Stéphanie di Monaco
suona la carica

Sulla questione degli animali nel circo

Ribolle in tutta la Francia e nel Principato di Monaco il mondo del circo, in rivolta contro le associazioni animaliste sull’utilizzo degli animali nei circhi. A Parigi i circensi francesi portano per protesta gli animali in piazza. A Montecarlo durante il festival parte una raccolta di firme. Durissima la Principessa Stéphanie che presiede il comitato organizzatore: «Mi batterò fino all’ultimo perché gli animali restino nei circhi. Gli animalisti non sanno nulla. Ed è scandaloso che in Paesi democratici una minoranza di persone voglia imporre il proprio modo di pensare a una maggioranza».

MONTE-CARLO – “Mi batterò fino all’ultimo perché gli animali restino nei circhi. Certi attivisti che si oppongono al lavoro degli addestratori, e che non vogliono più vedere degli animali sotto gli chapiteaux, non sanno nulla del mondo del circo. Non lo conoscono”.

E’ un fiume in piena Stéphanie, Principessa di Monaco, Presidente del Comitato Organizzatore del Festival Internazionale del Circo di Montecarlo, il più prestigioso del pianeta. Stéphanie, che ha ereditato la passione per le arti circensi dal padre Ranieri, che ha fondato il Festival quaranta tre anni fa, è competente e appassionata, e sceglie personalmente negli angoli del mondo i numeri da presentare ogni anno in concorso.

Di fronte alle proteste di alcune associazioni animaliste che in vari Paesi d’Europa stanno facendo pressioni sempre più forti verso i governi, per tentare di convincerli a varare delle leggi che vietino l’utilizzo degli animali nei circhi, la Principessa ha deciso di passare alla controffensiva. E proprio in occasione del Festival di Montecarlo ha avviato, su un grande tabellone posto all’ingresso, una raccolta di firme sotto una petizione in favore del circo con gli animali, “Pour le cirque avec animaux”, che verrà inviata alle autorità competenti, e che nei dieci giorni della competizione ha raccolto migliaia di firme.

Un successo che farà senz’altro discutere. Anche perché proprio negli stessi giorni a Parigi, sotto lo slogan “Stop aux mensonges” (“Basta con le menzogne”, riferito ai cosiddetti animalisti), il mondo del circo francese è sceso in piazza, con le stesse motivazioni, e ha portato i suoi animali in Place de la Republique, in pieno centro. Una risposta anche al sindaco di Parigi Anne Hidalgo che, prendendo a pretesto la fuga di una tigre dal Circo Borman (maldestramente uccisa invece che addormentata, non aveva fatto nulla), si era anche lei accodata agli slogan, che sembrano diventati ormai di moda, del circo senza animali.

Stéphanie, cui non manca un certo caratterino, non ci sta. Lei giudica che le pressioni delle associazioni animaliste derivino da “una mancanza di informazione e di educazione”. “Trovo scandaloso, nei nostri paesi democratici, che una minoranza di persone voglia decidere e imporre il proprio modo di pensare a una maggioranza”, ha dichiarato in un’intervista concessa a Cédric Vérany del quotidiano Monaco-Matin. “Il nostro chapiteau è sempre pieno perché noi abbiamo gli animali, e le persone hanno voglia di vedere dei numeri con gli animali – ha aggiunto – siano grandi o piccoli, per gli spettatori il circo è fatto dai clown, dagli acrobati e dagli animali. E non è un caso che ormai da parecchi anni il premio speciale che viene assegnato dal pubblico, vada proprio ad un numero con gli animali”.

La Principessa dice che a Montecarlo gli animali sono considerati come degli artisti veri e propri che fanno parte della grande famiglia del circo. E’ per questo che tutti gli anni durante il Festival una giornata viene dedicata al tema dell’addestramento (porte aperte, ingresso libero), proprio per far vedere al pubblico, insieme agli addestratori e ai veterinari, come dei professionisti lavorano con gli animali. “Ma quelli che ci criticano non vengono a vedere come vivono gli artisti con i loro animali. E’ una vita dedicata a loro, ventiquattr’ore su ventiquattro, senza mai un giorno di vacanza. Sono artisti che darebbero la vita per i loro animali. Gli animalisti possono fare le proteste che vogliono. Io mi batterò fino alla fine perché si continui a fare il circo con gli animali. Questo fa parte del nostro patrimonio culturale da duecento e cinquant’anni”.

A Parigi, nel contempo, sono scesi in piazza una ventina di circhi. Circhi piccoli e medi, in maggioranza, da quello di Achille Zavatta a quello di Lydia Zavatta, dai fratelli Caplot a Romane Ritz al Grand Cirque de Rome. In Place de la Republique hanno portato tigri, leoni, cavalli, cammelli, elefanti, scimmie, ma anche un centinaio di artisti, acrobati, clown, giocolieri, che per tutta la giornata hanno fatto dei piccoli spettacoli. Tutto per sensibilizzare sul tema degli animali al circo un’opinione pubblica che appare sempre più disorientata.

La manifestazione, che è stata accolta con molto calore dai parigini (un pubblico che notoriamente adora il circo con gli animali, basta vedere le presenze all’Hiver o al Pinder), è stata organizzata dall’Associazione di difesa dei circhi di famiglia (Adcf) che raccoglie il settanta per cento dei circhi francesi. “Siamo talmente calunniati dai gruppuscoli animalisti che infastidiscono i poteri pubblici riversando valanghe di insulti sulla nostra professione, che è venuto il momento di reagire, passare alla controffensiva, spiegare e far vedere alla gente come stanno davvero le cose”, spiega il presidente dell’associazione Anthony Dubois.

E come stanno le cose, i circensi lo scrivono –molto chiaramente —  su migliaia di volantini distribuiti alla popolazione e intitolati: “Basta con la diffamazione e lo sfruttamento della causa animalista”. “Il mondo del circo vi informa – scrivono – che tutti gli animali del circo sono nati in cattività, e in nessun caso sono stati prelevati da un contesto naturale. Inoltre sono seguiti regolarmente da veterinari dello Stato. L’attività dei circhi è regolata da un complesso di norme definite dal ministero dell’ambiente. Noi abbiamo i certificati che attestano la capacità di tenere e presentare al pubblico degli animali, certificati che sono rilasciati dal ministero dell’ambiente, e che provano le nostre conoscenze e capacità di occuparsi degli animali e di tenerli in buone condizioni”.

“Vi informiamo anche – prosegue il volantino – che certe associazioni che ci accusano non hanno la qualifica né la competenza per giudicarci, e che hanno come solo diritto quello di inviare delle segnalazioni alle autorità nel caso in cui dovessero riscontrare dei maltrattamenti”. Queste associazioni – concludono i circensi – farebbero meglio a indirizzare i loro sforzi, come i denari dei loro aderenti, per proteggere e salvaguardare gli animali nel loro ambiente naturale, dove sono purtroppo in via di estinzione.

LA PAGELLA

Sua Altezza Serenissima Principessa Stéphanie di Monaco: voto 9
Association de défense des cirque de famille (Adcf) : voto 8

www.montecarlofestival.mc

La Principessa Stéphanie di Monaco con il fratello Principe…

Stéphanie di Monaco suona la carica