Dalle scogliere oceaniche

St. Ives Gin, composto «a freddo»

La Cornovaglia sta rapidamente diventando l’epicentro del Ginascimento britannico ed è difficile tenere il passo con tutti i piccoli distillatori che stanno utilizzando la bellezza della zona, e le sue prolifiche specie botaniche locali, per trarne ispirazione.

St. Ives Gin.

FRIMSLEY — St Ives è uno dei gioielli della corona, là dove la penisola si assottiglia verso la punta estrema di Land’s End. Un tempo vivace porto di pesca, ora è fortemente dipendente dal turismo, soprattutto dei velisti, e può diventare scomodamente affollato in piena estate. Nel 2016 i cittadini hanno compiuto il passo insolito di votare il divieto di vendita per le nuove case della cittadina come seconde case per foresti, sperando di rendere le abitazioni accessibili alla gente del posto. Studi recenti hanno suggerito però che la mossa ha fallito il suo scopo, semplicemente spingendo coloro che sono alla ricerca di seconde case in altre parti della contea, riducendo le nuove costruzioni e aumentando ulteriormente i prezzi delle case.

Come suggerisce il nome, St. Ives Gin proviene proprio da St Ives ed è prodotto dai fratelli Thompson (St. Ives Liquor Co.) Sostiene di essere il primo gin composto «a freddo» della Cornovaglia. Ciò che distingue un gin composto a freddo è che lo spirito non è distillato: le essenze botaniche vengono semplicemente mescolate con uno spirito alcolico neutro. Molti appassionati sono un po’ prevenuti riguardo alla qualità di questi gin. Preferisco mantenere una mente aperta e sono pronto a giudicare i gin composti «a freddo» esattamente come faccio per i gin distillati: in base ai loro meriti.

Il gin utilizza tredici botaniche. Non esiste un elenco definitivo, ma tra le essenze impiegati, alcune delle quali raccolte sulla costa, dai giardini dei cottage e dalle scogliere, ci sono: basilico, rosmarino, timo, coriandolo, buccia d’arancia, pepe rosa, cardamomo, liquirizia, vaniglia e, ovviamente, ginepro. Ciò che è inconfondibile del prodotto finito, che ha un grado alcolico del 38%, è la sua tonalità dorata, piuttosto simile a un tè speciale, ma debole. Mi ricorda il colore del gin che ho provato a fare da zero: un esperimento che da allora non ho più ripetuto e che ha prodotto un effetto che può solo essere descritto onestamente come «esecrabile».

La bottiglia è elegante con una forma rettangolare, di vetro semplice, la spalla piatta e un collo di dimensioni moderate. Il tappo è di sughero e ogni bottiglia è contrassegnata con il proprio numero di lotto (la mia è del lotto 160). L’etichetta frontale ha uno sfondo turchese e un’attraente immagine pastello della città disegnata da Chris Thompson. L’etichetta sul retro informa che l’alchimia segreta di «erbe fresche e botaniche raccolte a mano crea un aroma di brezza marina, un gusto individuale e una tonalità dorata unica che amiamo. Ogni bicchiere, da ogni bottiglia, è realizzato da noi tre fratelli Thompson per garantire un colore, un sapore e una limpidezza a cui siamo orgogliosi di dare il nostro nome. Dall’inizio alla fine, sperimenta un gin fatto a mano veramente in piccoli lotti».

Al naso l’aroma è un insieme di vaniglia, agrumi e note erbacee. Nel bicchiere la prima sensazione è di un’intensa fumosità, seguita quasi immediatamente da consistenze più dolci prima che entrino in azione le sensazioni più calde e speziate del pepe in grani e della liquirizia. Il retrogusto è prevalentemente agrumato con un pizzico di coriandolo. Ciò che sembra mancare quasi completamente dal profilo aromatico è il ginepro e poiché si suppone che il gin sia prevalentemente a base di ginepro, trovo questo risultato sempre un po’ deludente.

La bevanda stessa era perfettamente accettabile, ma per qualcuno che non è così innamorato dei gin contemporanei come con altri stili sembrava un po’ troppo docile e sottotono. Ma se ti piace veleggiare tra gin a base di erbe e fiori, allora vale la pena esplorarlo.

Alla prossima volta, salute!

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