Ladri di lego
E un terribile caso internazionale
Questa settimana, niente gin. Non per ragioni salutistiche o moralistiche ma per emulazione e competizione con le spigolature maggioline dei cari amici immaginari della Bragola (che saluto).
FRIMSLEY — Qui, nell’ancor poco primaverile Inghilterra, hanno riaperto i pub, ma l’atmosfera generale è un po’ mesta. Per ravvivare gli animi ecco un paio di notiziole sorridenti.
Ladri di lego
Incredibile a dirsi, siamo nel mezzo di un’ondata di criminalità Lego. Sembra che ci siano tanti soldi nei coloratissimi mattoncini di plastica ad incastro, da aver attirato le attenzioni di una cerchia internazionale di ladri di giocattoli.
Tre sospetti sono stati sorpresi a sottrarre scatole di Lego da un negozio di giocattoli vicino a Parigi con l’intenzione di venderle in Polonia; mentre in Oregon il mese scorso un uomo è stato arrestato perché sospettato di aver rubato Lego per un valore di 7.500 dollari.
Il mercato nero è alimentato da collezionisti desiderosi di mettere le mani su set in edizione speciale che sono in condizioni di prim’ordine e, soprattutto, non siano mai stati rimossi dalla loro confezione. Lego Café Corner, pubblicato nel 2007 per 150 dollari, ora arriva a tremila se è nelle sue condizioni originali. Un set non aperto del Lego Millennium Falcon viene venduto per oltre tremila cinquecento dollari. Se hai un set raro o prezioso, e soprattutto mai aperto, continua a conservarlo con cura.
Con il tempo forzosamente libero durante la pandemia, Lego ha registrato un aumento del cento per cento delle vendite, forse più carne per i denti dei ladri internazionale. Il set da costruzione più grande disponibile in commercio, un modello del Colosseo, a sua volta detentore del Guinness World Record, ha generato un altro record, con un signore che ha assemblato tutti i novemila trentasi pezzi (nell’ordine corretto) in sole tredici ore, trentasette minuti e trentasei secondi. Speriamo che lo tenga al sicuro.
Incidente di frontiera
Potrebbe essersi verificato un complicato incidente diplomatico quando, l’altro giorno, si è scoperto all’improvviso che l’area coperta dal Belgio era stata ampliata a spese della Francia. Il confine di 620 km tra Belgio e Francia è stato ratificato dal Trattato di Kortrijk nel 1820 e fisicamente segnato un anno prima da pilastri di pietra strategicamente posizionati lungo la linea.
Purtroppo, nel tempo le pietre sono state trascurate e ricoperte di vegetazione, ma un gruppo di francesi ha iniziato a vagare nella loro zona nel nord della Francia, seguendo il confine e controllando ogni pietra che hanno incontrato rispetto alla sua posizione originale. Immaginate il loro orrore quando, camminando nei boschi vicino a Bousignies-sur-Roc (nell’Alta Francia, 431 abitanti), hanno scoperto che il cippo era stato spostato di più di due metri, riducendo così la Francia e allargando nel contempo il Belgio.
Uno del gruppo, Jean-Pierre Chopin, ha subito lanciato l’allarme e il sindaco belga della vicina Erquelinnes (nella provincia vallona dell’Hainaut, 9.570 abitanti) ha convenuto che la pietra confinaria non era per niente dove avrebbe dovuto essere. Dopo estese e approfondite indagini si è scoperto che un contadino del luogo si fosse così stufato del fatto che la pietra ostacolava il trattore nelle varie operazioni agricole, da aver deciso per un autonomo spostamento della medesima, prestando ben poca attenzione alle ripercussioni internazionali delle sue azioni.
Nel tentativo di risolvere i contrattempi, all’agricoltore è stato ordinato di rimettere il cippo nella sua posizione originale o di affrontare un’accusa penale. Se il contadino dovesse rifiutarsi, c’è la terribile possibilità che la commissione di frontiera franco-belga, dormiente dal 1930, debba essere convocata d’urgenza per risolvere la questione.