Il successo
del corpo
ibrido e poetico

Diario minimo di un artista
diversamente anziano a Ca’ Bembo

Si è concluso a Venezia con grande successo di pubblico Corpo Ibrido — Corpo Poetico, una settimana d’arte viva e cruda, l’unico appuntamento del periodo morto del mercato turistico culturale cittadino. L’interessante proposta curata dall’artista Andrea Pagnes, che ha raccolto una trentina artisti da tutto il mondo per un produzione culturale a chilometro zero, ha tutti i numeri per diventare un appuntamento irrinunciabile dei futuri inverni veneziani. Ròiss è andato per noi a vedere. Tutti i giorni.

VENEZIA — Uno spot opportuno pro marketing per la porzione del Palazzo Bembo divenuta location per l’allestimento di esposizioni d’arte contemporanea, la Performance Art Week eventata a Venezia dall’8 al 15 dicembre 2012, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, Venice Open Gates e la neo Associazione Culturale Studio Contemporaneo. L’iniziativa ha generato un brand che sicuramente sarà tutelato da registrazione, perchè si è rivelata portatrice d’immagine massmediatica fertile, germinatrice di uso espositivo full-time degli stessi spazi, come nelle intenzioni della Global Art Affairs che li gestisce locati e locabili ad hoc dall’aprile 2011.

Alla resa dei conti, quindi, è possibile archiviare tale evento considerandolo Festival dell’Arte Performativa, concepito nell’anno cinquantenario della sua nascita da Andrea Pagnes: performer veneziano nativo con adolescenza lidense, dotato di energia creativa connaturata e competenza specifica acquisita sperimentando e concretizzando intuizioni e visioni artistiche personali in location nazionali e internazionali, compresa l’Antartide… performante in duo con Verena Stenke etichettato VestAndPage (www.vestandpage.com).

Un Festival che è stato finanziato con euro privati, da sostenitori amicali, senza alcun contributo delle Istituzioni Locali (sia politiche sia culturali), iperwebizzato con foto e video che lo hanno social networkato (www.veniceperformanceart.org), esemplificando come:

  • - concretizzare micro teatralizzazioni straniate rammemoranti Alfred Jarry 1873-1907), Eugene Jonesco (1909-1994), Jean Tardieu (1903-1995), il Living Theatre: il teatro patafisico, il teatro dell’assurdo, il teatro da camera, il teatro sperimentale tout-court;
  • - usare la parola come pura energia sonora;
  • - eseguire pantomime compiendo azioni allusive & desemantizzate, prevalentemente visive, omaggianti Samuel Beckett (1906-1989) e Jacques Tati (1907-1982);
  • - osare acrobazie simil-circensi simulanti leggerezza e attitudine al volo senza ali nello stile del cirque–en-ciel, con musicante solista live;
  • - artisticare prodezze saltinbanchesche felliniane d’altri tempi — alla Zampanò con Gelsomina affiancata – attrazioni di un estemporaneo cirque–en-place, applaudite e compensate nel giorno del Santo Patrono o della Fiera Grande annuale in ogni piazza paesana;
  • - suscitare incantamenti simulandosi escapologi emuli di Harry Houdini (1874-1926), oppure fachireggiare per sconcertare gli astanti ruolandosi dotati di resistenza al flagello (anche all’autoflagello) e di stoicismo in condizioni ambientali estreme;
  • - sottoporsi a supplizi con l’intenzione di emulare Tantalo;
  • - farsi marchiare come rappresentante del regno animale con logo metallico rovente;
  • - comporre tableaux vivants con figuranti immobili o semoventi, nudi o in costumi di ogni epoca e per ogni occasione;
  • - faticare tanto da essere comparati a Ercole;
  • - trasferire tutta l’acqua contenuta da un grande bicchiere in un bicchiere simile usando il contagocce, diversamente posizionati, con movimenti rallentati;
  • - misurare la propria resistenza alle temperature estreme sprovvisti di adeguate difese;
  • - monologare per alcune ore dicendo con vocalità variamente modulata «I love you», oppure contando lunghi capelli uno a uno: a prescindere dal luogo e dai suoi occupanti stanziali oppure in transito occasionale;
  • - videare gestualità reiterata fino a scoraggiare il prosieguo della sua visione.
  • - incidere il silenzio con la propria voce  e lo spazio col proprio corpo, rammemorando Jean-Louis Barrault.

Osando anche l’inosabile e proponendo l’improponibile, per spiazzare e spaesare pensando a performances in gestazione non ancora generate. Dopo aver letto e riletto, però, un libro intitolato Metafora e menzogna: la serenità dell’arte, scritto da Harald Weinrich, (traduzione italiana Il Mulino Bologna 1983), divenuto rarità bibliografica.
Ad majora performance gloriam!

ANNOTAZIONI CONCLUSIVE

* A Venezia è stata messa in scena, performata in Palazzo Brembo a cura di un veneziano, la metafora interpretata, fisicizzata, materializzata, fotografata, videata e sonorizzata ad libitum, privilegiando a gogò la emblematizzazione: anche quella ambigua, dotata di carica esplosiva simbolica con miccia diversamente dimensionata da ognuno dei performers protagonisti poetanti con corpi ibridati.
* Adepti di ogni età e neofiti giovanissimi hanno presenziato e applaudito.
* Palazzo Bembo ha arricchito il proprio curriculum di location espositiva con un evento suscettibile di essere calendariato profittevolmente con scadenza annuale, come il Carnevale, durante la scomoda e meno remunerativa stagione invernale.
* Le performances festivalierate hanno ibridato cinematografia e teatralità off contaminate da ideologismi poetati sperimentando opzioni esistenziali radicali, in alcuni casi estreme e autolesioniste per maudits navigatori su battelli ebbri.
* Non ha a che fare un granchè con il mercato d’arte la performance, perché non consente la conclusione di lauti affari proposta in vendita come merce costituita da video, pubblicazioni cartacee e docu-films.
* Il performer è iperfotografato e videoripreso full-time dagli astanti ogni volta a futura memoria di ogni sua azione o espressione. Soltanto se è contraddistinto dallo status di special guest, attrazione per l’utenza di un più vasto bacino di amatori e suscitatore di eco massmediatica, può monetizzare la sua partecipazione/esibizione concordando un ingaggio congruo: docenti Yoko Ono, Hermann Nitsch, Jan Fabre, Valie Export, VestAndPage.
* Ho partecipato a uno dei raduni comunitari mattutini (alle ore 10.30) in una delle sale più grandi del Palazzo Bembo, nel ruolo di uditore/spettatore: posso testimoniare, perciò, che il che fare del giorno è stato concordato ogni volta comunitariamente, autoruolandosi tutti spettatori delle performance altrui, figuranti frammisti ai visitatori durante il tempo della inazione personale.
* Al curatore/performer Andrea Pagnes suggerisco di premiare il protagonista della performance più spettacolare di ogni edizione futura, donando la nuda proprietà di un cucciolo di leone con obbligo di affido per l’allevamento a un impresario circense, oppure al responsabile della gestione di uno zoo.
Ad majora mia performance scrittòria!
Performer presenti: Ilija Šoškić (Montenegro/Italia), Boris Nieslony (Germania), Jill Orr (Australia), Lee Wen (Singapore), Gonzalo Rabanal (Cile), Helena Goldwater (Regno Unito), Snežana Golubović (Serbia/Germania), Jason Lim (Singapore), Manuel Vason (Italia/Regno Unito), Joseph Ravens (USA), Prem Sarjo (Cile), Suka Off (Polonia), Nelda Ramos (Argentina), Shima (Brasile), BBB Johannes Deimling (Germania/Norvegia), VestAndPage (Germania/Italia), Santiago Cao (Argentina), Francesca Fini (Italia), Francesco Kiàis (Italia/Grecia), Wanda Moretti | Il Posto (Italia), Gabriela Alonso (Argentina), Alvaro Pereda Roa (Cile), Andrea Morucchio (Italia), Macarena Perich Rosas (Cile), Marcus Vinicius (Brasile), Weeks & Whitford (Regno Unito), David Dalla Venezia (Francia/Italia), Zierle & Carter (Regno Unito).
Special guest documentate: Yoko Ono (Nutopia), Valie Export (Austria), Hermann Nitsch (Austria), Jan Fabre (Belgio).

ZIERLE & CARTER (UK) - At the Edge of Longing - photo by:…

Il successo del corpo ibrido e poetico