Venezia derubata

Le impercettibili ma devastanti alterazioni della realtà

Presi come siamo dalle incombenze quotidiane nemmeno ci accorgiamo come quotidianamente la città viene spogliata e impoverita del suo arredo urbano, tra restauri e lavori dissennati e furti veri e propri.

VENEZIA — Insieme agli abitanti che emigrano in terraferma, da Venezia scompaiono un po’ misteriosamente pezzi dell’antica città. La pavimentazione di campi e calli è continuamente rimossa per nuove tubature o restauro, le pietre vengono diligentemente ammonticchiate ai margini di calli e nascosti campielli e poi scompaiono sostituite da leggere tavelle di inconsistente spessore che i carretti rompono in breve tempo.

La piazza San Marco aveva bei masegni di trachite che nei giorni di pioggia risplendevano di sfumature di colore che andavano dal grigio al verde con striature ruggine. Ora brutte pietre grigie già rovinate dalla salsedine formano un piano uniforme ravvivato soltanto dal motivo delle bianche strisce marmoree anch’esse già rotte e fessurate in molti punti. Se la piazza è in queste condizioni si può facilmente immaginare come siano ridotti luoghi più periferici.

Molte parti della fondamenta della Misericordia è stata cementata, altri nascosti campielli sul cemento recano la scritta «provvisorio» da ormai quasi due anni. Oltre alle pietre della pavimentazione scomparse o in altro modo sostituite anche i tombini di scolo delle acque non son più quelli d’un tempo. Ogni pozzo ne aveva da tre a quattro di marmo bianco o rosato con fori ampi e irregolari, ora alcuni pozzi, come le due settecentesche vere di campo Santa Maria Formosa, nemmeno uno, quando invece in alcuni campielli sono rimasti soltanto i tombini, ma senza pozzo.

Sono risultati altresì appetibili a questi ignoti predatori anche i più volgari, piccoli, innocui tombini di scolo delle acque piovane ai margini delle strade, anch’essi di marmo bianco, anch’essi sostituiti da volgari pietre grigie.

Davanti alle chiese, tutte le numerose, splendide chiese veneziane, il suolo era delimitato da strisce di marmo bianco, che indicavano lo spazio sacro di rispetto attorno alla chiesa; molti edifici religiosi non ne recano più memoria.

Come se tutto ciò non fosse già abbastanza demoralizzante, il nuovo che avanza è costituito solo da grandi firme e dall’onnipresente Benetton che non costa più poco e quindi non va più benon.

Purtroppo, oltre agli elementi lapidei sono stati prese di mira anche le ringhiere di ferro, le colonnine poste a intervalli regolari spesso non hanno più il loro elegante bombato coperchio terminale e molti elementi mancanti dei parapetti di ferro non sono stati sostituiti.

La mirabile città dei veneziani caratterizzata nel periodo gotico dal rosso mattone delle chiese e delle strade, rivestita nel primo rinascimento di marmi colorati nelle eleganti chiese dei Miracoli e di San Zaccaria, speriamo non lasci il passo al plumbeo grigio cementizio massivamente concretizzato nel palazzetto dello sport dell’Arsenale.

Nella galleria fotografica alcuni esempi raccolti con l’aiuto della nostra più giovane collaboratrice: la piccola Agata.

Venezia derubata