Il vecchio dolce Tom
Un ottimo gin dal passato
Old Tom è una forma distintiva di gin, generalmente più dolce del London Dry. Trae la sua origine dalla pratica, iniziata nel XVIII secolo, di aggraziare i gin grezzi addolcendoli con liquirizia o zucchero.
FRIMSLEY — Si racconta che l’ingegnoso capitano Dudley Bradstreet, in seguito all’approvazione del Gin Act del 1736 (progettato per frenare il consumo di gin) avesse astutamente appeso all’ingresso del suo stabilimento londinese un’insegna di un vecchio gatto da strada (in inglese: tomcat). Sotto la zampa del gatto c’era una fessura in cui veniva lasciata cadere una moneta da un penny. Una volta ricevuta la moneta, Bradstreet versava una misura di gin attraverso un tubo di piombo direttamente nella bocca del suo cliente.
È probabile che il nome Old Tom derivi da Thomas Chamberlain, un distillatore dell’inizio del XIX secolo, che insegnò a Thomas Norris tutto ciò che sapeva. Norris aprì un gin palace in Great Russell Street, vendendo gin spillato da barili contrassegnati Old Tom. Si diceva che fosse un distillato di buona qualità.
Old Tom ha dominato la scena del gin per decenni, ma con il miglioramento delle tecniche di distillazione, c’era meno bisogno di aggiungere agenti dolcificanti e la popolarità di questo stile di gin è diminuita, i bevitori britannici preferivano infatti lo stile più secco di gin. Negli anni Settanta del Novecento era ormai quasi introvabile. Fortunatamente, il vecchio Tom ora sta assistendo a una timida rinascita.
Suppongo che se hai passato sessant’anni a vendere alcolici e liquori (come hanno fatto i bravi ragazzi dei Constantine Stores in Cornovaglia) dovresti aver accumulato sufficienti conoscenze per avere una buona possibilità di produrre un ottimo gin. Penny Drop Cornish Old Tom Gin, un nome che sposa lo spirito imprenditoriale del Capitano Bradstreet con un omaggio di passaggio a Thomas Chamberlain, è la versione di Mark e Andrew di questo stile di gin.
Lanciato alla fine del 2020, è prodotto — affermano i suoi creatori — dai migliori prodotti botanici selezionati a mano, tra cui: bacche di ginepro, semi di coriandolo, pepe nero, corteccia di cassia, vaniglia, olmaria, scorza di limone e bacche di olivello spinoso raccolte localmente. Per dare allo spirito quel pizzico di dolcezza in più aggiungono il miele Polwheveral, prodotto a Constantine. L’ultima volta che sono stato a Constantine ne ho comprato un barattolo ed è davvero delizioso (varrebbe la pena avere mal di gola per usarlo senza sensi di colpa). Il prodotto finito ha un grado alcolico del 40%.
La bottiglia è bassa e tozza, di vetro trasparente, con un collo largo ma corto e un tappo di sughero artificiale nero, ricoperto da una ceralacca d’oro (l’insieme, sebbene d’effetto, si è rivelato un po’ bastardo da aprire). L’etichettatura è distintiva, in stile quasi vittoriano, un mix di sfondi neri e turchesi e lettere bianche e dorate. Il fulcro della decorazione è una caricatura di un gatto che fa l’occhiolino, che attira chiunque passi ad assaggiare la merce. L’etichetta sul retro della bottiglia racconta la storia dell’ingegnosità di Bradtreet ed è intitolata «The Penny has Dropped» (che qui in Inghilterra usiamo anche per significare che, dai e dai, finalmente qualcuno ha capito qualcosa) .
All’apertura della bottiglia l’aroma era di ginepro e pepe con un caratteristico sentore di miele. Nel bicchiere non ha deluso il distillato cristallino, un mix meravigliosamente complesso ma ben equilibrato di ginepro, spezie, pepe e la dolcezza intrisa del miele. A differenza del caso con molti degli Old Tom che ho provato, il miele non ha sopraffatto gli altri botanici e sebbene indiscutibilmente dolce, lo posizionerei all’estremità più secca dello spettro Old Tom.
Un gin eccellente e un’interessante interpretazione dello stile Old Tom.
Alla prossima volta: salute!