Una Cortina
tutta in noir

Un delitto misterioso sulle Dolomiti

Si intitola  Il padrone delle nuvole ed è ambientato interamente a Cortina d’Ampezzo il nuovo romanzo dello scrittore veneziano Roberto Bianchin, che ritorna al noir dopo vent’anni. Aveva esordito con  Albascura, che aveva vinto il Premio dei Librai Città di Padova ed era stato finalista ai Premi Scerbanenco, Cervia e Tuscania. Protagonista di questo nuovo romanzo è un bizzarro venditore di palloncini che viene accusato dell’omicidio di un potente e famoso uomo politico, ucciso da un colpo di pistola nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo la mattina del penultimo giorno dell’anno. Un’indagine a ritroso nel tempo dagli esiti stupefacenti.

Roberto Bianchin ritorna al noir. Lo scrittore veneziano lo fa a vent’anni di distanza dal suo romanzo d’esordio,  Albascura, edito da Marsilio, un intrigo ambientato durante il Carnevale di Venezia, che ha vinto il Premio dei Librai  Città di Padova ed è stato finalista al Premio Scerbanenco, al Premio Tuscania e al Premio Cervia.

Il suo nuovo noir si intitola  Il padrone delle nuvole, viene pubblicato da I Antichi Editori sia in formato cartaceo che digitale (www.iantichieditori.it), ed è ambientato interamente nello scenario di Cortina d’Ampezzo. Comincia con un colpo secco di pistola, uno solo, che spezza il silenzio della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo alle sette e diciotto del mattino del penultimo giorno dell’anno.

Senza un grido, ucciso da una sola pallottola, si piega come un fantoccio sull’inginocchiatoio del primo banco di sinistra, davanti all’altare centrale, l’esile figura di Amelio Zerbini, anziano senatore della Repubblica, già ministro della guerra, uomo politico molto potente e conosciuto.

Viene accusato del delitto un bizzarro vagabondo, Alessio Cattunar chiamato Osvaldo, che vendeva dei palloncini colorati sul sagrato della chiesa, palloncini che con un vecchio trucco camuffava abilmente dando loro una sembianza di nuvole. L’ambulante, che vive in compagnia di un cane, Buio, di un bambino, Tino, e di una ragazza, Luna, era l’unica persona che si trovava nei pressi della chiesa quella mattina a quell’ora. Per questo viene arrestato. Ma lui continua a proclamare la sua innocenza.

Paolo Franceschi, sindaco di Cortina, che lo conosce bene, è uno dei pochi a credergli, e per tirarlo fuori dai guai lo affida alle cure di un suo amico, Paolo Zane Cope, un noto avvocato. Il legale inizia così una sua personalissima inchiesta alla ricerca del vero assassino e dei motivi del delitto, sempre che si tratti di un delitto.

L’indagine lo porta in un viaggio a ritroso nel tempo, tra le vendette della guerra partigiana, le scorribande delle squadracce fasciste sulle montagne, e i retroscena di un episodio ancora per molti versi oscuro come l’eccidio del lago Ghedina.

Tra ricevimenti esclusivi, picnic sulla neve, caroselli di vip, festini a luci rosse e incontri con personaggi stravaganti come il vecchio gerarca generale Ardigò, l’enigmatica moglie del senatore Zerbini, l’eccentrica nobildonna russa baronessa Piroskava, l’avvocato finirà per imboccare la pista giusta. Quella che lo porterà a una rivelazione inattesa e per molti versi sorprendente.

È il quinto romanzo per Roberto Bianchin, dopo  Albascura,  Niente rumba stanotte,  Acqua Granda,  Il domatore di principesse. Ha scritto anche racconti, liriche e saggi, e ha pubblicato una dozzina di volumi (la bibliografia completa è su www.ilridotto.info). Ha firmato anche l’opera lirica  Aquagranda che ha inaugurato la stagione 2016-2017 del Teatro La Fenice di Venezia e ha vinto il Premio Abbiati, l’Oscar della lirica, nel 2017. Dal 2015 al 2017 è stato Direttore Artistico dello storico Teatro Gerolamo di Milano, per il quale ha curato il progetto culturale di riapertura dopo trentaquattro anni di abbandono.

Il lago Ghedina, teatro della vicenda narrata nel noir …

Una Cortina tutta in noir