Un ragazzino tedesco
di soli quindici anni
primo al festival di Montecarlo

Le pagelle di Roberto Bianchin per tutti gli artisti in gara

Il clown d’oro della più importante rassegna del mondo dedicata al circo agli elefanti di René Casselly e agli acrobati di Shangai

MONTECARLO – Kimba, un elefante di ventitré anni, balza con la sua zampona sul lato di quell’altalena che i circensi chiamano bascula, e catapulta in aria René, un ragazzo di quindici anni, che sta dritto in piedi sull’altro capo dell’altalena. Il ragazzo vola, si piega nel vuoto, si accartoccia, gira tre volte su sé stesso inanellando tre salti mortali all’indietro, e atterra perfettamente in piedi sul dorso di un altro elefante, Nanda, una femmina di ventinove anni. Ovazioni.

È con questo numero, mai visto prima d’ora, che René Casselly Junior, un ragazzo tedesco di soli quindici anni, acrobata e addestratore di elefanti, ha vinto il primo premio all’edizione 2012 del festival internazionale del circo di Montecarlo, giunto alla trentaseiesima edizione, regalando alla sua famiglia il prestigioso «clown d’oro», che è l’equivalente degli oscar nel cinema. La famiglia Casselly, già vincitrice di un clown d’argento a Montecarlo nel 2008, ha presentato in pista, oltre a questo, anche un altro numero, un dressage misto di quattro cavalli andalusi e quattro elefanti in libertà.

Il verdetto, vista anche l’accoglienza calorosa del pubblico che affollava come tutti gli anni l’elegante chapiteau di Fontvieille, non è mai stato in discussione. Ma la giuria, presieduta dalla Principessa Stéphanie e composta da direttori di circo come l’americana Jessica Hentoff, la bielorussa Tatsiana Bandarchuk, il cinese Bian Faji, il russo Alexandre Ogurtsov e il danese Benny Berdino, oltre all’attore svizzero Emil Steiberger, ha voluto con generosità assegnare anche un altro clown d’oro alla troupe acrobatica del circo di Shangai.

Decisione discutibile. Giustificata solo dal fatto che la giuria ha premiato nel suo complesso i due numeri presentati dalla troupe, uno solo dei quali, quello dell’equilibrista-verticalista Cai Yong — un altro giovanissimo, 19 anni appena — meritava il podio. L’altro, una serie di salti spericolati alla bascula, tra cui un quadruplo salto mortale, è stato penalizzato da una serie eccessiva di errori e cadute, e persino da una ferita alla fronte di uno degli acrobati che ha concluso il suo numero con il volto insanguinato come nei circhi dell’orrore di una volta.

Più corrette le scelte dei tre clown d’argento che hanno visto al secondo posto l’elegante numero di mano a mano delle Azzario Sisters che in qualche modo ripaga l’Italia della delusione di non avere neanche un italiano tra i ventinove numeri in concorso, dal momento che le due sorelle Quincy e Katie, diciotto e ventitré anni, figlie del clown spagnolo Josè Mitchell, si sono formate all’Accademia d’Arte Circense di Verona, dove hanno avuto come insegnante l’italiano Eugenio Larible, padre del celebre clown David. Piazza d’onore anche per il discusso domatore ucraino di leoni Vladislav Goncharov, e per i saltatori all’altalena russa Vorobiev, anch’essi penalizzati dai troppi errori.

Addirittura sei (!) i clown di bronzo. Tutti comunque a numeri degni di nota, a cominciare dai trapezisti brasiliani Zuniga per finire agli uomini forti del circo della Mongolia, passando attraverso l’elegante pas de deux a cavallo del Duo Stipka, gli acrobati alle sbarre dei Flying to the stars, il Duo Israfilov alle cinghie e gli Skating Pilar ai pattini. In totale, calcolando anche la «Menzione speciale della Giuria» alle sgallettate ucraine della Troupe Bingo, ben dodici premi (12!) su ventinove (29) numeri in concorso, senza contare l’alluvione di trentasette (37) premi speciali. Decisamente troppi.

Anche se è vero che il festival, più che una gara, è una festa. Così lo volle il Principe Ranieri quando lo fondò, non tanto per farne una competizione, ma soprattutto per aiutare il mondo del circo che se la stava passando male, che stava perdendo prestigio e blasone. In questi trentasei anni, grazie all’opera di Ranieri, poi della Principessa Stéphanie, che è appassionata e competente, e del direttore artistico Urs Pilz, quello di Montecarlo si è imposto come il più grande e il migliore dei festival del circo esistenti al mondo. Ma proprio perché non è facile pescare ogni anno trenta numeri di assoluta eccellenza da presentare a un pubblico competente e smaliziato, l’edizione di quest’anno non sarà tra quelle destinate a restare memorabili.

Le pagelle

di Roberto Bianchin

Clown d’oro

Famiglia René Casselly. René padre, René figlio, mamma Alexia, quattro cavalli andalusi e quattro elefanti africani, Mambo, Nanda, Kimba, Tonga. Tedeschi dalle sembianze gitane, vincono grazie all’invenzione di accostare agli elefanti la bascula, e ai tre salti mortali del più piccolo della famiglia, il quindicenne René. Voto: 8,5

Troupe acrobatica Circo di Shangai. Presenta due numeri molto diversi e con artisti diversi: l’equilibrista Cai Yong da solo, e un gruppo di 23 saltatori alla bascula. Solo un’invenzione della giuria, che li giudica insieme, li porta sul podio. In realtà solo il giovane Cai Yong, perfetto, raffinato, dai tourbillon velocissimi, merita una considerazione alta. Voto: 7,5. La troupe, fosse riuscita a fare quello che si proponeva, avrebbe meritato il podio. Troppa presunzione e troppi errori. Voto: 5,5

Clown d’argento

Vladislav Goncharov. Sorprende. Non si era mai visto un domatore così originale come questo ucraino, vestito come un damerino, che danza e dirige i suoi otto leoni a ritmo di swing, e ha l’ardire, come si faceva un tempo, di infilare la sua testa nella bocca spalancata di uno di loro. Ma non convince del tutto. Il numero è troppo lungo, gli esercizi non sono originali, lui è troppo esuberante, i leoni sono vecchiotti e spelacchiati, sembrano senza unghie, e il bastoncino del domatore, a giudicare da come reagiscono quando li tocca, sembra di ferro. Voto: 7

Les Vorobiev. Un buon numero, a un ritmo sostenuto, per questi saltatori all’altalena russa. Ma incappano in una serie di errori. Voto: 6,5

Azzario Sisters. Difficile e raffinata l’esibizione nel mano a mano di queste due sorelle spagnole. Raro a vedersi tra due donne. Voto: 7,5

Clown di bronzo

Flying to the Stars. Esecuzione corretta di doppi e tripli salti mortali tra sbarre e trampolino da parte di cinque acrobati ucraini. Voto: 6,5

Duo Israfilov. Lui e lei, Allakverdi e Galina, dal Bolscioi di Mosca, in una danza acrobatica e sensuale alle cinghie aeree. Voto: 7

Skating Pilar. Esercizi pericolosi e mozzafiato, a velocità vertiginosa, sui pattini a rotelle, dei francesi Jonathan e Solenn, fratello e sorella. Voto: 7,5

Flying Zuniga. Impeccabile la troupe di trapezisti brasiliani, con un triplo salto mortale con piroetta, piuttosto raro, eseguito alla perfezione. Meritavano almeno l’argento. Voto: 8

Duo Stipka. Elegante pas de deux a cavallo dei cechi Dany e Denisa, con un bell’effetto di veli danzanti. Voto: 7

Circo di Mongolia. Uomini forti, fortissimi, che sopportano pesi incredibili, e volteggi acrobatici, in una serie di quadri che si richiamano alle loro tradizioni popolari. Voto: 7

Menzione speciale della giuria

Troupe Bingo. Un gruppo di sgarrupate ucraine con quadri acrobatici e aerei in salsa punk, abiti dark, musica heavy-metal. Dignitose solo le coreografie. Voto: 5,5

Gli altri numeri in concorso

Infernal Varanne. Sei motociclisti francesi insieme nel globo della morte. Un record. Voto: 7

Troupe Cherifian. Forze d’Ercole e piramidi umane per questa ottima troupe di acrobati marocchini. Meritavano di più. Voto: 7,5

Duo Bobylev. Alex e Olesia, russi, sono due clown moderni usciti dalla scuola del circo di Mosca. Le loro riprese, pur non eccezionali, sono abbastanza originali. Voto: 6,5

Erika Lemay. Equilibrista canadese, si esibisce come verticalista e al cerchio aereo. Molto eleganti e innovativi i suoi movimenti. Voto: 7

Steve Eleky. Giocoliere tedesco diventato comico demenziale, è una delle migliori sorprese del festival. La sua comicità è tanto idiota quanto travolgente. Voto: 8

Les Rubsov. Duo di giocolieri russi, con i cappelli. Inconsistente. Voto: 5

Alexandra e Mercedes Probst. Due maghemagò tedesche con venti cavallini pony e altri animali della fattoria, capre, asini e galline. Inutile. Voto: 5

Clowns Mitchell. Clowns spagnoli, di tradizione. Vecchie gag ripetute stancamente. Superati. Voto: 5

Marc Metral. Ventriloquo francese. Fa il suo numero con dignità ma niente di più. Meno brillante di altri colleghi. Voto: 5,5

Ekatarina Shavrina. Trapezista russa. Qualche bella figura, qualche accenno temerario, ma senza lasciare traccia. Voto: 6

Ty Tojo. Giocoliere prodigio di soli tredici anni. Dimostra ottime doti. Diventerà qualcuno. Voto: 7

Monsieur Loyal. Il presentatore, ovviamente, non è in concorso. Ma Petit Gougou, pure lievemente migliorato rispetto alle prime esibizioni, continua a non convincere del tutto. Soprattutto, fa rimpiangere la classe, l’eleganza e la competenza dell’inarrivabile Sergio. Voto: 5,5

L’orchestra di Reto Parolari. Come sempre ottima, viene sempre più messa in disparte dalla sciagurata tendenza di molti artisti a preferire le basi registrate più cariche di effetti. Voto: s.v.

Direzione Artistica. I numeri presentati sono sempre di alto livello. Comunque si può fare di più. Voto: 7

Organizzazione. Impeccabile come sempre. Voto: 9

Un ragazzino tedesco di soli quindici anni primo al festival di Montecarlo