Macbeth testa di legno

Al Piccolo Teatro di Milano

Uno dei più celebri drammi di Shakespeare, il Macbeth, messo in scena in una riduzione per marionette dalla celebre compagnia Carlo Colla & Figli. Stupisce la bravura dei dieci marionettisti, tra cui il leader della compagnia Eugenio Monti Colla, come la bellezza delle scene, delle ambientazioni e dei costumi. Ma l’operazione non convince fino in fondo. Appare troppo ambiziosa, talora leziosa. E i sulfurei personaggi shakespeariani non appaiono sempre in sintonia con l’universo magico e fantastico delle strepitose teste di legno.

MILANO – Che le marionette non siano uno spettacolino per bambini, ma uno spettacolo per adulti al quale possono assistere anche i bambini, non è propriamente chiaro a tutti. Specialmente quando le marionette non si cimentano in favole o in farse, e non si rincorrono schiamazzanti e armate di nodosi bastoni, ma mettono in scena, e per la durata di due ore, nientemeno che il drammone del Macbeth di Shakespeare, dove non ci sono bastonate e tantomeno risate.

Succede al Piccolo Teatro Grassi di Milano, dove la pregiata Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli, erede di una tradizione leggendaria, ha rivisitato a modo suo un lavoro che aveva già sperimentato nel 2007 allo Shakespeare Theater di Chicago, e poi portato con successo fino a Broadway. Anche a Milano, dove i Colla sono di casa, lo spettacolo ha avuto un buon successo.

Qualche perplessità rimane, peraltro, sulla bontà della scelta del Macbeth. Un dramma ostico. Molto lontano dall’universo dalle marionette. Perché se brillano, come di consueto, la grande abilità dei dieci marionettisti allineati sul ponte di manovra e svelati a fine spettacolo, come la fantasia e la bellezza delle soluzioni scenografiche create su livelli diversi, e il gran numero di marionette sulla scena, non convince del tutto il matrimonio con il dramma shakespeariano, che rimane spesso sullo sfondo, quasi slegato, troppo distante, e risulta talora lezioso, e qualche volta noioso. Anche la recitazione, troppo scolastica, pur se fatta da attori, non aiuta.

Va detto, in realtà, che fin dalla prima metà dell’Ottocento il dramma shakespeariano ha sempre trovato posto nel repertorio del teatro marionettistico italiano di tradizione. In quel periodo infatti la funzione primaria delle compagnie era portare le notizie di ciò che accadeva in campo sociale e politico e diffondere i grandi classici del teatro, della letteratura e dell’opera lirica. Così, insieme ai testi di Goldoni, Goethe, Schiller, anche i drammi di Shakespeare diventano patrimonio drammaturgico di questo particolare linguaggio teatrale.

Si tratta dei testi più conosciuti, caratterizzati da una forte drammaticità, con una trama facilmente comprensibile dal pubblico eterogeneo che affollava le sale dei primi teatri di marionette e i luoghi per spettacolo dei piccoli centri e delle campagne. Così Otello, Romeo e Giulietta, e Macbeth entrano nel vasto repertorio delle marionette, al quale rivolge la propria attenzione anche la compagnia dei Colla.

“Rinnovare oggi una scelta di questo genere non coincide con un’operazione filologica o museale – spiega Eugenio Monti Colla, anima della compagnia e in palco anch’egli come marionettista – ma è celebrare la potenzialità della marionetta quale attore virtuale, contemporaneo elemento metafisico nell’affrontare tematiche e ruoli di grande impatto culturale ed emotivo. Basta pensare che i personaggi sono costruiti con bocca e mani mobili per ottenere una gestualità stilizzata ma tale da rendere il pathos delle situazioni drammatiche”.

LA PAGELLA

Macbeth, Compagnia Carlo Colla & Figli: voto 7

www.piccoloteatro.org

Un momento del Macbeth dei Colla (www.milanotoday.it)

Macbeth testa di legno