Deliziosa Carlà
con le sue piccole
canzoni francesi
L’ex première dame in tour in Francia con il suo nuovo album
Tutto esaurito e standing ovation per Carla Bruni che nello storico Casino de Paris ha presentato il suo ultimo disco Little French Songs. Canzoni delicate e piacevoli, tutte scritte e musicate da lei, nel solco della più pura tradizione dei grandi chansonnier francesi. Douce France di Charles Trenet cantata in italiano. Nicolas Sarkozy, molto applaudito, in platea.
PARIGI – Per essere il suo secondo mestiere, quello di cantante (il primo è stato quello di modella), che esercita con dignità da poco più di una decina d’anni (il suo primo album, Quelqu’un m’a dit, è del 2002), non se la cava poi così male la signora Carla Gilberta Bruni Tedeschi, torinese, quarantasette anni a dicembre, ex première dame de France.
Alla soglia del mezzo secolo, Carlà, come la chiamano i francesi, è ancora una delle donne più belle e affascinanti del pianeta. La gravidanza di tre anni fa (una figlia, Giulia, dall’ex presidente francese Nicolas Sarkozy), non ha intaccato il suo fisico asciutto e filiforme. Lei è molto sobria per il suo concerto sullo storico palcoscenico del Casino de Paris, uno sterminato mausoleo di velluti rossi alquanto délabré, e di giganteschi lampadari di cristallo fin de siécle: pantaloni a tubino in pelle nera, t-shirt nera, giacca rossa di velluto intonata alla tappezzeria, appena un filo di trucco.
Deliziosa, viene subito da dire. Sì, deliziosa è la parola giusta. Deliziosa lei, con quella vocina tenue, bassa e sensuale (più quando parla, irresistibile, che quando canta), deliziose le sue canzoncine (il concerto è imperniato sull’ultimo album, Little French Songs, il quarto della sua giovane carriera), delizioso e piacevole il concertino di un’oretta e un quarto che è accompagnato da alcune immagini di lei che scorrono su uno schermo, e non sai più se guardarla in video o dal vivo, tanto è bella uguale.
Carlà canta accompagnandosi alla chitarra acustica, e ha solo due musicisti al suo fianco, un chitarrista solista e un pianista polistrumentista che all’occorrenza suona anche la tromba. L’atmosfera è più intima nella prima parte del concerto, quando scivolano via i pezzi più lenti, più melodici, mentre la seconda parte è dedicata ai brani più veloci, più ritmati, ai quali vengono aggiunte, computerizzate, alcune sonorità più moderne.
I brani che interpreta, sempre molto sobriamente, con una gestualità minima, appena accennata, preceduti ogni volta da una piccolo dialogo col pubblico che è una sorta di spiegazione (come per la canzone dedicata al fratello scomparso), sono quasi tutti quelli composti da lei. Pezzi pienamente immersi nella più pura tradizione degli chansonnier francesi. Non a caso lei rivolge un omaggio ai grandi interpreti della canzone francese, come alla lingua e alla cultura di questa terra che l’ha accolta bambina. Alla terra dove è nata, dedica invece Douce France di Charles Trenet, che canta in italiano. È l’unico pezzo nella nostra lingua.
Il pubblico che riempie come un uovo il vecchio Casino, ed è un pubblico variegato, di tutte le età, mostra di gradire, e le regala persino una di quelle standing ovation solitamente riservate ai mostri sacri. Gli applausi più convinti vanno a pezzi ribelli come Pas une dame che ricorda in qualche modo certe atmosfere alla Juliette Greco, a Mon Raymond che i pettegoli dicono dedicata a Sarkozy (presente in sala e molto applaudito), a Le Pingouin che sostengono invece si riferisca all’uomo che ha sconfitto suo marito alle elezioni, vale a dire l’attuale presidente francese Francois Hollande. Lei che lo sa, ed è furbissima, prima di cantarla spiega maliziosa: «Preciso, riguardo a questa canzone, che non ho nulla contro i pinguini».
Chiude, molto applaudita, con Quelqu’un m’a dit. Non male, nell’insieme. Se continua ad applicarsi, potrà crescere ancora. Forse non resterà nella storia della musica, ma comunque sarà piacevole ascoltarla. E in ogni caso farà fare all’Italia una buona figura all’estero. Come ha già fatto, del resto, quando stava all’Eliseo.
Voto: 7