Laguna nel bicchiere,
un’altra Venezia
è possibile?

Alla scoperta del vino prodotto dalle vigne cittadine

Nei giardini, nei pergoli, sui terrazzi, nelle corti crescono da sempre delle vigne, più selvatiche che domestiche. Curarle, vendemmiarle, vinificarle è il compito del libero sodalizio «Laguna nel bicchiere, le vigne ritrovate»

C’è a Venezia un sodalizio, in libera associazione, presieduta dal professor Flavio Franceschet e benedetta da Mauro Lorenzon, l’oste dall’alito vinoso (come da verbale di polizia, dopo che il nostro è stato fermato nottetempo da una pattuglia, non alla guida di un’autovettura sulla tangenziale, bensì mentre deambulava in modo scoordinato, esprimendosi con linguaggio confuso, lungo una calle veneziana), che si prefigge di dimostrare che un’altra Venezia è possibile, intesa come itinerario culturale, partendo anche da consuetudini arcaiche e popolari, come il farsi il vino nella corte di casa, dato che un tempo non esistevano ancora i supermercati dove fare la spesa per il desco.

Ma è meglio far parlare questi novelli lagunauti per bocca del loro statuto: eccolo.

«Laguna nel bicchiere, le vigne ritrovate» è un’associazione con fini culturali e sociali senza scopo di lucro, che si propone:

1) conservare e valorizzare i prodotti del territorio lagunare, come vini, ortaggi, olio, pescato, selvaggina etc.

2) Organizzare eventi come quello di campo della Bragola, promuovendo la raccolta e l’assaggio di vini prodotti da vinificazioni praticate con sistemi arcaici e tradizionali effettuati principalmente da realtà quali conventi, orti, e territori della laguna.

3) Intraprendere in prima persona il recupero di vigne abbandonate stabilendo relazioni con istituzioni pubbliche e/o private per sperimentare produzioni di uve e modi di vinificazione arcaici, biologici e biodinamici e classificando ed identificando le vigne attivando un vero e proprio censimento e coordinando, promuovendo e migliorando le piccole produzioni.

4) Stabilire relazioni, esperienze e collaborazioni con scuole, enti locali, istituzioni e associazioni del territorio disponibili a condividere con noi le finalità e le esperienze proposte.

5) Contribuire con questi obiettivi ed iniziative a realizzare tasselli utili per prefigurare l’idea di «Parco della Laguna».

Attualmente i soci sono impegnati nella potatura e preparazione delle piante nelle vigne del convento delle Zitelle, dette Zitelle Fertili, alla Giudecca, nell’orto del convento dei Frati Minori nell’isola di San Michele, il cimitero, dove hanno riattivato la vecchia cantina per la fermentazione e l’imbottigliamento della vendemmia del 2011. Dalle sarpe di quest’ultima vendemmia poi è stata prodotta, dalla distilleria Capovilla di Rosà, la prima «Grappa Salsa».

Laguna nel bicchiere, un'altra Venezia è possibile?