Sparatevi
Siparietti imbarazzanti
Probabilmente pensavano di riuscire spiritosi scherzando sugli attentati, dopo la strage di Barcellona, quei simpaticoni di sindaci di Venezia e Firenze chiamati a discutere del nulla al solito inutile meeting dei sopravvissuti ciellini in quel di Rimini. In realtà il loro scambio di battute non ha fatto ridere nessuno. Ed è anzi risultato piuttosto penoso. Forse sarebbe meglio che i due primi cittadini, invece di tentare anche loro la carriera di comici, si dessero da fare per provare a risolvere i problemi, che sono molti e gravi, delle loro città. Che vengono governate sempre peggio.
Il pessimo gusto di certi commenti dopo Barcellona era probabilmente inevitabile. Del resto dopo Parigi il pessimo gusto di “Charlie Hebdo” era stoltamente, come si temeva, continuato. Dimostrando, a prescindere, quanto non sia facile scherzare, ironizzare, fare satira, sul terrorismo. Sugli attentati. Sulle vittime, come anche sui carnefici. Quanto non sia opportuno. Quanto, in fondo, non sia giusto. Quanto, in realtà, sia quasi sempre stupido.
Io penso che non si possa, non si debba mai, in ogni caso e per nessuna ragione, vietare la satira, anche quando è fastidiosa. Anche quando è disgustosa. Ne va della libertà di ciascuno. Penso però che sia lecito dire che certe volte questo tipo di satira è stupida, almeno quando qualcuno ritiene che sia stupida, è chiaro, sempre di opinioni personali si tratta, e come tali, come dice la parola stessa, opinabili. Opinabili però rispettabili. Come tutte le opinioni.
Detto questo, è totalmente stupido che due persone, e non due persone qualsiasi, due ubriaconi da bar, ma due sindaci di due importanti città italiane come Venezia e Firenze, si siano lasciati andare, al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, a un disgustoso siparietto, che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto essere ironico e scherzoso. Invece non solo non ha fatto ridere. Ha fatto pena e anche qualcosa di peggio. Sicuramente, come cittadini, ci ha fatto vergognare.
E’ cominciato quando il primo cittadino veneziano Gigio Brugnaro, al culmine estatico di una sua allocuzione demenzialmente alluvionale su migranti e dintorni, ha esclamato, parlando per metà in italiano e per metà in dialetto: “A chi grida Allah akbar in piazza San Marco gli spariamo, ghe sparemo”.
Tanto è bastato perché al termine dell’imbarazzante dibattito, il primo cittadino fiorentino Dario Nardella, uscendo dalla sala, gli andasse incontro urlando “Allah akbar”, così, tanto per fare lo spiritosone anche lui. Per non essere da meno. E’ finita a risatacce crasse e pacche sulla spalle. Da sprofondare.
Il miserevole fatterello, su cui non val la pena di sprecare altre parole, tanto si commenta da solo, è però – e purtroppo- significativo del livello dei nostri governanti. Il più basso degli ultimi due secoli. Detto che gente del genere sarà meglio non votarla più, e a questo penseremo al momento opportuno, non sarebbe male se nel frattempo i due scherzosi primi cittadini si concentrassero, piuttosto che sugli scherzi, sui problemi delle rispettive città.
Perché a guardarle bene, da vicino, Venezia e Firenze, e senza bisogno di urlare alcunché, o di invocare qualche divinità, si vede benissimo, anche ad occhio nudo, che fanno schifo. Se proprio non ci riuscite a risolverne i problemi, provateci almeno. Altrimenti seguite voi quel consiglio illuminato.
Sparatevi.