Il Lunedì

Ultima stagione

Il tradimento di Montalbano

Roberto Bianchin

Ha suscitato scalpore e anche indignazione, come se fosse nuova, una notizia vecchia di tre anni fa: Salvo Montalbano, il commissario più amato dagli italiani, ha lasciato la sua eterna fidanzata Livia, per mettersi con una collega più giovane e carina. Ma questo era giù successo nel 2018, quando venne pubblicato il romanzo Il metodo Catalanotti, da cui è stato tratto l’omonimo sceneggiato televisivo. Solo che nessuno se n’era accorto. Se ne avvedono adesso perché lo vedono in tivù. Sarà perché nessuno legge più.

Il Lunedì

Addio Padania Bella

La fine dei riti celtici

Roberto Bianchin

Non è rimasto più nulla dell’immaginario Paese di Padania nato dalla sfrenata fantasia dell’Umbertone Bossi. Né dei suoi riti celtici, né delle sue stravaganti abitudini, né delle sue voglie di federalismo, secessione, indipendenza e quant’altro, con cui per anni ci hanno fracassato i sentimenti. Tutto dimenticato, buttato nel bidone delle immondizie. E sembra non importargliene più nulla nemmeno a quei leghisti che ci credevano davvero. Nostalgie? Nessuna. La Lega di oggi provoca lo stesso sentimento. Ribrezzo.

Il Lunedì

Chioggiotti della malora

Pedate razziste

Roberto Bianchin

Novità dal Belpaese: tra i vari tipi di razzismo spunta, a sorpresa, la variante chioggiotta. A rivelarlo, l’allenatore di una squadra di serie D accusato di atteggiamento razzista verso un giocatore albanese. Il mister si dice vittima a sua volta di espressioni ingiuriose perché chioggiotto. Graziato dalla giustizia sportiva, appena 4 mesi di squalifica ridotti a 2, è stato punito dalla Questura di Trento con un daspo di 5 anni. Un provvedimento che fa discutere.

Il Lunedì

I misteri di Bose

Mea culpa mea culpa mea maxima culpa

Roberto Bianchin

Cosa c’è dietro la sconcertante decisione delle gerarchie vaticane di cacciare il monaco Enzo Bianchi dalla comunità di Bose che egli stesso aveva fondato nel 1965. Accuse vaghe, fumose e poco chiare di «comportamenti abusanti». Serve chiarezza. Senza contare che il noto saggista e intellettuale non è un prete ma un monaco laico, e la sua comunità solo «un’associazione privata tra fedeli». Fastidiosa perché aperta alle donne e al dialogo tra fedi diverse.

Il Lunedì

Buongiorno commissario

Con quella faccia un po’ così

Roberto Bianchin

L’Italia ha di nuovo un governo. Un Premier apprezzato nel mondo. E ha estromesso i partiti politici dalla gestione e dagli affari della ricostruzione. Al via, un esecutivo di unità nazionale, troppo eterogeneo per compiere scelte politiche. Draghi dovrà porsi obiettivi limitati ma potenti: sconfiggere il virus e rilanciare l’economia del Paese. Ha tempo solo due anni. Poi è giusto, come si usa in democrazia, che la parola torni agli elettori.

Il Lunedì

Il paradosso di Venezia

Aspettando che tornino quegli odiati turisti

Roberto Bianchin

Con troppi turisti Venezia muore. Senza turisti Venezia muore lo stesso. Quello che sconcerta è che nell’anno trascorso dall’inizio della pandemia, a nessuno dei governanti della città lagunare sia venuto in mente di utilizzare questo periodo per riprogettarne il futuro, regolamentare un fenomeno destinato inevitabilmente a riproporsi, modificare gli accessi alla città, organizzare le prenotazioni, disegnare un destino che non sia solo quello da osti e locandiere. Il caso limite dello storico caffè Florian. 

Il Lunedì

Le gambe di Garrincha

Non ci posso credere

Roberto Bianchin

Un’inattesa rivelazione giornalistica, arrivata quasi quarant’anni dopo la sua scomparsa, ci racconta che Garrincha, il grande calciatore brasiliano due volte campione del mondo, considerato secondo solo a Pelè, non aveva soltanto una gamba più corta dell’altra (la destra, sei centimetri in meno, entrambe comunque moltissimo storte: vare), che era il trucco dei suoi dribbling inarrestabili, ma nascondeva anche un altro, inconfessabile segreto. I precedenti storici di personaggi leggendari come Francesco Frank Lentini e Myrtle Corbin.

Il Lunedì

Socialisti e comunisti

Cent’anni di solitudine

Filippo Turati

Senza la scissione di Livorno del 1921 tra socialisti e comunisti italiani, le cose forse sarebbero andate in un altro modo per le forze progressiste e per il Paese. Proviamo a rileggere, per capire, alcuni passi (molto profetici) del discorso che il deputato socialista Filippo Turati fece proprio al congresso di Livorno. Il Pci, nato per scardinare le istituzioni, fu poi determinante nella difesa della democrazia in Italia. Ma la sua troppo lunga dipendenza da Mosca ha frenato lo sviluppo di un’area progressista nel Paese e la possibilità dell’alternanza tra governi diversi.

Il Lunedì

Uccisioni preventive

Lo sterminio delle anatre

Roberto Bianchin

Stanno uccidendo in Francia centinaia di migliaia di anatre. Le autorità sanitarie dicono che è indispensabile farlo per evitare che il contagio dell’influenza aviaria colpisca tutti i cinque milioni di esemplari che vivono nel Paese. Bloccata per due mesi la produzione di foie-gras, una delle eccellenze culinarie francesi (pure molto discussa). Il nuovo virus, che colpisce anche polli e tacchini, si sta estendendo in tutto il mondo, dall’India alla Corea. Ci mancava anche questo. Sorprese di un viaggio tra Landes e Gers.

Il Lunedì

Cronache marziane

Non ho niente da fare assalto il parlamento

Roberto Bianchin

Nella terra ridente del Veneto felice (è solo un modo di dire, non è mica vero), c’è una televisione locale che ha la bella pensata di indire un dibattito intitolato Voi assaltereste il Parlamento?, e pone pertanto l’acuta domanda a una platea di piccoli politici locali di varie tendenze. Protestano i giornalisti dell’emittente e si indignano, con un comunicato di fuoco, l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti del Veneto. Hanno (ma solo in questo caso) perfettamente ragione: non è corretto che un concetto eversivo venga posto in pubblico come una domanda qualunque.

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