Oltraggio secessionista

Ancora? All’inizio sembrava un perfetto pesce d’aprile, fatto apposta per ingannare tutti. I secessionisti veneti ricostruiscono un carrarmato trattore con l’intenzione di invadere di nuovo Piazza San Marco, in un’azione dimostrativa. Incredibile: dopo quasi vent’anni, la stessa solfa da idioti. E invece no. Era tutto vero. Perfino l’alleanza con criminali albanesi per le armi leggere.

Ventiquattro arrestati. Con accuse molto pesanti. Per un’azione dimostrativa armata a Venezia, in Piazza San Marco, vicino ai giorni delle elezioni europee. In Piazza San Marco: non a Casale di Scodosia dove il trattore con cannoncino da dodici millimetri era in difficoltosa costruzione, né a Treviso, né a Padova, né a Belluno, né a Vicenza, né a Rovigo, né a Verona e nemmeno nell’isola di Mal di Ventre in cui un sardo secessionista è ministro dell’agricoltura della agguerrita Repubblica Indipendente di Malu Entu. In Piazza San Marco.

Venezia è ormai il luogo dove si concentrano tutte le più orribili e ributtanti schifezze della contemporaneità, e Piazza San Marco, che di Venezia è il cuore, è lo scenario elettivo di qualsiasi imbecille che si creda di avere qualcosa da dire. In città si susseguono da anni: manifestazioni sportive da dopolavoro parrocchiale; concerti musicali di gruppi decotti e inascoltabili; eventi d’arte contemporanea di ignobile impatto visivo; manifestazioni politiche sindacali di qualsivoglia microscopico orientamento isterico.

È il risultato appariscente del degrado profondo cui siamo stati ostinatamente indotti da una inetta classe dirigente cittadina. La struttura sociale urbana è stata cancellata da decine di alberghi di lusso, di negozi grandi firme; da centinaia di alberghetti pensioni affittacamere foresterie; da migliaia di negozietti di paccottiglia prodotta negli schiavifici cinesi; da bugigattoli di specialità alimentari di fantasia; da miriadi di negozi di borse borsette cinture e cinturini.

E come se non bastasse gli ultimi veneziani devono subire l’affronto di un manipolo di secessionisti cialtroni che intendono sfregiare il cuore della città con un’ideologia priva di qualsiasi base storica culturale etnica linguistica sbarcando di nuovo (dopo diciassette anni) in Piazza San Marco a Venezia per reclamare con accento campestre un’indipendenza che sicuramente la Serenissima Repubblica non avrebbe loro concesso. Il tutto sventolando impunemente un vessillo che non appartiene a nessuna idea politica — tanto meno ad un guazzabuglio di violenza eversiva quale quella degli arrestati — ma solo alla storia di Venezia.

Di cui gli eversori non hanno sicuramente mai letto nemmeno una riga. ★

Canaletto, Piazza San Marco con la Basilica (1730, Fogg Art…

Oltraggio secessionista