VENEZIA — E se Venezia fose un’antica signora, che crede che ci sia un suo compleanno e se lo festeggia, ormai sola, in compagnia di un vermuttino (anche due o tre) cercando di contattare un’altra vecchia signora (Roma) che non le risponde nemmeno.

Alberto Madricardo (P.E.R. Venezia Consapevole) e Luca Colferai (I Antichi) hanno dato vita a un personaggio sul viale del tramonto che fa tanto ridere («il Prior Grando farebbe ridere anche leggendo l’elenco del telefono» commenta lo studioso Paolo Puppa), ma anche soffrire («per chi sa com’è andata veramente tutta la storia» dice la regista Federica Zagatti Wolf Ferrari).

La Signora Venessia ripercorre tutti i suoi mille e seicento anni di questo compleanno putativo ormai agli sgoccioli (il 2021 dovrebbe finire il 28 febbraio, more veneto) come se gli avvenimenti della storia fossero fatti personali, con tutti gli errori e le confusioni di una mente senile (e anche un poco troppo incline al vermuttino).

Trucco di mitica decrepitezza, parrucca settecentesca (della mamma Nice), un corsetto birichino (della Corsetteria Veneziana di Nicoletta Lucerna) il Prior Grando de I Antichi en travesti  («La Signora Venessia c’est moi!» afferma Luca Colferai) dà vita a un personaggio già pronto per entrare nel pantheon delle maschere veneziane contemporanee.

Immagini sullo sfondo per una cavalcata storica a rotta di collo e brindisi finale (triste e solitario) con il coretto del non-compleanno di marca disneyana (to’ ciapa!).

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