Xe tornado
el tran
de Opcina

Festa grande a Trieste e Opicina

La trenovia più famosa d’Europa è tornata in servizio, guarita e restaurata, a due anni dall’ultimo catastrofico deragliamento. Inaugurata nel 1902, la linea prima a cremagliera e poi a funicolare, che unisce il centro storico di Trieste all’abitato di Opicina, amatissima dalla popolazione, è il simbolo della città. Alle sue spalle, una lunga storia di guasti e di incidenti. E una deliziosa canzoncina interpretata da un’altra inossidabile gloria cittadina, il cantautore Lorenzo Pilat.

OPICINAEl tran de Opcina, come lo chiamano i triestini, è tornato. Risanato, vestito di bandiere, fiori e palloncini, salutato dalla banda Kraski Sopek, e applaudito da una folla festante.

La trenovia più famosa d’Europa, ferma da due anni dopo l’ennesimo deragliamento, e una vita lunga più di cent’anni costellata di guasti e di incidenti, ha ripreso il servizio che aveva iniziato nel 1902 da Piazza Oberdan, nel cuore del centro storico di Trieste, fino a raggiungere sul Carso la ridente cittadina di Opicina, dove per gli sloveni è l’Openski tramvaj.

Un percorso bizzarro, suggestivo, tutto in salita, che comincia sulle ripide stradine nel ventre della città giuliana, e prosegue tra boschi e strapiombi sulla baia, in un susseguirsi di splendidi scorci e panorami incantati. Sono poco più di cinque chilometri, con un dislivello di 329 metri, e una pendenza da superare, che sembra di stare più su una giostra che su un tram, quasi sempre molto ripida: tocca il ventisei per cento.

Per questo motivo, dopo aver percorso normalmente il tratto iniziale, il tram viene agganciato ad alcune motrici che lo spingono in salita e lo trattengono in discesa. Il sistema di trazione, ideato a fine Ottocento dall’ingegnere Eugenio Geiringer, venne modificato nel 1928 da cremagliera a funicolare.

Per restaurare questo simbolo della città, caro ai triestini tanto quanto l’alabarda, e per dotarlo di strumentazioni più moderne e sicure, il Comune ha speso adesso più di un milione di euro. Ma nessuno ha brontolato. Anzi. E al Museo Ferroviario hanno allestito anche una mostra (foto e modellini) sulla storia del tram.

E già, perché, come dice la canzone, el tran de Opcina xe nato disgrazià. Il primo, grave incidente, lo ebbe a solo un mese dall’inaugurazione. Erano le sette del mattino del 10 ottobre 1902, quando si ruppero i freni del tram sulla discesa di Scorcola, facendo schiantare la carrozza, dopo una folle corsa di duecento metri, contro una casa che si trovava vicina alla linea ferroviaria, distruggendola quasi completamente.

Insieme alla casa venne distrutta anche l’Antica Hostaria Spehar, che però il proprietario, Francesco Spehar, ricostruì immediatamente. I tre unici passeggeri che si trovavano a quell’ora sul convoglio si salvarono perché ebbero la prontezza di spirito di saltare giù dalla carrozza in corsa. L’unico ferito fu il macchinista frenatore, il “povero frenadòr” della canzone, Antonio Sossich, che si ruppe una gamba ma si salvò la vita. E comunque la brutta avventura gli portò fortuna: riuscì a raccontarla fino a cento e uno anni.

Lungo è l’elenco dei guasti e degli incidenti del tran de Opcina. Per dirne solo alcuni, nel 1945 una vettura saltò in aria su una mina; nel ’93 il tram fu centrato da un bus sloveno in piazza Dalmazia; nel 2000 due tram si scontrarono frontalmente; nel 2010 un anziano in scooter perse la vita sotto le ruote del tram; nel 2010 si ruppero un’altra volta i freni e il tram finì contro le barriere di piazza Oberdan; nel 2012 il tram deragliò nei pressi dell’Obelisco.

Ecco perché il cantautore Lorenzo Pilat, un’altra inossidabile gloria triestina (è il compositore del celebre trio Pace-Panzeri-Pilat, ma anche Pilade, il cantante del clan di Celentano), intona sempre con successo questa vecchia canzoncina popolare di autore anonimo, tutte le volte che va in concerto alla Sagra de la Sardela: “E anca el tran de Opcina xe nato disgrazià: vignindo zo per Scorcola ‘na casa a ribaltà. Bona de Dio che iera giorno de lavor e drento no ghe iera che ‘l povero frenador! E come la bora che vien e che va, i disi che ‘l mondo se ga ribaltà”.

Pur molto amati dalla popolazione, non hanno però avuto grande fortuna i tram a Trieste. Gli stessi guai capitati al tran de Opcina, sono toccati infatti anche ad un altro storico e illustre tramvai cittadino: quello di Servola. Continua infatti la canzone: “E anca el tran de Servola xe nato disgrazià: rivà fora del tunel no ‘l se ga più fermà”.

Lorenzo Pilat — EL TRAN DE OPCINA su Youtube

El tran de Opcina (Wikipedia).

Xe tornado el tran de Opcina