I pattini di Merlin

La prima impressione è quella che conta

Quasi sempre, la presentazione è tutto. Forse una delle dimostrazioni più catastrofiche di un’invenzione avvenne a Londra nel 1771 ad opera del geniale ingegno molto alla moda di John Joseph Merlin. Le ripercussioni furono tali che il dispositivo non vide più la luce per altri novant’anni.

 Thomas Gainsborough, ritratto di Jean Joseph Merlin (fonte en.wikipedia.org).

Nato a Huy in Belgio, John (Jean) Joseph Merlin studiò all’Academie des Sciences di Parigi, dove divenne presto famoso per la sua inventiva. Si trasferì a Londra nel 1760, inizialmente come consulente tecnico dell’ambasciatore spagnolo, ma nel 1766 stava lavorando con James Cox, gioielliere e orafo, nel ruolo che al tempo veniva definito con il termine oggi riduttivo di meccanico.

Merlin utilizzava la sua conoscenza sugli automi e della meccanica degli orologi, allora due campi tecnici molto di moda, per sviluppare una gamma di giocattoli e strumenti musicali innovativi, di cui sono rimasti i brevetti. Nel 1783 aprì, nella centralissima e molto aristocratica Hanover Square, un museo della meccanica in cui erano esposti molti dei giocattoli e degli oggetti che aveva sviluppato nel corso degli anni.

Fu un grande successo, la scrittrice Madame d’Arblay osservò che «Merlin era piuttosto di moda a Londra dove tutto era alla Merlin: sedie Merlin, [aveva sviluppato una sedia a rotelle, meccanica, per ammalati di gotta, n.d.a.]. Pianoforti Merlin, altalene Merlin … violini Merlin e piroli meccanici Merlin per violini e violoncelli».

La consacrazione di Merlin nell’alta società.

Era un buon amico del celeberrimo ritrattista Thomas Gainsborough, che ne dipinse un ritratto alquanto splendido, forse in cambio di uno dei suoi strumenti meccanici. Era anche un visitatore abituale della casa del grande musicologo Charles Burney (tra l’altro padre di Madame d’Arblay).

La figlia Fanny ha scritto che Merlin «è molto abile nella conversazione … esprime la sua opinione su tutti gli argomenti e su tutte le persone con la più palese libertà». Ma mostrando un atteggiamento un po’ all’inglese che prevaleva anche allora, ha notato che «sebbene di origine straniera, non gli mancano certo le parole, ma le dispone e le pronuncia in modo molto comico».

La frustrazione per i limiti che il bipedismo impone alla capacità di andare dal punto A al punto B il più rapidamente possibile è stato un problema che ha fatto spremere le meningi a molti inventori, portando allo sviluppo di biciclette, volo aereo, motori a vapore, sottomarini e via dicendo.

Merlin applicò la sua ingegnosità al problema di come accelerare la capacità dell’uomo di spostarsi. Il suo colpo di genio fu trasfomare i pattini da ghiaccio, dai quale rimosse la lama e la sostituì con un paio di ruote. Infilandoli ai piedi aveva realizzato e, naturalmente, brevettato il primo paio di pattini a rotelle.

Merlin era uno showman consumato e non poteva resistere all’opportunità di dimostrare i suoi pattini a rotelle in uno degli eventi più importanti della stagione londinese del 1771, una soirée a casa della signora Cowley (nota come Teresa Cornelys, veneziana, nata Anna Maria Teresa Imer; impresaria, amante e madre della figlia di Giacomo Casanova; morta in prigione per debiti) a Carlisle House (all’epoca il locale più chic di Londra). Per ottenere il massimo effetto, Merlin decise di fare il suo ingresso sui suoi pattini a rotelle mentre suonava il violino, e perché no?

Quello che è successo dopo si può trovare in Concert Room and Orchestra Anecdotes di Thomas Busby del 1805: «Non avendo dotato la sua invenzione di un sistema per rallentare la velocità, o di comandarne la direzione, si proiettò contro uno specchio del valore di oltre cinquecento sterline, atomizzandolo letteralmente, fece a pezzi il suo strumento musicale e si ferì infine molto gravemente».

L’incredibile ingresso in società dell’invenzione di Merlin rallentò lo sviluppo del pattino a rotelle di quasi novant’anni.

Nel 1863, James Plimpton, un americano, ebbe l’idea di uno pattino con quattro ruote per la stabilità e con assi indipendenti per la manovrabilità, che chiamò pattino a dondolo o rocker. Il dispositivo di Plimpton ebbe così tanto successo che il pattinaggio a rotelle decollò. Il progetto di Plimpton è quello ancora utilizzato oggi.

Vorrei proprio esser stato lì per vedere la dimostrazione di Merlino, però.

 

 

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Copertina di The Fickle Finger di Martin Fone.

I pattini di Merlin