Il timido Lupo Cattivo

Un gin dall’accurata preparazione

L’ironia è una fonte generosa e non smette mai di elargire. Il metodismo, soprattutto nel XIX secolo e fino a tempi molto recenti, è stato associato allo strenuo impegno per l’astinenza totale dal consumo di alcolici. Forse è un segno dei tempi che la cappella metodista nel villaggio di Brendon, nel Devon settentrionale, sulle rive del fiume Lyn a Exmoor, caduta in disuso qualche tempo fa, è oggi il sito della distilleria che celebra un diverso tipo di spirito, con il gin Wicked Wolf Exmoor.

FRIMSLEY — Il liquore nasce da un’idea del team di marito e moglie Pat Patel e Julie Heap che, dopo due anni di perfezionamento del loro mix perfetto, hanno lanciato il gin sul mercato affollato che il Ginascimento ha generato nel settembre 2015. Ci sono undici botaniche nella miscela, ciascuna delle quali viene preparata a mano, infusa e distillata separatamente per produrre undici distillati separati che vengono poi miscelati e distillati in un distillatore di rame. Il distillatore ha ancora tre parti: la cucurbita dove il liquido viene riscaldato o bollito; l’anbik, o  storta, testa (l’al-anbik da cui deriva alambicco), in cui il vapore sale e poi si raffredda a contatto con le pareti e si condensa prima di scorrere lungo il beccuccio nel ricevitore, la terza parte.

Il processo consente ai distillatori di mettere la quantità esatta di ogni distillato botanico nella miscela, senza lasciare spazio ad errori o possibilità di sconvolgere l’equilibrio. In ogni fase il gin è controllato fino alla fine.Il risultato, con una gradazione alcolica del 42%, viene imbottigliato ed etichettato a mano in lotti da cento litri.

I prodotti botanici usati per il Wicked Wolf sono ginepro, angelica, cardamomo, coriandolo, cubebe, galanga, ibisco, foglie di combava (noto anche come lime Kaffir), scorza d’arancia, scorza di limone e citronella. Il loro tocco particolare è l’aggiunta di alcune note asiatiche e sostituendo la consueta liquirizia con l’ibisco hanno introdotto nella bevanda una dolcezza che ricorda il miele.

La bottiglia è tozza, fatta di vetro trasparente e non goffrato, con un collo di medie dimensioni e un tappo artificiale. L’etichettatura è piuttosto tenue con uno sfondo blu-verdastro, un lupo corrente in bianco e una scritta in nero. L’etichettatura sul retro della bottiglia dice che è lo «Spirito di Exmoor» (etichetta  registrata, marchio di fabbrica) e che la combinazione di botaniche utilizzate «bilancia le note fresche di agrumi e pepe piccante con i sapori unici di ginepro e cardamomo per produrre un gin classico e di prima qualità». Se vogliamo trovare una critica allo stile è che la bottiglia non risalta poi molto e sembra  quasi timida su uno scaffale affollato.

Alla prova dei fatti l’attenta e controllata preparazione del Wicked Wolf avrà dato i suoi frutti? Rimuovendo il tappo, l’aroma ha il caratteristico odore di ginepro, con note agrumate e accenni di elementi floreali. Nel bicchiere lo spirito è limpido e le note principali sono di agrumi freschi e ibisco; con gli elementi più terrosi e speziati annidati in profondità, sullo sfondo, che poi emergono nel retrogusto.

Preferisco di gran lunga quando il ginepro è in primo piano, ma Wicked Wolf accentua gli elementi più floreali ed esotici per produrre una bevanda che è decisamente più sul lato contemporaneo dello spettro del gin rispetto a un tradizionale London Dry. È una bevanda rinfrescante e ben bilanciata, liscia e poco impegnativa, che viene migliorata dall’aggiunta di un tonico premium. Un po’ come la bottiglia in cui entra, è un po’ riservata, quasi ritrosa, e ci sono gin più incisivi in ​​giro. Se, però, vi piace una bevanda più contenuta, non sbaglierete poi troppo con questo Lupo Cattivo di Exmoor.

Alla prossima volta, salute!

Il timido Lupo Cattivo