La storia del gioiello
italiano del novecento
Una complessa ricerca di gioielli originali
Al Museo Poldi Pezzoli di Milano un’interessante esposizione racconta la storia del gioiello italiano attraverso un excursus di centocinquanta pezzi provenienti da collezioni private mai esposti. Dall’Ottocento a tutto il Novecento, dalla dipendenza stilistica ai modelli francesi a cavallo tra i due secoli alla creazione originali, anche secondo tradizione. Fino al 20 marzo.
MILANO — Centocinquanta opere provenienti da manifatture dall’Ottocento al Novecento italiane raccontano lo stile, il gusto, la fantasia, la creatività, l’originalità dei maestri dell’arte orafa. Sono esposte nei prestigiosi spazi espositivi del Museo Poldi Pezzoli a Milano. Una rassegna questa che documenta le molteplici tappe creative dell’evoluzione dei gioiello attraverso un iter tecnico e compositivo davvero unico.
Diverse sono le fogge dei gioielli in mostra: a partire dalle splendide tiare in brillanti, i diademi dagli sfavillanti bagliori e lungo le sezioni espositive la serie d’anelli, bracciali, collane, spille, orecchini e molteplici decori dalle diverse forme.
Spesso i gioiellieri italiani – si scopre – non conservavano i disegni, i progetti delle loro realizzazioni e quindi alle volte è difficile risalire all’autore delle creazioni. Il gioiello-diadema veniva indossato per le cerimonie importanti e così collane, orecchini, decori per le acconciature delle prime del Teatro alla Scala, feste di rilievo private oppure normali ornamenti di routine.
La storia delle maestrie italiane, forse non ancora valorizzate quanto meriterebbero, e in particolare quelle dell’arte orafa ricostruita ora, attraverso un’attenta analisi effettuata dalla storica del gioiello Melissa Garbari, curatrice della mostra.
Nella prima metà dell’Ottocento l’ispirazione creativa era tratta dal gusto francese, dai virtuosismi stilistici dell’Art Déco, dalla sinuosità del Liberty. Ma ben presto il gusto italiano se ne distacca creando oggetti davvero originali. Ne è l’esempio Gianmaria Buccellati raffinatissimo autore di gioielli in oro, platino, pietre preziose per non parlare delle inedite e sofisticate lavorazioni create interamente in corallo dei preziosi appartenenti alla fantasia della famiglia Ascione sino ai celebri bracciali di Alfredo Ravasco datati 1925. Tra gli orafi riscoperti anche due artiste dai nomi d’arte Orisa e Margherita delle Gioie molto attive attorno alla metà del secolo. Complessa è stata la ricerca – da parte della curatrice – di gioielli perfettamente integri, originali perché nel corso degli anni c’era l’abitudine di modificarli, a seconda del gusto, delle mode, degli abiti a quali si abbinavano.
La sezione dedicata alla ricerca del gioiello-design vede in primo piano la Scuola Orafa di Padova e parallelamente, le opere realizzate dal gioielliere romano Mario Masenza traduttore di esemplari disegnati da artisti del Novecento come Afro Basaldella o i fratelli scultori Arnaldo e Giò Pomodoro.
Non poteva mancare nell’ambito di questo entusiasmante storia sul gioiello, la presenza in mostra delle celebri spille-Moretto di Venezia create nel 1947 dai gioiellieri Nardi di Venezia.
Il settecentesco Palazzo Poldi Pezzoli sede del omonimo Museo è una dimora acquisita da Giovanni Pezzoli antenato di Gian Giacomo Poldi Pezzoli alla fine del’700. Riadattato in stile Neoclassico dall’architetto Simone Cantone presenta degli spazi realizzati da giardini all’inglese ricchi di statue e fontane.★
Museo Poldi Pezzoli
La storia del gioiello italiano
Sino al 20 marzo 2017
Via Manzoni 12, Milano
Orari: da mercoledì a lunedì 10-18. Chiuso martedì