A chi più sa più spiace

Studio lavoro successo: tutta un’altra storia

Fa tanta impressione, ma sul serio, leggere nell’ultima intervista della cantante Elodie (al Corriere della Sera) che si vergogna di avere solo la terza media, anche se tecnicamente ha fatto anche il liceo: ammissione eccezionale in un paese in cui l’ignoranza è da anni sbandierata come un punto d’onore.

Elodie (fonte: luxury.it).

COSMOPOLI — «Io ho la terza media e per dirlo ci ho messo anni: mi vergognavo come una ladra. Rimpiango moltissimo il fatto di essere ignorante. Mi fa sentire a disagio, anche perché sono stata vigliacca: ho fatto il liceo fino al quinto anno, senza mai essere bocciata. Arrivata a maggio, mi sono ritirata. Non mi sentivo all’altezza di fare l’esame».

Elodie, nata nel 1990, in attività dal 2015, ha una carriera notevole: un disco d’oro e uno di platino nell’anno in corso, premi e nomine, partecipazioni a Sanremo e a trasmissioni televisive di massimo pubblico (e minimo livello).

Forse noi frequentiamo gli ambienti sbagliati, ma avremmo pensato che, come tantissimi che conosciamo, andasse fiera della sua terza media: «Mi go solo ea tersa media… go fato l’istituto tennico e i me gà anca bocià» così ci tocca di stare zitti, per non offendere l’ignoranza altrui.

Secondo un recente studio della Confartigianato di Mestre, per esempio inoltre infatti e anche invece, ci sono quasi sei milioni di occupati sovraistruiti in Italia: diplomati e laureati che svolgono una professione per la quale il titolo di studio richiesto è inferiore a quello che possiedono. Il che è molto negativo.

Nel 2019 erano poco meno del venticinque per cento (un quarto) degli occupati, ma in costante crescita: di quasi il trenta per cento in dieci anni. Segno evidente che c’è qualcosa che non va. Secondo i relatori è tutta colpa della scuola, che non forma diplomati e laureati pronti per il lavoro.

Ci permettiamo di dissentire, perché pensiamo che il compito della scuola sia di formare dei cittadini e non degli utensili, ma anche ai rappresentanti degli artigiani scivola una tragica verità: «non va nemmeno dimenticato che grazie al ricambio generazionale registrato in questi anni sono usciti dal mercato del lavoro tanti ultrasessantenni con livelli di istruzione bassi, rimpiazzati da giovani diplomati o laureati senza alcuna esperienza professionale alle spalle».

Difficile essere giovani ed avere esperienza di lavoro se si è andati a scuola, ma comunque: «paradossalmente continuiamo ad essere tra i meno scolarizzati d’Europa» (quasi una ventina di punti percentuali di differenza con Francia, Germania e Inghilterra); e comunque «un elevato numero di giovani continua a lasciare prematuramente la scuola, anche dell’obbligo» (il tredici per cento degli studenti nell’ultimo anno).

Questo avvitamento asfissiante pone alcune grandi domande: «se studio e poi vado a fare un lavoro da ignorante, perché devo studiare?»; e anche e soprattutto: «perché ci sono più lavori da ignoranti che lavori per istruiti?».

È già tanto che siamo riusciti a formulare le domande: non chiedeteci le risposte.

Intanto speriamo che le candide e ammirevoli parole di Elodie commuovano anche qualcuno altro, oltre a noi, ma dubitiamo fortemente che ciò possa accadere.

 

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