Su e giù per i monti
col trenino dei castelli

Un originale itinerario storico

Antiche culture, storie, leggende e atmosfere di altri tempi accompagnano il viaggio sulla tratta ferroviaria della Trento-Malé. Quattro le tappe, che permettono di scoprire altrettanti castelli: San Michele a Ossana e Caldes in Val di Sole, Valer e Thun in Val di Non. Tutti i castelli sono stati appena restaurati. Alcuni di questi, come Castel Valer, di proprietà privata, non sono abitualmente aperti al pubblico. Il conte Ulrico Spaur, proprietario del maniero, per questa volta fa un’eccezione. Molto gradita.

TRENTO — Ultima partenza per scoprire i manieri più suggestivi delle valli di Non e di Sole, assaporando il territorio a bordo di un treno, come facevano i viaggiatori di un tempo. Un vero e proprio tour che permette di immergersi in luoghi e vicende che costituiscono pagine importanti nell’arte e nella storia del Trentino.

Un mondo che tutti i sabati, fino al 5 settembre, può essere esplorato grazie al trenino dei castelli. L’iniziativa è promossa dall’assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento, e realizzata dalle Apt di Val di Non, Val di Sole, in collaborazione con Trentino marketing nell’ambito dell’attività di valorizzazione della rete dei castelli trentini.

A bordo di un treno della ferrovia Trento-Malè con carrozze dedicate, si parte da Trento per risalire i pendii delle valli del Noce. Dopo aver visitato il castello San Michele di Ossana al cospetto della Presanella, si scende in pullman a Castel Caldes, che da secoli controlla l’accesso alla Val di Sole. La giornata prosegue a Castel Valer, elegante residenza privata riconoscibile dall’altissima torre poligonale, e a Castel Thun con le sue atmosfere raffinate. Tutti e quattro i castelli sono stati coinvolti da importanti restauri, e ora sono pronti a svelarsi al pubblico.

Il castello di Ossana, nell’omonimo borgo, conosciuto anche come castello di San Michele, dal nome del santo a cui è dedicata la cappella, sorge su uno sperone di roccia in posizione strategica. Con tutta probabilità risale all’epoca dei Longobardi, ma le prime notizie scritte sono datate 1191. Alla sua guida si succedettero varie famiglie nobili: dai principi vescovi di Trento ai conti Tirolo-Gorizia, poi nel quindicesimo secolo l’investitura passò ai de Federici, quindi agli Heydorf ed ai Bertelli. A cavallo fra Ottocento e Novecento fu comproprietaria del maniero Bertha von Suttner, Premio Nobel per la pace nel 1905. Il castello ha nel suo possente mastio, alto 25 metri, l’elemento architettonico più caratteristico e meglio conservato.

La seconda tappa, Castel Caldes, presenta una tipologia architettonica frutto dell’incontro delle culture veneta, tedesca e lombarda, tipico di questa zona al confine del principato vescovile di Trento. L’interno è affascinante, e presenta soffitti a volte, rivestimenti lignei e sale affrescate. Notevoli sono la stanza del conte ed il salone da ballo. Salendo la scala in legno della torre si entra in una stanza con voltino a crociera completamente affrescata, teatro di antiche leggende riguardanti la prigionia della sfortunata contessina Marianna Elisabetta Thun, conosciuta anche con il nome di Olinda. Si racconta che la giovane venne qui rinchiusa dal padre Rodemondo per impedire il matrimonio con Arunte, un menestrello di corte per il quale morì d’amore. La leggenda vuole che tutti gli affreschi della piccola stanza siano opera della fanciulla.

Nelle vicinanze di Tassullo, in posizione panoramica e circondato dai frutteti, sorge Castel Valer, la terza tappa del viaggio. La sua torre, la più alta del Trentino con i suoi quaranta metri d’altezza, caratterizzata dalla pianta ottagonale e costruita in parte di granito importato, primeggia per imponenza e particolarità su tutte le altre della provincia. Le prime notizie della storia di Castel Valer risalgono al 1211, quando, di proprietà dei conti Appiano, fungeva da guardia militare.

Le serie successive di cinte murarie atte a contenere la crescita del perimetro del maniero seguono il modello ottagonale imposto dalla torre antica, e racchiudono le due serie di edifici da cui il complesso è formato: la più antica, risalente al quattordicesimo secolo, è denominata Castel di sotto, mentre la seconda, risalente al sedicesimo secolo, Castel di sopra. Generalmente chiuso al pubblico, il compendio è visitabile per l’occasione grazie alla disponibilità del proprietario, il Conte Ulrico Spaur.

Infine, Castel Thun, quarta e ultima tappa. Situato a Vigo di Ton, venne costruito nella metà del tredicesimo secolo, e fu la sede della potente famiglia dei Thun, che nelle valli di Non e di Sole possedeva altre prestigiose residenze. È un esempio fra i più interessanti di architettura castellana trentina: la struttura civile-militare è tipicamente gotica ed è circondata da un complesso sistema di fortificazioni formato da torri, bastioni lunati, fossati e cammini di ronde. Fra i numerosi locali, ancora riccamente arredati e impreziositi da numerose opere, il più pregevole è la stanza del vescovo, interamente rivestita di legno di cirmolo, con il soffitto a cassettoni e una porta monumentale. Castel Thun è fra i più insigni edifici monumentali pubblici non soltanto per l’ottimo stato di conservazione in cui si trova, ma anche perché ci racconta otto secoli di storia del principato vescovile.

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Ossana Val di sole.

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