Anziani
con le gonne
C’è stato un tempo dorato in cui solo i bambini portavano i pantaloncini corti, e se ne vergognavano. Era il tempo in cui i ragazzini portavano i pantaloni alla zuava, e se ne vergognavano anche loro. Solo gli uomini adulti portavano i pantaloni. E anche le donne, quelle chic.
Ci sono uomini, invece, che portano le gonne (anche anziani, anzi: soprattutto anziani). E ne nessuno se ne stupisce. Sono, purtroppo per noi, gli uomini più impegnati a dire cosa gli altri uomini (e donne, ma questo è secondario) devono, o dovrebbero, fare nelle loro camere da letto. Anche negli sgabuzzini, magari sopra la lavatrice con la centrifuga accesa, ma questa è un’altra storia.
Ordunque. Sembra che nel paese più ipocritamente bigotto dell’Europa, dove uomini adulti portano i pantaloncini corti per la strada e anziani piissimi indossano in pubblico le gonne: il privato sia diventato pubblico. Pubblicissimo. Cioè: tutti si occupano di cosa fanno gli altri con i loro organi genitali esterni e interni; non solo, ma hanno anche una fregola estrema di dirlo a tutti. O di consigliare come essere, o diventare.
Chiunque abbia un microfono davanti alle labbra, o una penna stretta nel pugno, si sente in dovere di parlare di sesso. Suo o degli altri non ha alcuna importanza.
Però intanto abbiamo una legislazione a dir poco arretrata; abbiamo pubbliche medievali paure e terribili pudori atavici regolamentati per legge. Abbiamo pubblici uomini prigionieri di orribili incubi sessuali che ne condizionano la condotta umana e politica.
Forse c’è qualcosa di sbagliato. Magari, in realtà, la vita sessuale di una persona dovrebbe essere del tutto irrilevante (sempre che non si configuri come reato — penale, appunto — del tipo di un vecchio signore che si accoppia con minorenni, per denaro; o di cose anche peggiori che non voglio nemmeno immaginare).
In effetti: la liberazione sessuale — prima delle donne, poi adesso anche degli uomini — dovrebbe essere proprio questa: la sessualità non ha alcuna rilevanza sociale economica politica. Non è che uno è più dimafonista se è metrosessuale; un altro più frenatore di treni se si astiene.
Ma forse, come sempre, ci stiamo sbagliando. I tempi dorati in cui un gentiluomo non guarda dentro il suo fazzoletto nemmeno se è da solo sono definitivamente trascorsi. ★