La dottrina
dei cicli cosmici

Il lungo percorso di René Guénon

Taoismo, induismo, islam, ebraismo, cristianesimo, ermetismo, libera muratoria e compagnonaggio, intese come differenti espressioni del sacro funzionali alla realizzazione dell’uomo: è il taglio metafisico proposto dallo scrittore, esoterista ed intellettuale francese René Guénon, considerato il massimo interprete del pensiero tradizionale del XX secolo, basato sulla «conoscenza dei principi d’ordine universale da cui tutto procede».

COSMOPOLI — Nel suo libro Il Verbo e il Simbolo pubblicato nel 1929, Guénon scrive: «Tutto ciò che compare sotto qualsiasi modalità si trovi, avendo il suo principio nell’intelletto divino, traduce e rappresenta questo principio secondo la sua maniera e secondo il suo ordine d’esistenza. E così, da un ordine all’altro, tutte le cose si concatenano e si corrispondono per concorrere all’armonia universale e totale, riflesso dell’Unità divina stessa».

La sua opera, composta di ventisette titoli, di cui dieci pubblicati dopo la sua morte, non si presenta nell’intenzione dell’autore come un sistema filosofico imperniato sul sincretismo o come pensiero neo spritualistico, bensì volta all’esposizione di alcuni concetti veicolati nel simbolismo, nella ritualità e nella metodologia operativa di tali forme tradizionali.

Guénon le chiama vie di perfezionamento spirituale dalla natura «non essenzialmente individuale». La loro conoscibilità affettiva avviene attraverso l’esclusivo apporto di una «facoltà diretta e immediata», ossia l’intuizione intellettuale anch’essa di ordine non individuale e trascendente qualsiasi dialettica.

Scritti prevalentemente in francese, gli elaborati di Guénon vennero tradotti e costantemente ripubblicati in oltre venti lingue, finendo per esercitare una notevole influenza a partire dalla seconda metà del Novecento, soprattutto nella precisazione dei concetti di esoterismo e tradizione.

I suoi scritti finirono per stimolare un acceso dibattito sui temi della spiritualità, con estimatori ed oppositori di formazione diversa. Tra i primi figurano i collaboratori della Rivista di studi tradizionali di Torino, pervicaci nel diffondere l’opera di René Guénon curando direttamente la traduzione dal francese di gran parte del catalogo pubblicato da Edizioni Studi Tradizionali, Rusconi, Adelphi e Luni Editrice.

Nel novero dei critici figurano anche Umberto Eco e Furio Jesi, implacabili nel contestare, in ambito accademico, premesse, metodologie e conclusioni di Guénon ritenendole prive di qualsivoglia carattere scientifico.

Altri, come Guliano Di Bernardo, considerano il pensatore francese un «convertito all’Islam» e un «tradizionalista reazionario».

Jean Daniélou, nel saggio Grandezza e debolezza di René Guénon, gli rimprovera di non aver interpretato la vicenda di Cristo come un’irruzione del sacro in grado di cambiare il corso della storia e rifiuta sofismo e libera muratoria proposti come pratiche iniziatiche. Attribuisce invece «valore iniziatico» agli attuali sacramenti cristiani ma negando, in ogni caso, la realizzazione metafisica imperniata sul superamento della distinzione «Creatore e creatura».

Per meglio capire l’evolversi del pensiero di Guénon viene in aiuto la sua biografia. Figlio unico dell’architetto Jean Baptiste e di Anne Léontine Jolly nasce il 15 novembre 1886 a Blois, dove trascorre infanzia e giovinezza. Dello Scorpione evidenzia l’attrazione fatale verso misticismo, esoterismo e tutto ciò che ha a che fare col mistero, pur conservando un impianto razionale ed analitico rigorosi.

La sua educazione primaria viene curata dalla zia materna, istitutrice tanto preparata quanto esigente. Poi va studiare nella scuola Notre-Dame des Aydes, condotta da religiosi. A 16 anni passa al collegio Augustin-Thierry, mentre l’anno dopo prende il bac in lettere e filosofia.

Nel 1904 eccolo partire per Parigi, dove segue un corso accademico di matematica superiore presso il collegio Rollin. Ma il suo fisico, delicato fin dall’infanzia, finisce per tradirlo. È pertanto costretto ad abbandonare gli studi universitari.

Allora si dà alla scrittura per condannare le pseudo-dottrine occultistiche e teosofiche. Dal 1906 al 1909 frequenta la Scuola ermetica e si fa ammettere nell’Ordine martinista e in altre organizzazioni affini.

Nel 1908, in occasione del congresso spiritualista e massonico a cui partecipa quale segretario d’Ufficio, Guénon conosce Fabre des Essarts alias Synesius, patriarca della Chiesa Gnostica, ed entra a far parte di questa organizzazione sotto lo pseudonimo di Palingènius. In questo periodo forma e dirige un Ordine del Tempio e viene ammesso alla Loggia massonica Thébah, di rito scozzese antico e accettato, collegata alla Grande loge de France.

Nel 1909 Palingènius fonda la rivista La Gnose dove appare il suo primo articolo intitolato Il Demiurgo. Esce pure la prima stesura del saggio sul simbolismo della Croce ed i trattati sull’uomo e il suo divenire secondo Vedānta e sui principi del calcolo infinitesimale.

L’11 luglio 1912 Guénon sposa, a Blois, l’istitutrice e musicista Berthe Laury. È l’anno del suo ricollegamento iniziatico all’esoterismo islamico, rinsaldato nel 1913-1914 con l’induista Swami Narad Nani che gli procura la documentazione sulla Società teosofica necessaria per la stesura del suo studio di tale organizzazione.

Nel contempo riprende gli studi e nel 1915 consegue la laurea in Filosofia dedicandosi fino al 1919 all’insegnamento in patria e nelle colonie francesi. All’inizio fa il supplente al collegio di Saint Germain-en-Lave, poi diviene professore a Sètif, in Algeria. In seguito ritorna a Blois e infine a Parigi.

Nel 1921 escono i suoi due primi libri: Introduzione generale allo studio delle dottrine indù e Il Teosofismo, storia di una pseudo-religione. Nel 1923 viene pubblicata la terza opera, Errore dello spiritismo. Un anno dopo va alle stampe Oriente ed Occidente.

Dal 1924 al 1929 Guénon tiene lezioni di filosofia al cours Saint-Louis dove, verso la fine del quinquennio, ha luogo un’importante conferenza a cui partecipano figure di primissimo piano quali il polacco Ferdinand Ossendowski, autore di una cronaca di viaggio in Mongolia e Tibet che all’epoca fece scalpore, Gonzague Truc, Renè Grousset e Jacques Maritain.

Nel 1925 Palingénius inizia a collaborare con la rivista cattolica Regnabit, diretta da R. P. Anizan. E in quello stesso anno escono altri due volumi del maestro: L’uomo e il suo divenire secondo il Vedanda e L’esoterismo di Dante. Nel 1927 Guénon pubblica Il Re del Mondo e La crisi del mondo moderno. Il 15 gennaio 1928 muore sua moglie.

In quello stesso anno inizia la sua collaborazione con la rivista Le Voile d’Isis che, dal 1933 in avanti, prenderà il titolo di Etudes traditionelles. Risale invece al 1929 il volume Autorità spirituale e potere temporale, seguito da uno studio sulla figura di San Bernardo.

La svolta nella vita di Guénon arriva nel 1930, quando parte per l’Egitto. È Il Cairo la meta definitiva. Proprio qui, nel 1934, sposa la figlia dello sceicco
Muhammad Ibrahim e avrà da lei quattro figli, due maschi e due femmine.
Nel periodo del suo soggiorno n terra egiziana scrive altre sette opere significative: Il simbolismo della Croce, Gli stati molteplici dell’essere, La metafisica orientale, Il regno della quantità e i segni dei tempi, Considerazioni sull’intuizione, I principi del calcolo infinitesimale e La grande triade.

La notorietà di Guénon acquista dimensioni sempre più vaste, grazie anche ad
una fitta ragnatela di rapporti epistolari on numerosi corrispondenti di tutto il mondo. Intraprende inoltre una serie di recensioni e segnalazioni editoriali sul Grand Lodge Bulletin dell’Iowa e sulle riviste Masonic Loght di Montreal e The Speculative Mason.

Continuano, i pari passo, i suoi studi d’approfondimento simbolico e chiarificazione dottrinale, accompagnati da una serie di articoli raccolti e selezionati dopo la sua morte. Ne usciranno dieci opere postume: Iniziazione e realizzazione spirituale, Esoterismo cristiano, Simboli della scienza sacra, Studi sulla Massoneria e Compagnotaggio, Studi sull’induismo, Forme tradizionali cicli cosmici, Scritti sull’esoterismo islamico e il Taoismo, Recenzioni e mélanges.

Guénon si spegne l il 7 gennaio 1951, lasciando in eredità un «universo sapienziale» caratterizzato da una coerenza organica in antitesi con altri autori
del suo tempo e per questo considerata come espressione di un pensiero individuale articolato secondo la caratteristica essenziale che egli stesso riconosce ad ogni espressione metafisica e alla quale ci si deve rigorosamente
attenere: ogni parte risulta intimamente correlata alle altre in mondo da non poter esserne più separabile se non artificiosamente.

In particolare: «….la diversità egli argomenti che trattiamo nei nostri studi non compromette affatto l’unità della concezione che vi presiede: tendiamo anzi all’affermazione espressa di questa unità, che potrebbe passare inosservata a coloro che vedono le cose troppo in superficie».

Nel saggio Introduzione generale per lo studio delle dottrine indù, edito nel 1921, l’autore puntualizza in quale accezione vanno intese le nozioni di tradizione, religione, metafisica, teologia, filosofia, esoterismo, exoterismo e realizzazione fondamentali per lo sviluppo di tutta la sua produzione successiva.

In Errore dello spiritismo Guénon mette in campo queste argomentazioni: traccia dapprima le origini storiche dello spiritismo e le sue correlazioni con l’occultismo per poi dimostrare come i fenomeni spiritici siano «confinabili al mondo delle forze psichiche attratte dalla figura del medium». Se ne deduce che «non esiste alcuna relazione con l’immaginario mondo degli spiriti dei morti».

Per questo motivo egli mette in guardia sulle apparenze che tali forze possono prendere attraverso il neo spiritualismo: facendo leva sulla confusione tra psichico e spirituale, esse «alimentano l’illusione che si possano ottenere progressi in senso spirituale esasperando le forme esteriori, comprese quelle religiose». Ciò accade, in particolare, quando queste «rigettano il vero esoterismo, confondendolo con l’occultismo o altre contraffazioni, disconoscendo la sorgente interiore stessa da cui esse originano».
Guénon confuta inoltre le teorie spiritiche sotto il profilo dottrinale. Differenzia anzitutto la reincarnazione dalla trasmigrazione e dalla metempsicosi per dimostrare la falsità e l’assurdità di tali fondamenti. Per questo motivo introduce la teoria metafisica degli «stati molteplici dell’essere».

In Oriente e Occidente Guènon allude alla funzione che potrebbe assumere l’élite intellettuale (sinonimo di spirituale) qualora si riuscisse a costruire, in accordo ai principi di ordine metafisico, una «trasformazione mentale» per un riavvicinamento tra i modi generali del pensiero orientale e di quello occidentale. Ciò in relazione a quello che il filosofo francese definisce «il centro spirituale supremo», sorgente primordiale di tutte le tradizioni.

Le direttive fondamentali del pensiero di Guénon riguardano il concetto di tradizione, intesa non già come un insieme di usi e costumi bensì come trasmissione di un patrimonio simbolico e metodologico, veicolo obbligato per accostarsi alla metafisica, intesa come conoscenza sovranazionale da realizzare tramite «l’intuizione intellettuale».

Tradotto: la conoscenza metafisica è quell’identificazione tra conoscente e conosciuto che non può avvenire con la ragione, la più elevata tra le facoltà individuali, ma soltanto «attraverso l’intelletto superiore», facoltà trascendente che partecipa della natura divina insita nell’essere umano, al di là delle parvenze limitative percepite dalla prospettiva individuale.

In altri termini, la conoscenza metafisica è «l’identità tra possibile e reale», la verità in sé concepita come l’adeguamento della conoscenza alla «possibilità totale».

Prendendo a prestito la terminologia usata nelle scuole filosofiche dell’antica Grecia, Guénon distingue due livelli partecipativi alla tradizione: quello exoterico, vale a dire esteriore e di facile cognizione, e quello esoterico, ossia interiore e più profondo, accessibile solo agli iniziati, agli specialisti.

Cita in tal senso alcune tradizioni che presentano un profilo exoterico sotto forma religiosa e un profilo esoterico di matrice iniziatica. Nella tradizione ebraica l’aspetto esoterico è la qabbalah, mentre nella tradizione islamica è il tasāwwuf.

Invece confucianesimo e taoismo declinano exoterismo ed esoterismo partendo da tradizioni distinte, pur se provenienti da una medesima sorgente. Per quanto riguarda la tradizione indù, essa non presenta un exoterismo nettamente separato dall’esoterismo, in quanto dalla dottrina puramente metafisica che affonda le sue radici sull’insegnamento dei Veda, discendono applicazioni diverse a seconda delle possibilità intellettuali che ciascuno è in grado di esercitare. Il grado di assimilazione più o meno profondo dipende
dalla diversità qualitativa tra individuo e individuo.

In ogni caso, lo scopo della via exoterica consiste nel consentire la conservazione dell’unità delle componenti che costituiscono l’individualità umana nelle migliori condizioni possibili: quella che in teologia viene definita salvezza. La via esoterica mira invece al superamento dell’individualità e all’identificazione con il principio, in una prospettiva metafisica di liberazione.

Guénon emette una condanna intellettuale su tutto ciò che ostacola la realizzazione spirituale. Fa tali considerazioni in accordo «con la dottrina dei cicli cosmici» presentata nella tradizione induista e così articolata: qualunque realtà (piccola o grande che sia) sviluppa determinate possibilità fino al loro esaurimento, come avviene col cambio delle stagioni.

Ciò riguarda anche le civiltà umane. A partire da un’età dell’oro presa come simbolo, dove i principi spirituali informano con pienezza l’esistenza di tutti gli esseri, si passa ad un’età del ferro in cui finisce per prevalere l’aspetto quantitativo delle cose, secondo una prospettiva materialistica.
Quando però tale tendenza si cristallizza e arriva alle estreme conseguenze, allora subentra una tendenza dissolutiva tesa a portare in superficie «le ragioni inferiori dell’ambito psichico».

La critica serrata di Guénon nei confronti di teosofia, spiritismo satanismo e altre forme di «controiniziazione» ha finito per sedurre diversi cattolici legati alla tradizione ecclesiale. Ma molte sono state anche le prese di distanza dal suo pensiero. Si asseriva che Guénon, sotto un’opposizione di principio al gnosticismo, nascondesse un’avversione marcata verso le forme d’occultismo ritenute devianti rispetto alla loro corsa iniziale.

Alcuni intellettuali gli contestano, quale massone d’alto grado, d’avere spacciato il suo «deismo massonico» per spiritualismo, mentre altri ricordano che la sua concezione di «unità trascendente di tutte le religioni» viene condannata dalla chiesa perché vi intravvede il pericolo d’indifferentismo religioso.

Eppure, a sessantrè anni dalla sua morte, i temi posti da Guénon, vescovo dal 1909 della Chiesa Gnostica francese, fanno ancora discutere.

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