Le tre categorie del Ginascimento
Haysmith’s Spiced Apple and Ginger Flavor Gin
Il Gin Act del 1751 fu una risposta piuttosto draconiana ed efficace ai mali sociali di cui era responsabile il consumo eccessivo di alcolici contrabbandati. È stato così efficace che ha messo fuori legge le distillerie di gin su piccola scala per oltre duecentocinquanta anni. Poi le cose sono cambiate…
FRIMSLEY — La legge è stata duramente contestata dai signori Sam Galsworthy, Fairfax Hall e Jared Brown, fondatori di Sipsmiths (la prima micro distilleria aperta nella Grande Londra in quasi due secoli); e nel 2009 la legge è stata modificata consentendo ai distillatori di piccoli lotti di operare nuovamente. Opportunamente, la prima distilleria con distillatore di rame a trarre vantaggio dal cambiamento della legge è stata proprio la Sipsmith.
Le serrate porte sono state divelte e spalancate e il Ginascimento è andato via via rafforzandosi. È interessante notare che, se si analizza il mercato, si può suddividerlo in tre categorie molto ampie.
La prima è la distillazione veramente su piccola scala: spesso avviata da uno o più appassionati di gin la cui vocazione per lo spirito liquido li incoraggia a sperimentare miscele di botanici (che alla fine diventano qualcosa di vagamente potabile) o a far risorgere vecchie ricette di famiglia oppure basate su una qualche associazione all’area in cui operano. Spesso questi marchi iniziano come una dichiarazione di amore e impegno prima di incontrare e talvolta adattarsi alle realtà della vita commerciale.
Spesso il problema con molti di questi gin è che non ci sono informazioni sufficienti sull’etichettatura per consentire al potenziale consumatore di fare una scelta informata sul probabile gusto e quindi pagare più di trenta sterline (che fanno trentacinque euro) per una bottiglia sembra piuttosto una scommessa a meno di non averlo già assaggiato prima; o di essere prodigalmente avventurosi.
Poi ci sono i grandi produttori di gin che hanno raccolto la sfida del numero crescente di piccoli distillatori di gin indipendenti aumentando il loro campo d’azione e lanciando una gamma più ampia di stili, facendo leva sulla loro già esistente reputazione di mercato. Hanno anche acquisito e inglobato alcuni degli indipendenti di maggior successo. Ironia della sorte, Sipsmith, che potrebbe ragionevolmente affermare di aver dato il via alla mania del gin del Ventunesimo secolo, è stata acquistata da Beam Suntory (la multinazionale statunitense terza produttrice mondiale di distillati, sussidiaria della Suntory di Osaka) nel dicembre 2016 per cinquanta milioni di sterline (quasi cinquantotto milioni di euro).
Il terzo filone sono le catene di supermercati che sono balzate sul carro offrendo gin infusi di botaniche varie ai loro acquirenti, spesso a meno della metà del prezzo che un prodotto simile costerebbe da un indipendente. Aldi (la multinazionale tedesca del discount, ALbrecht-DIscount) ha perfezionato questo approccio a puntino e, in tutta onestà, i loro gin sono impressionanti, spesso vincendo premi in concorsi e festival di gin. Il modus operandi di Aldi sembra essere quello di etichettare astutamente i loro spiriti con nomi di fantasia che suonano agli ignari come se provenissero da un piccolo distillatore. Uno di questi marchi è quello di Haysmith.
Il gin a cadere sotto i riflettori questa settimana è appunto Haysmith’s Spiced Apple and Ginger Flavor Gin, che si presenta in una bottiglia tozza con una spalla larga, un piccolo collo e sormontato da un tappo di sughero. L’etichetta anteriore riporta la raffigurazione artistica di uno bouquet di essenze botaniche, con mele e radici di zenzero in primo piano, nel caso in cui al consumatore sfuggisse l’idea. Il retro dell’etichetta, in stampa bianca che diventa progressivamente più difficile da leggere man mano che il contenuto si riduce, dice che il distillato fornisce «un gusto elegantemente morbido e complesso … meglio descritto come note appetitose di mela rossa succosa, sentori complessi di zenzero ardente, per finire con il classico aroma del ginepro».
Il distillato è di colore marrone chiaro, ricorda il succo di mela e al naso ha un profumo molto caratteristico di mela e zenzero. In bocca è molto appetitoso e lo zenzero è pronunciato, anche se non in modo sgradevole. È ben bilanciato con un forte retrogusto speziato ma il ginepro non è così pronunciato come avrei voluto. Se ti piacciono i gin aromatizzati e cerchi uno scaldino invernale che non bruci un buco in tasca, potresti trovare di peggio.
Alla prossima, salute!