In Acta
est Capriccio Etico
Il Parlamento Europeo ha respinto il trattato anti-contraffazione e anti-pirateria Acta con larghissima maggioranza
Con 478 voti favorevoli, 156 astenuti e 39 contrari, l’Unione Europea ha respinto — per il momento — il trattato che attribuisce l’intera responsabilità per la circolazione di contenuti ritenuti illeciti a piattaforme come Facebook o YouTube. Assieme ai servizi che forniscono l’accesso alla rete, tali piattaforme non potranno operare alcun controllo preventivo con l’applicazione di filtri e censure incompatibili con l’esercizio di libertà fondamentali degli individui. Il più massiccio tentativo di distruggere la rete libera e aperta così come l’abbiamo conosciuta fino ad ora è, dunque, fallito. Bocciato il trattato anti-contraffazione che sotto il vessillo della difesa dei diritti d’autore lasciava mano libera ai privati nel controllo della libera espressione del pensiero, consentendo di fatto una censura immediata e incontrollata al di fuori delle leggi vigenti.
RIGA — Non ce l’ha fatta Acta, latineggiante acronimo di Anti-Counterfeiting Trade Agreement, malgrado i tanti attacchi a siti istituzionali da parte del network di hacker Anonymous. L’accordo firmato a Tokyo il 26 gennaio 2012 da quaranta Stati sovrani e appoggiato dalla Commissione Europea, è sato quindi respinto, forse anche per merito di una petizione internazionale di due milioni ottocentomila sottoscrittori, oltre alla notevole campagna di stampa contraria (questa testata è stata tra i primi). L’accordo verrà così adottato solo dall’Australia, il Canada, il Giappone, la Repubblica di Corea, dal Messico, il Regno del Marocco, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Singapore, la Confederazione svizzera e gli Stati Uniti d’America.
Una lunga trattativa internazionale voluta da associazioni come la Riaa, acronimo di Recording Industry Association of America, aveva iniziato nel 2009 a sostenere che l’unica strada possibile per arginare la pirateria era chiamare in causa chi fornisce l’accesso al web e chi offre gli strumenti per condividere i contenuti. Ma già nel 2010, quando erano diventati di dominio pubblico i dettagli del trattato, l’Acta aveva sollevato parecchie perplessità dando inizio alla serpeggiante protesta del gruppo Anonymous ai suoi attacchi. Forse il rifiuto da parte dell’Unione Europea di ratificare una legge potenzialmente liberticida sostiene più i grandi siti (liberandoli dall’incubo di dover controllare i contenuti ospitati) che i singoli cittadini (per i quali, comunque, la pirateria — in senso più o meno ampio secondo l’isteria dei governi e la loro acquiescenza alle major — resta un reato punito anche severamente) in ogni caso rappresenta una vittoria del diritto.
Tutto da rifare, quindi, per la tutela senza confini dei materiali protetti e la regolamentazione ad hoc del mondo di internet.
A futura memoria iconografica delle gesta e delle opinioni del guerrigliero Anonymous la pittrice lettone Ilze Jaunberga ha concepito e realizzato un grande dipinto intitolato In Acta Est Capriccio Etico, fotografato in corso d’opera nell’atelier dell’artista: sarà la guest star di una esposizione personale che sarà inaugurata l’8 agosto 2012, allestita in uno spazio dell’Happy Art Museum a Riga. ★