciava il volto bellissimo. Nessuno lo sapeva, ma in realtà era un uomo. Si chiamava Vander Clyde e veniva dal Texas. La sinistra è gay-friendly.
  • Il circo è di sinistra perché è trasgressivo.
    Il circo è festa, confusione, allegria, è vestiti buffi, è suoni e colori, è scherzo, sberleffo e presa in giro delle autorità e del potere costituito. L’Augusto si fa sempre beffe del clown bianco che rappresenta l’autorità. Lo deride e lo sconfigge. Il circo è disordine, è frizzi e lazzi, rumori, è fracasso, spari, palloncini che scoppiano. La sinistra ama la trasgressione.
  • Il circo è di sinistra perché è anarchico.
    Il circo ha le sue regole ma non ama le regole imposte dalla società e rifugge da esse. Il circo è un porto franco. È un sacro e inviolabile rifugio, come una volta erano le chiese. È un posto che accoglie i clandestini e, talvolta, anche quelli che hanno violato o che scappano dalle leggi, perfino ladri, disertori e assassini, come certa cattiva letteratura ha raccontato nei libri e nei film in cui si vedeva nascosto al circo, camuffato da clown, il medico che aveva ucciso la moglie. La sinistra (non tutta) ha simpatia per l’anarchia.
  • Il circo è di sinistra perché è libertario.
    Nel circo, che è un’istituzione massimamente tollerante, ciascuno è libero di pensare, di fare e di esprimersi come gli pare, questo purché non leda gli interessi degli altri. Il circo non impedisce nulla a nessuno. È libertario anche come tipo di spettacolo. Perché possono andarci tutti e tutti possono riconoscersi. Il circo difatti, lungi dall’essere uno spettacolo per bambini (come peraltro l’hanno ridotto in Italia alcuni pessimi circensi), è uno spettacolo per adulti, al quale è possibile portare anche i bambini. La sinistra ama tutto ciò che è libertario.
  • Il circo è di sinistra perché è biologico.
    Difatti nel circo tutto è naturale. Non c’è niente di artefatto, di finto, di virtuale. Non ci sono organismi geneticamente modificati nel circo. È tutto vero. Ciascun artista deve mettersi ogni giorno alla prova, talora anche rischiando, per mostrare cos’è capace di fare davvero. La sinistra ama il biologico.
  • Il circo è di sinistra perché è animalista.
    Alla faccia delle cosiddette associazioni animaliste, che contestano l’impiego degli animali nel circo senza sapere nulla del mondo del circo, è il circo il vero soggetto animalista. Perché solo nel circo si realizza la piena armonia tra l’uomo e l’animale, questo almeno nei circhi –e sono la maggior parte- in cui si pratica ormai da anni quel tipo di addestramento chiamato “in dolcezza”, fatto di rispetto, amicizia e complicità tra l’uomo e l’animale. La sinistra è animalista.
  • Il circo è di sinistra perché è colto.
    Se il mondo del circo, nella sua lunga storia, ha più volte ispirato importanti poeti, scrittori, giornalisti, pittori, attori, registi, intellettuali e uomini di cultura di molti paesi del mondo, qualche motivo ci sarà. Il motivo è che da sempre il circo è cultura, e la cultura del circo, al di là di alcuni pessimi luoghi comuni che però oggi vanno per la maggiore, è un patrimonio vivo da preservare e tramandare. La sinistra ama la cultura.
  • Il circo è di sinistra perché è poetico.
    Togliamoci pure dalla testa le immagini del clown triste, dalla lacrima facile, che tanta cattiva letteratura ci ha lasciato, come quelle degli amorazzi tra la trapezista e il domatore. Resta il fatto che sotto lo chapiteau, in quel cerchio magico chiamato pista, si respira ancora –anche se non sempre- un profumo intenso di poesia. La sinistra ama la poesia.
  • Il circo è di sinistra perché vota a sinistra.
    Alcuni circensi, anche di un certo nome, in alcune occasioni elettorali hanno espresso pubblicamente il loro sostegno verso partiti politici del centrosinistra. Al Parlamento italiano, in anni recenti, è stato eletto senatore, per il partito di Rifondazione Comunista, uno dei più celebri domatori di belve feroci, Livio Togni.

Bene. Può darsi, a questo punto, che qualcuno di voi si sia convinto che il circo è di sinistra. Vediamo se c’è qualcuno tra di voi che ha cambiato opinione rispetto all’inizio della nostra conversazione.
Alzi la mano chi pensa che il circo sia di sinistra. Contiamo.

Analizziamo dunque le vostre sensazioni prima e dopo la nostra conversazione.

Prima, quelli che pensano che il circo sia di destra, erano…

Dopo, quelli che pensano che il circo sia di destra, sono diventati…

Prima, quelli che pensano che il circo sia di sinistra, erano…

Dopo, quelli che pensano che il circo sia di sinistra, sono diventati…

Che cosa significa tutto questo? Quale conclusione trarre da queste vostre sensazioni ?

Francamente non lo so. Non ne ho la più pallida idea. E comunque, non ha alcuna importanza. Non siamo certo venuti qui a fare sondaggi sulle tendenze politiche del circo di ieri, di oggi e di domani. Quello che era importante da analizzare, è che abbiamo individuato alcune buone ragioni per cui il circo è di destra, e alcune buone ragioni per cui il circo è di sinistra. Come a dire che se tiriamo il diametro di quel cerchio che è la pista di un circo, quella figura geometrica perfetta contiene, nelle sue metà, molti elementi tipici della destra e al contempo molti elementi tipici della sinistra. Il circo, insomma, è così grande che contiene tutto, è capace di inglobare ogni cosa senza bisogno di escludere nulla. Forse questo è il motivo della sua straordinaria longevità. Lo davano per morto quando nacque il teatro. Lo davano per morto quando nacque il cinema. Lo davano per morto quando nacque la televisione. Lo davano per morto quando nacque internet. È ancora qua. Qualcosa vorrà dire. E il successo mondiale del Cirque du Soleil, in anni recenti, dimostra la vitalità di questo tipo di spettacolo, sia pure in forme nuove.

Lo stesso discorso vale per la distinzione, spesso capziosa, tra circo classico, o circo tradizionale, e nuovo circo, o circo contemporaneo. Per alcuni il nuovo circo è un’evoluzione del vecchio circo, per altri è uno spettacolo del tutto nuovo. Comunque sia, sempre di circo si tratta. Il Soleil si chiama cirque, che vuol dire circo, mica teatro, cabaret o varietà o che-caspita-ne-so. Ma nei media e nell’opinione pubblica è passata la convinzione che il circo classico sia di destra, mentre il nuovo circo –con in testa il capofila di questo genere, il Cirque du Soleil, appunto – sia di sinistra. Questo per alcuni motivi detti prima: perché il circo classico è autoritario e violento e maltratta gli animali, mentre il nuovo circo non ha animali, è un fenomeno di innovazione, ha spezzato lo schema classico della sequenza di numeri senza un filo conduttore, tenta di raccontare una storia, ha cambiato le musiche, i trucchi e i costumi, è amato dagli intellettuali e ha ottenuto il favore della stampa di sinistra.
Io non credo, per concludere, che tutto questo sia vero. Non credo che il Cirque du Soleil sia un fenomeno di sinistra, come non credo che il Circo Orfei sia un fenomeno di destra. Questo al di là delle simpatie politiche personali dei singoli, sia chiaro. Non credo, in sostanza, che esista un circo di sinistra, come non credo che esista un circo di destra. Non credo, in definitiva, che il circo sia di sinistra. E non credo nemmeno che il circo sia di destra. Questo ammesso che destra e sinistra, nel mondo di oggi, abbiano ancora un senso. Io penso che molto lo abbiano perso, ma che un pochino, almeno sui fondamentali, ancora ce l’abbiano. Ma questo è un altro discorso, che ci porterebbe lontano, e che rinviamo a un prossimo seminario alla facoltà di scienze politiche.
Quanto al circo, il problema vero è un altro. Io penso che bisognerebbe distinguere non tanto fra circo di destra e circo di sinistra, non tanto tra vecchio e nuovo circo, quanto tra buon circo e cattivo circo. Riferito – s’intende – alla qualità dello spettacolo. Cioè, se è fatto bene o se è fatto male. Il Soleil, in questo, è fatto benissimo. È uno spettacolo di eccellenza, che ha dato nuove emozioni, e ha fatto del bene, dandogli una scossa, anche al vecchio circo.

Giusto. La fai facile tu. Buon circo e cattivo circo. Bravo. Ma chi lo decide? Chi stabilisce se un circo è buono e se un altro è cattivo? Perché per me uno spettacolo può essere ottimo, in base al mio gusto personale, ma per te quello stesso spettacolo, in base al tuo gusto personale, può risultare pessimo. Chi ha ragione, allora? Come si fa? Nominiamo un giudice? Designiamo un arbitro? Facciamo scegliere da un critico?

Niente di tutto questo. Impariamo a non delegare niente a nessuno. La cosa migliore è che possiamo andare al circo e giudicare con la nostra testa se uno spettacolo, a nostro avviso, è buono o se è cattivo. L’importante – questo sì – è che ci siano spettacoli –belli o brutti – da vedere. Che in ogni città del mondo il circo – bello o brutto che sia – accenda ogni sera le sue luci.

Giornate di studio sull’arte circense
Università degli Studi, Dipartimento di Beni culturali e ambientali
Milano, 5-9 novembre 2012

Ma il Cirque du Soleil è un fenomeno di destra o di sinistra?