Cinquina italiana

a Montecarlo

Al festival del circo

Con tre clown d’argento e due di bronzo, buon bottino degli artisti italiani alla rassegna più importante del mondo. Secondo posto per Bruno Togni con le sue tigri, Alex Giona con i suoi cavalli, e la troupe di trapezisti di Michael Martini. Terzo posto per i pappagalli di Elisa Cussadié e per le cinghie aeree di Kimberly Zavatta, tra i giovani. Molto rammarico per l’oro non concesso a Togni, con uno splendido numero di tigri. I trapezisti penalizzati per aver centrato il quadruplo salto mortale solamente una volta. Nell’insieme, un’edizione sottotono.  

MONTE-CARLO – Gli artisti italiani (ma non solo gli artisti) si sono sempre trovati perfettamente a loro agio sotto i cieli quasi sempre azzurri del Principato. E anche stavolta hanno fatto un buon bottino: ben cinque artisti dei sei italiani in gara sono riusciti a salire sul podio, portandosi a casa tre clown d’argento e due di bronzo. Niente male.

Ne avrebbe da gioire il presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni, che quest’anno sedeva in giuria. Invece sembrava appena uscito da un funerale di terza classe la sera dell’annuncio dei vincitori nel corso di un imbarazzante “cocktail party” sotto lo chapiteau di Fontvieille. Qualche ragione ce l’aveva. Perché l’Italia si aspettava due ori.

E se c’era poco da dire sugli errori dei trapezisti, i Martini (voto: 6,5) retrocessi al secondo posto dopo che Michael, l’ex bambino prodigio, aveva sbagliato il quadruplo cinque volte su sei, c’era molto da dire sull’oro non dato a Bruno Togni (8,5), il figlio di Flavio, che ha presentato un numero di tigri praticamente perfetto in tutti gli spettacoli, salvo un’unica sbavatura la prima sera. Averlo penalizzato per la scelta poco felice delle musiche è sembrata una punizione eccessiva.

Corretto viceversa –oltre che pienamente meritato-  il terzo argento italiano ai cavalli in libertà di Alex Giona (8), che ha replicato l’argento del 2009, guidato sempre dalla mano felice di Antonio Giarola, che si conferma come il miglior regista di spettacoli equestri a livello internazionale. Generoso il bronzo ai pappagalli di Elisa Cussadié (6). Chiude la cinquina italiana il bronzo nella categoria giovani, vale a dire ciò che è rimasto del festival “New Generation” quest’anno soppresso, al bel numero di Kimberly Zavatta (7) alle cinghie aeree. Il solo italiano fuori dal podio, il clown Lorenzo Carnevale (5,5).

L’unico clown d’oro assegnato quest’anno dal Festival più importante del mondo, giunto all’età di quarantacinque anni col fiato un po’ corto, per un’edizione che non sarà ricordata tra le più memorabili, è andato all’acrobata equestre René Casselly Jr (8,5), tedesco, già premiato con l’oro dieci anni fa insieme alla sua famiglia, per uno splendido numero con la sorella Merrylu e la fidanzata Quincy Azzario. Altri tre argenti (sei in tutto, troppi) sono andati all’ottima troupe di funamboli marocchini di Mustafa Danguir (7,5), agli spericolati Marina e Oleksei (“Secret of my soul”, 7) al cerchio aereo, e all’elegante verticalista ucraina Victoria Dziuba (6,5). Gli altri tre bronzi hanno premiato gli acrobati mongoli di “Mistery of gentleman” (6,5) e –a sorpresa- il lanciatore di coltelli brasiliano Alfredo Silva (6) e la troupe Bingo (6) che scende sulla pista monegasca da così tanti anni che risulta difficile considerarla in concorso. L’oro dei giovani, infine, è andato al delizioso filo molle della diciassettenne ucraina Ameli Bilyk (7).

Tra gli altri numeri, da segnalare la buona prestazione dei Black Blues Brothers (due premi speciali, 7) di Alessandro Serena. Curioso, infine, siano rimasti esclusi da ogni riconoscimento l’americano Wesley Williams (7,5) con il suo incredibile monociclo alto dieci metri, e l’illusionista svizzero Peter Marvey (8), un numero uno nel suo campo. Vero che la magia c’entra poco col circo, allora tanto valeva lasciarlo a casa. Per il resto, voti piuttosto bassi alla regia, alla conduzione (peggio che mai), all’orchestra. Nel meccanismo collaudato di Montecarlo qualcosa si è inceppato. Succede. Nessuno è perfetto (“A qualcuno piace caldo”, 1959).         

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Cinquina italiana a Montecarlo