Piuttosto
che stare
a casa
con mia moglie

Piuttosto che stare a casa con mia moglie, vado a pesca tutto il giorno. Cioè voglio dire, quando non devo lavorare. Che fortunatamente data la contingenza e la congiuntura non è che ho bisogno. Anche a mia moglie, non è mica che non le voglio più bene, anzi. È che quando le è venuta la menopausa le è venuta anche la mania della pulizia. Poi la menopausa le è anche passata, ma la mania invece no le è rimasta.

E così mi sono comperato le canne e le lenze e gli ami e il barchino, con il motore e i remi e il mezzo marinaio. E le braghe mimetiche e il giubbotto con tutte le tasche e il cappellino con il frontino. E il borsone per le canne e tutti gli annessi e i connessi. È vero che avrei anche fatto a meno del barchino e andare a pesca dalla riva o sui pontili, o anche invece e magari dalle dighe, ma con il barchino ci vado uguale e anche no.

E così sono andato a pescare un giorno sì e anche l’altro, e di mattina e di sera, di notte, all’alba, al tramonto. E secondo le maree e secondo la luna e secondo l’acqua che cresce e che cala e secondo il pesce che va e che viene, e che palle. C’è stato un momento, lì nel barchino che andavo a seconda della corrente, con la lampada e tutto, che ho pensato. Che quasi quasi piuttosto che andare a pesca era meglio andare all’osteria.

Ho venduto il barchino, con il motore, che non avevo neanche il posto barca per ormeggiarla ma usavo quello di mio cugino che ha sempre il barchino in cantiere che deve farci e questo e quello e non lo mette neanche in acqua da anni, e ho cominciato ad andare all’osteria. Voglio dire: mica una sola. Che altrimenti continuavo andare a pescare, e che facevo prima.

C’è l’osteria. E c’è il bar. E ci sono i chioschi. E uno spritz al banco che facciamo prima che chiudono, e un calicetto di quello buono, e un bicchiere da muratori, e poi mezzo uovo sodo con l’acciuga salata e poi dopo anzi un rancio di salame piccante un tramezzino al granchio una mozzarella in carrozza, un rosso, due rossi, tre. E insomma. Mi è venuto il colesterolo, e mi sono venuti i trigliceridi, mi è venuta la glicemia e mi è venuta la pancia tamburata. Senza contare gli strepiti di mia moglie quando tornavo e mancavo le patelle che c’è la cera appena data e tolta che erano peggio di quando mi alzavo nel cuore della notte per andare a branzini.

Passato il momento dello sconforto e delle verdure bollite e dei pomeriggi in panchina a leggere il giornale e dell’orzo con il pan biscotto la sera e degli esami del sangue e delle urine e delle pastiglie e delle passeggiate in tuta da ginnastica. Mi sono trovato senza speranza. Ma piuttosto che stare a casa con mia moglie. Piuttosto vado a lavorare tutto il giorno.

Così ho approfittato del settore del turismo, che è quello che tira di più. Già prima gli davo una mano a mio cugino, quello del posto barca, che ha una tabaccheria ma l’attività è invece incentrata sui prodotti tipici che vanno tanto tra i turisti che hanno sempre bisogno che qualcuno li guidi da qualche parte anche negli acquisti. Poi, com’è come non è, mio cugino un mattino neanche a farlo apposta, fatalità, mi fa «guarda che vado Brasile che qua non ne posso mica più». E così bottega dalla mattina alla sera, presto e tardi. Piuttosto che stare a casa con mia moglie.

Però anche là. Sarà che uno sta al fresco d’estate e al caldo d’inverno, e che leggi il giornale, e anche un giallo volendo. Ma ogni due minuti c’è qualcuno che vuole qualcosa o uno che si è perso e non sa da che parte deve andare o anche vogliono delle cose che non sanno neanche cosa sono. E poi ci sono i registri e i contatori e le ricevute gli scontrini le fatture i fornitori le assicurazioni le macchinette i controlli i controllori il nero e benedetta la pazienza. All’esame di controllo i trigliceridi la pressione il colesterolo la glicemia mi sono tornati su peggio di prima che andavo ad osterie e bar e chioschi e parlavo di calcio e di politica e anche però di ingegneria e meccanica e storia e usi e costumi.

Così adesso ho deciso. Ho preso un aiutante. Di nascosto di mia moglie, ovvio. In nero, ovvio. Ma però primo: vado a pescare sulle rive quando voglio soprattutto la domenica e anche il sabato; e secondo: faccio il giro delle osterie a trovare i vecchi amici, anche se bevo un poco di meno di prima.

Mio cugino mi ha mandato un messaggio l’altro giorno che ha deciso che resta ancora un poco e che se voglio posso anche prendermi il barchino che basta solo da dargli l’antivegetativa e, ti pareva: pagare il cantiere che vogliono solo in contanti e lui da lì non li può mica pagare. L’aiutante mi ha chiesto se poteva mettere anche la moglie a lavorare così adesso in bottega ci sta lei e andiamo insieme a pesca e anche all’osteria. Non è molto bravo in storia, ma in geografia sì e con la grammatica ci sta dando dentro che parla quasi uguale.

Così sto fuori anche più di prima, mia moglie è contenta che non sporco e l’ultimo esame del sangue mi ha dato che i valori stanno andando giù. Come sempre, poi alla fine tutto si sistema. ★

Piuttosto che stare a casa con mia moglie