Il domatore
di Lendinara
Un premio letterario internazionale
Nell’antica Atene del Polesine, com’era chiamata un tempo la cittadina di Lendinara in provincia di Rovigo, si svolge ogni anno un prestigioso premio letterario internazionale dedicato alla narrativa, alla poesia e alla saggistica, ideato e condotto dalla scrittrice, saggista e poetessa Angioletta Masiero, infaticabile organizzatrice di importanti eventi culturali di qualità. La sezione dedicata alla narrativa è stata vinta quest’anno dallo scrittore Roberto Bianchin con il romanzo «Il domatore di principesse» edito da I Antichi Editori. Più di quattrocento i volumi in gara. Il premio è stato dedicato dal vincitore al grande scrittore Gian Antonio Cibotto.
LENDINARA (Rovigo) – Un altro premio letterario quest’anno per lo scrittore Roberto Bianchin. Dopo il prestigioso Premio Cibotto, conquistato a maggio con il romanzo “Il padrone delle nuvole” (I Antichi Editori), domenica 14 ottobre ha ottenuto un altro importante riconoscimento, il premio “Locanda del Doge”, con un altro suo romanzo, “Il domatore di principesse”, edito sempre dagli Antichi.
La cerimonia, allietata dalle musiche di un omaggio a De Andrè eseguite da Andrea Bagno (chitarra e voce) e Walter Sigolo (fisarmonica), si è svolta nello splendido Palazzo Boldrin di Lendinara, sede della “Cittadella della Cultura”, alla presenza di un pubblico folto e appassionato, delle autorità locali, del professor Luca Colferai Direttore degli Antichi Editori, e della madrina del Premio, l’affascinante Marchesa Francesca Paola Montagni Marchiori, discendente dell’illustra casata lendinarese. A consegnare i premi, la presidente della giuria e ideatrice dell’evento, la scrittrice, saggista e poetessa Angioletta Masiero, appassionata e infaticabile organizzatrice di eventi culturali di alta qualità. Più di quattrocento, i libri in concorso.
“Roberto Bianchin ci presenta un’appassionante storia d’amore –ha scritto nella motivazione del Premio- che dal presente srotola, come in una pellicola cinematografica, i vivissimi ricordi del passato, ambientata nell’affascinante ma duro mondo del circo. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato per lo stile narrativo fluido che cattura il lettore e lo fa amare, gioire, soffrire, gli fa vivere in una favola i sentimenti e le emozioni della principessa Michelle e del domatore di elefanti, gentiluomo Philippe. Un romanzo intenso, ispirato a una storia vera”.
Roberto Bianchin, che ha dedicato il Premio alla memoria di Gian Antonio Cibotto, il grande scrittore che proprio qui a Lendinara accompagnò nell’ultimo viaggio l’estate dello scorso anno, ha prevalso su Christian Spinello, arrivato secondo con “Sotto il peso delle nuvole”. Al terzo posto, sempre per la sezione narrativa edita, Paolo Casadio con “Il bambino del treno”, al quarto Maria Primerano con “Le indemoniate”, al quinto Sergio Cova con “Il Modigliani perduto”. La sezione dedicata alla saggistica è stata vinta da Carlo Maria Grillo con “Vendetta …e dintorni”, quella per la poesia da Roberto Lachin con “Omnibus”.
Il romanzo “Il domatore di principesse” inizia con un vento dispettoso che spinge tra le ruote del passeggino di un’elegante signora di mezza età che sta portando il nipotino a passeggio sul lungomare, un volantino stropicciato e scolorito dalla pioggia. Michelle, questo il suo nome, principessa inquieta di un antico e importante casato, ha un tuffo al cuore. Quel volantino, che fa pubblicità a un circo equestre dal nome famoso, che in questi giorni si è attendato in città, le ricorda qualcuno: le ricorda Philippe, un fascinoso domatore di elefanti, che fu il grande amore della sua vita. Un amore naufragato ma mai dimenticato. Incerta se andare a rivederlo e ad incontrarlo dopo tanto tempo, Michelle vive giorni pieni di un’ansia che non si sarebbe più aspettata di provare.
Cerca in tutti i modi di scacciare il ricordo di lui, e invece quel ricordo torna prepotente ad affacciarsi alla sua mente ogni minuto del giorno e della notte. Finché decide di fargli avere un messaggio. Criptato. Ma lui capisce subito che è lei. Non può essere che lei. Ma perché è tornata? Si tormenta. Quel messaggio riapre le porte del passato. Il domatore e la principessa, pur senza incontrarsi, riavvolgono il film della loro vita. E rivedono, uno per uno, tutti i fotogrammi di quella straordinaria avventura che fu il loro tenero, grande, grandissimo amore. Una storia profonda, ma difficile, contrastata, che provocò disordini e scompigli, spezzò famiglie e diede scandalo in tutte le principali corti d’Europa.
Alla fine, il giorno prima che il circo riparta, decidono di rivedersi. Dopo tanti anni si incontrano di nuovo negli stessi luoghi del loro primo incontro. E lui avrà da lei, per la prima volta, una rivelazione inaspettata. Michelle gli racconterà una vicenda, riguardo alla loro relazione, che fino a quel momento, per pudore, per rabbia o per paura, gli aveva sempre taciuto. Philippe rimarrà molto scosso. E la storia, come la loro vita, si avvierà a questo punto verso un inatteso, sorprendente epilogo.
“Un romanzo bellissimo che ogni appassionato di circo avrebbe voluto scrivere, e che è un atto d’amore verso il circo”, ha scritto sulla rivista “Circo”, recensendo il volume, il professore Alessandro Serena, storico del circo e docente di arti circensi all’Università Statale di Milano.
«Una favola in cui la poesia dei sentimenti e la sensibilità per lo spettacolo circense si elevano a letteratura», l’ha definita il regista Luca Verdone, che al mondo del circo ha dedicato un film bellissimo, e molto ispirato, come «La meravigliosa avventura di Antonio Franconi», con uno strepitoso Massimo Ranieri nella parte del protagonista, un artista di strada che alla fine del Settecento partì dal Friuli e andò a Parigi dove, tra i bagliori della rivoluzione francese, inventò lo spettacolo del circo moderno.
LA PAGELLA
Premio letterario “Locanda del Doge”. Voto: 8