Furgoni gastronomici
alla conquista
di Manhattan
Nella spietata lotta per la sopravvivenza culinaria appare una nuova specie
Il cibo da strada newyorchese è un’ecologia bizzarra. Per anni dominata da un’unica specie estremamente specializzata, con un sottobosco di creature quasi insignificanti e rassegnate alla sopravvivenza, oggi è preda di un’invasione senza precedenti. Una nuova specie, allogena e particolarmente aggressiva, si sta diffondendo a macchia d’olio.
NEW YORK — Una volta, nei bei tempi andati — parliamo di due anni fa al massimo — il furgoncino alimentare era un genere con una sola specie. Dotato di una livrea bianca blu e rossa, è noto per il suo inconfondibile richiamo ripetitivo adorato da tutti i bimbi, temuto e disprezzato dai loro genitori, abusato da tutti i registri e scrittori di paura. I furgoncini Good Humor dal 1920 hanno distribuito per le strade degli Usa tonnellate di gelato industriale in tutte le forme: coni, coppette, con e senza stecco. Il loro caratteristico stemma odierno, una spirale rossa a forma di cuore, è guarda caso lo stesso di un’altra grande marca italiana di gelato di massa: dato che entrambe le aziende (e moltissime altre nel resto del pianeta) sono possedute dalla tentacolare Unilever, primo produttore mondiale di gelati e terzo nel settore alimentare. I furgoncini del gelato Buon Umore erano fino ad alcuni mesi gli incontrastati dominatori degli incroci di New York.
Poi, ecco: all’improvviso una svolta epocale nell’evoluzione. Nuove specie compaiono ogni settimana a contendersi le risorse apparentemente rigogliose dell’ecosistema dello street-food, trasformandolo in una giungla traboccante di furgoni gastronomici della più impensabile varietà. Tacos messicani, caffè ecosolidale con cupcake organici, gelato artigianale biologico di Brooklyn, grigliate coreane, involtini indiani, aragoste atlantiche, gaufre belgi, crêpe parigine e molto molto molto ancora. Strombazzano la loro presenza, e la tuittano e feisbuccano anche ovviamente su internet, ed ecco che branchi affamati di newyorchesi in pausa pranzo arrivano attirati dal richiamo.
Da sempre il sottobosco del cibo stradaiolo cittadino è stato rappresentato dalle antiche specie autoctone da marciapiede: i carretti a trazione umana che vendono cibi ormai tradizionali come gli hot dog o i pretzel, ma i furgoni gastronomici si presentano come una specie molto aggressiva e soprattutto invasiva, nata e cresciuta in un altro ambiente completamente diverso. Il brodo primordiale da cui emersero per la prima volta sono infatti le strade assolate di Los Angeles, dall’altra parte del continente. Là, all’incirca dieci anni fa, si sono visti apparire i primi furgoni gastronomici di cibo coreano-messicano: vendono una curiosa e piccante combinazione di tacos e grigliate coreane condite con kimchi (classica immancabile preparazione di verdure fermentate con spezie, soprattutto cavolo e peperoncino).
Da allora, l’invasione continua. E d’altronde, visti i prezzi stellari del mercato immobiliare di New York, i furgoni sembrano proprio una nicchia ecologica ideale per una rapida nuova evoluzione del gusto. ★
Nella galleria alcuni esemplari di furgoni gastronomici per le strade di Manhattan
foto di Michael Krondl per Il Ridotto
(traduzione e adattamento di Luca Colferai)