Se bande di ubriachi
devastano il Vinitaly

La fiera del vino finisce fuori controllo

Degrado, risse, pericoli, hanno turbato l’ultima edizione, appena conclusa, della più prestigiosa rassegna vitivinicola italiana, quella di Verona. Una lettera aperta dell’imprenditore trevigiano Sandro Bottega, titolare dell’omonima azienda che produce vini, grappe e liquori, mette il dito sulla piaga. E chiede interventi immediati a tutela della dignità della manifestazione e dell’incolumità di espositori, clienti e partecipanti. Altrimenti si vedrà costretto a meditare un clamoroso abbandono.

VERONA – Il bilancio del Vinitaly appena concluso è a mio avviso estremamente negativo, non tanto per i contatti in fiera, che si mantengono costanti nel corso degli anni, quanto per la carenza di controllo sul comportamento dei visitatori: poche forze dell’ordine, anche se molto ben addestrate e volenterose.

Non è possibile che una fiera del prestigio del Vinitaly, vetrina dell’Italia vitivinicola nel mondo, consenta a vere e proprie bande di nullafacenti alticci di aggirarsi tra gli stand, barcollando visibilmente, gridando e offrendo a tutti quanti uno spettacolo di assoluta tristezza e decadenza.

Per esempio, martedì ventiquattro marzo mi sono trovato in grande imbarazzo con i nostri clienti, in quanto il nostro stand è stato «occupato» da due giovani sanguinanti e in evidente stato confusionale. Si sono rifugiati all’interno, mentre contemporaneamente venivano minacciati da altri due soggetti (occhi rossi, grida e minacce), che per fortuna rimanevano fuori. Si è diffusa un’immediata sensazione di pericolo.

Lo stand è arredato con vetrine di vetro, ovviamente bottiglie, anche in vetro soffiato, e materiale fragile nonché potenzialmente pericoloso. Mi sono visto costretto a chiamare la sicurezza (polizia di Stato), che è intervenuta dopo circa venti minuti. Nello specifico, ringrazio tra l’altro i poliziotti che hanno fatto il loro dovere.

Ma gli episodi si sono susseguiti, con incredibile regolarità, dalle minzioni fuori dai padiglioni ma all’interno dell’area fiera, alle grida fuori dai cancelli, fino ad arrivare a liti e a pugni in faccia sulle navette, dove addirittura un gruppo di giovani fumava spinelli.

Non ultimo, spettacolo deprimente a dir poco, è la vendita (e l’acquisto) sottobanco dei biglietti fuori dai cancelli, cosa che in nessun’altra fiera del mondo ho mai visto. Vergogna anche il mancato intervento.

Mi rivolgo quindi all’Ente Fiera, ma anche a chi deve garantire la sicurezza, al Prefetto, al Questore, al Sindaco, e mi chiedo come sia possibile che tutto ciò venga tollerato? Purtroppo non è la prima volta: anche nelle scorse edizioni gli ubriachi hanno creato grossi problemi agli operatori, ai visitatori e all’immagine di un Paese dove molto viene lasciato all’approssimazione e alla noncuranza.

Importanti operatori svizzeri, proprio ieri mi hanno confermato che questo fenomeno si è aggravato, passando da una becera coreografia da stadio a un pericolo che viene percepito come effettivo. Ha fatto tanto scalpore l’invasione a Roma degli hooligan olandesi, che hanno sfregiato il centro della città. Purtroppo noi italiani non siamo da meno, se permettiamo che in un ambiente protetto, quale dovrebbe essere una fiera, operatori e visitatori debbano temere per la propria incolumità.

Da parte mia queste considerazioni non sono uno sfogo a caldo, al contrario sono frutto di attente riflessioni che già da alcuni anni hanno iniziato ad allontanarmi mentalmente da Vinitaly. Non vorrei che questi ultimi episodi mi spingessero a rinunciare alla prossima edizione della fiera veronese, a cui la mia azienda partecipa ininterrottamente da oltre ventisette anni. Non vorrei essere costretto ad invitare i nostri partner commerciali, nonché i nostri interlocutori in genere, a venirci ad incontrare in altre fiere, come Prowein a Dusseldorf, Vinexpo a Bordeaux o International Wine Fair a Londra.

Il mio appello all’Ente Fiera è quindi pressante, al fine di prendere provvedimenti immediati, di concerto con le forze di polizia, affinché sia garantita la sicurezza e la tranquillità di chi lavora, e Vinitaly non diventi sempre più una kermesse a misura di perditempo alticci.

Sandro Bottega

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