Amici del circo
tre salti mortali
contro la crisi

Il raduno del Cadec a Roma

Serviranno davvero i salti mortali per consentire al circo italiano di superare la crisi che segna il momento più difficile della sua storia proprio mentre si appresta a festeggiare i duecento e cinquanta anni di vita. La denuncia di una situazione molto critica nelle parole del presidente del Club Amici del Circo, Francesco Mocellin, e del presidente dimissionario dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, in occasione del raduno annuale dell’associazione presso il circo Rony Roller a Roma. La questione della legge appena varata dal Parlamento.

ROMA – Il circo moderno compie gli anni. Ne fa duecentocinquanta l’anno prossimo, ed è già un miracolo che sia arrivato a questa età -sia pure con qualche smagliatura addosso- a dispetto della nascita di altre forme di spettacolo, come il teatro, il cinema, la televisione, e infine internet, che avrebbero potuto seppellirlo e invece non ci sono riusciti. Vuol dire che lo spettacolo del circo ha ancora, nonostante tutto, un senso. Quindi è giusto che si festeggi. Comincerà Montecarlo, a gennaio, con un’edizione storica, e ancora più lussureggiante del solito, del suo celebre festival.

Certo che il clima, sotto gli chapiteaux, non è dei migliori. “La tendenza per i circhi è negativa in tutta Europa, e il momento è molto difficile”, ha esordito Francesco Mocellin, presidente del Cadec, aprendo il quarantaquattresimo raduno del Club degli Amici del Circo sotto il tendone del circo Rony Roller. “La situazione attuale è molto triste, e purtroppo non ho più molta fiducia”, ha aggiunto Edoardo Vassallo, il “Patriarca” del Rony Roller. “Non ci sono le condizioni minime per affrontare le prossime, durissime battaglie che ci attendono”, ha rincarato la dose il presidente dimissionario dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni.

Il punto di svolta è la legge appena approvata dal Parlamento sul riordino del settore dello spettacolo dal vivo, che al circo dedica solo poche righe, e soltanto per dire che bisogna andare verso il “graduale superamento” della presenza degli animali nel circo. Nulla sui problemi del settore, sulla difesa dei suoi valori come dei suoi spazi, non parliamo di stanziamenti né di piani di rilancio. Una mezza vittoria, comunque, dal momento che le pressioni delle potenti associazioni animaliste chiedevano la “eliminazione” degli animali dai circhi e pretendevano anche tempi certi perché questo avvenisse. La formulazione uscita invece è una scatola vuota che non dice e non impone nulla. Ma lancia la palla al prossimo Parlamento.

“Si tratta di una formulazione che al momento non ha alcun significato concreto –ha spiegato Mocellin- ma che un domani potrebbe averlo. E non sarebbe probabilmente positivo”.
Di qui le dimissioni di Buccioni, “che non sono il capriccio di una signorina –ha spiegato lui stesso- ma la fotografia di una categoria che si è persa per strada”. C’è amarezza e c’è orgoglio nelle sue parole. C’è l’orgoglio di aver portato il mondo del circo a protestare in piazza per ben tre volte contro quella legge (“non era mai successo”), e c’è l’amarezza perché non è bastato. “Io ho portato la barca in porto, non certo come avrei voluto, ma l’ho portata, e ora la lascio nelle condizioni di poter combattere una nuova guerra”.

Quella che si è appena conclusa è stata dura, difficile, segnata anche dal rammarico di “aver visto molta poca gente intorno a me”, dal mondo politico allo stesso mondo circense fino all’opinione pubblica, e attraversata da momenti di scoramento in cui “forte è stata la tentazione di abbandonare la nave, anche perché mi sono trovato in condizioni molto al di sotto del limite della decenza, nel combattere questa guerra ad armi impari, con una categoria smarrita e i fondi dell’Ente Circhi prosciugati”.

Un’altra conseguenza negativa di questa situazione complessiva di depressione sul pianeta circo, è anche la morte annunciata della rivista mensile “Circo”, proprio nell’anno che “festeggia” il suo cinquantenario. La rivista, che è stata per decenni uno strumento informativo importante, sopravviverà –forse- solo con due numeri speciali l’anno. Un altro tragico errore. La rivista andava certamente ripensata, adeguata alle nuove sfide, proiettata verso l’esterno. Non soppressa. E proprio nel momento in cui c’è più bisogno di comunicare la cultura e i valori delle arti circensi, anche per controbattere la dannosa tempesta di menzogne e false notizie.

La disamina, schietta, degli acuti problemi del presente non ha peraltro privato del suo buonumore la festosa giornata del raduno annuale degli appassionati di circo, che si è chiusa comunque con note molto positive, come l’ingresso di una giovane donna, Roberta Giordano, nel consiglio direttivo del Club, come la calda accoglienza della famiglia Vassallo, come il banco dei libri circensi di Filippo Riminucci, come lo spettacolo, piacevolissimo, del circo Rony Roller, e le parole di chiusura del presidente Mocellin, che sa bene che il circo potrà anche soffrire, e molto, come sta accadendo, ma che non morirà per questo. Perché “il tempo del circo è sempre il futuro”.

LA PAGELLA

Club Amici del Circo: voto 8
Circo Rony Roller: voto 8
Filippo Riminucci: voto 8

Il marchio del Club Amici del Circo (fonte: Cadec).

Amici del circo tre salti mortali contro la crisi