L’è tutto sbagliato

l’è tutto da rifare

Nuove baruffe sul fantasma di Pantani

Fa discutere una singolare iniziativa dell’Ordine degli Avvocati di Padova, che ha deciso di darsi al teatro e di allestire uno spettacolo ispirato alla tragica vicenda del ciclista Marco Pantani. I legali della famiglia non hanno approvato il copione e si sono messi di traverso. Gli organizzatori si difendono sostenendo di aver voluto denunciare un presunto «linciaggio mediatico» nei confronti del ciclista. «Linciaggio» che in realtà non c’è mai stato.  

 

 

All’Ordine degli Avvocati di Padova –in evidente imbarazzo per mancanza di meglio da fare- è venuto lo sghiribizzo di organizzare uno spettacolo teatrale sulla pietosa storia del ciclista Marco Pantani. Idea pessima prima ancora che bizzarra. E non solo perché i riti della messa in scena non appartengono propriamente al novero dei compiti cui dovrebbe applicarsi l’ineffabile corporazione delle toghe, che meglio farebbe a tentar di tamponare il disastro della giustizia, in luogo di arrabattarsi con battute, copioni e riflettori.

In secondo luogo perché gli intenti degli organizzatori non sono convincenti. Specie quando si affannano a spiegare che non hanno scelto un nome celebre e discusso per fare sensazione. Al contrario, respingono sdegnosamente qualsiasi ipotesi di strumentalizzazione. Ma se sentivano la fregola di fare uno spettacolino su un ciclista, potevano anche scegliere, per dire, anche uno come Toni Bevilacqua da Santa Maria di Sala (1918-1972). Se però sceglievano Bevilacqua, che un campione comunque lo è stato, del loro spettacolino magari non parlava nessuno. Dettaglio non irrilevante.

Anche perché cercano di ottenere il consenso della famiglia di Pantani, inviandole in anticipo il copione dello spettacolo, e la famiglia lo gira a sua volta ai propri avvocati, i quali lo bocciano perché lo ritengono non in linea con le loro strategie processuali. Qui, prima che in teatro, finisce in farsa. Perché non si capisce per quale motivo uno spettacolo di teatro, figlio inevitabilmente di una realtà romanzata, dev’essere messo al servizio di una realtà giudiziaria. Uno spettacolo non è un processo. Inoltre, proprio perché si tratta di uno spettacolo, quindi di una fiction, non si capisce il bisogno che il copione debba essere condiviso con qualcuno. Vi fossero offese nel testo, o menzogne, la famiglia –come chiunque altro- ha tutte le possibilità di difendersi ricorrendo alle vie legali.

Ma il meglio –pardon, il peggio- deve ancora venire. Nel maldestro tentativo di replicare alle critiche (non previste) dei legali della famiglia, gli organizzatori cercano di spiegare che lo spettacolo è pro-Pantani e non contro, e ha l’obiettivo di denunciare (sic) il “linciaggio mediatico” al quale sarebbe stato sottoposto il ciclista Marco Pantani da Cesena (1970-2004). Ora, a parte il ritardo clamoroso di una denuncia per un fatto che sarebbe accaduto la bellezza di 18 (diciotto) anni fa (!) –ma bisogna capirli, gli avvocati sono abituati ai tempi biblici della giustizia- di quale “linciaggio mediatico” si parla? Dove lo hanno letto? Che film hanno visto?

La triste storia di Pantani i giornali e le televisioni l’hanno raccontata, com’era logico e doveroso. L’avranno raccontata bene o l’avranno raccontata male, ma l’hanno solamente raccontata. Nessun linciaggio. Di nessuno verso nessuno. E poi, che motivo ci sarebbe stato, verso una persona popolare e molto amata, nei cui confronti, al massimo, si è ecceduto per pietà? Se qualcuno, comunque, si fosse sentito offeso, aveva tutta la facoltà di querelare, gli avvocati servono a questo.

Era una brutta storia quella di Pantani. Se è finita male, non è stato certo per colpa dei giornali. I giornalisti fanno i giornalisti, i ciclisti facciano i ciclisti, gli avvocati gli avvocati, i giudici i giudici.

Aveva proprio ragione Ginettaccio Bartali, uomo e campione (1914-2000): “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”.

 

LA PAGELLA

Gino Bartali. Voto: 8

Toni Bevilacqua. Voto: 8

Ordine degli Avvocati di Padova. Voto: 4

Marco Pantani. Voto: nc

Legali di Pantani. Voto: 4

 

 

   

   

         

    

Tutto sbagliato tutto da rifare