Pedalando
senza fretta

Cosa c’è dietro il boom delle bici

Numeri da record alla fiera che celebra le due ruote a pedali. Più di quattrocento espositori da venticinque Paesi. Velocipedi sempre più ecologici e tecnologici. Un giro di affari da quaranta miliardi. E nuovi orizzonti di gloria: sono sempre di più gli appassionati e le piste ciclabili. Adesso inoltre c’è anche la possibilità di riciclare utilmente le vecchie bici e persino i vecchi scarpini da corsa. Autentici prodigi della tecnologia. Senza perdere il fascino e il romanticismo della pedalata senza fretta, come cantava Cocciante.

VERONA — Si incomincia con un indovinello. Nonostante diventi sempre più tecnologico, quale oggetto riesce ad aumentare contestualmente la sua vocazione ecologica? Hanno risposto in sessantamila: produttori, appassionati, operatori professionali, campioni dello sport. E la risposta è stata: la bicicletta.

Siamo al CosmoBike Show, la fiera che celebra le due ruote a pedali ospitando 445 espositori provenienti da venticinque nazioni. Un evento universale, cosmico, capace di coniugare «business e cultura», come dice il presidente di Veronafiere Maurizio Danese. Dalle novità di gamma agli undicimila bike test, dall’abbigliamento tecnico alla componentistica, passando per quaranta appuntamenti tra convegni e spettacoli. Un contenitore senza tempo dal quale cogliere senza dubbi ossimorici innovazione, tecnologia, tradizione, sostenibilità e sicurezza.

In Europa la bike economy è un gigante buono col pollice verde che vale quaranta miliardi di palanche. Con due milioni di viaggi e venti milioni di pernottamenti, il turismo è un protagonista indiscusso di questo sistema e dunque della fiera. Ma viaggiare, generalmente e sfortunatamente, è l’eccezione. La regola dimora nel quotidiano, dimensione tradotta da CosmoBike in sezioni dedicate anche all’agonismo, al tema della mobilità, della ciclabilità urbana e di conseguenza del lavoro.

Nel bel Paese ci sono tremila aziende e settemila ottocento persone che lavorano in questo settore, soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Il sessanta per cento dei fatturati viene esportato, assegnando allo stivale il secondo gradino del podio europeo. Se calcoliamo anche il turismo, il risparmio sul carburante, la diminuzione delle emissioni nocive e delle spese mediche per curarci dall’inquinamento, la bici made in Italy vale sei miliardi di euro.

Un gruzzoletto decisamente significativo su cui puntare, come si augura il project manager della manifestazione Paolo Coin, indicando «ambiente, salute e razionalizzazione del tempo» quali elementi fondativi di una nuova cultura da costruire insieme: «ciclisti, automobilisti e pedoni». Una fetta davvero considerevole di questa nuova torta economica (e bio!) riguarda il mercato dell’e-bike, con vendite incrementate nel 2016 del centoventi per cento rispetto all’anno precedente. Nonostante su questi mezzi siano già iniziati i taroccamenti volti ad aumentare la velocità massima consentita per legge, l’interesse per la pedalata assistita è un dato di fatto in crescita esponenziale.

Trionfatori di queste giornate in sellino, Siracusa e il Veneto si sono aggiudicati rispettivamente l’Urban Award come città più virtuosa in tema di mobilità alternativa e l’Oscar del cicloturismo, soprattutto per la Ciclovia dell’Amicizia: cento e novanta chilometri di storia, arte, rocce dolomitiche, fiumi e mare. Il Veneto è difatti una realtà particolarmente sensibile al turismo coi manubri. Ai mille e duecento chilometri di ciclovie già presenti sul territorio regionale, tra cinque anni si aggiungeranno quelli relativi all’opera che costeggerà il Lago di Garda: un cantiere condiviso con Lombardia e Trentino.

A proposito, sapevate che le vecchie biciclette (qui le chiamano “attempate”, fa più chic), possono diventare una pista di atletica o pavimentazione per un parco giochi? Ebbene sì, non è il trailer di Transformers 6, ma il progetto Esosport bike. Funziona così: si raccolgono camere d’aria e copertoni (diminuendo i rifiuti destinati alla differenziata), si ricicla il bottino, si gioisce per la riduzione della Tari e infine si crea materia prima da distendere sotto i piedi di bambini e atleti. Un’economia circolare infaticabile, se di attempato avete anche le scarpe sportive, perché Esosport run trasforma anche quelle!

Abbiamo preso le mosse da un quesito. Concludiamo riprendendolo. Se perfino un retaggio ottocentesco ha dimostrato come l’evoluzione tecnologica non viaggi necessariamente in disarmonia con l’ambiente, è sensato auspicare che attualissime invenzioni di madre modernità possano essere applicate con meno miopia e dunque senza violentare la natura o cercare (e-bike permettendo!) di sostituirsi ad essa?

Altrimenti verrebbe da sostenere che solo al servizio del passato la tecnologia possa garantire un futuro (contraddizione paradossale) e che sia quindi incapace di creare modernità con tutte le caratteristiche necessarie a soddisfare le esigenze del suo tempo. Hanno già incredibilmente iniziato a cantare quanto ci si manchi in «carne ed ossa», perché non pretendere follemente la sostituzione di una mela già morsicata per inviare un WhatsApp con quelle integre, in «polpa e semi»?!

LA PAGELLA

CosmoBike Show: voto 8

Anna Ammirati nel film "Monella" di Tinto Brass (fonte:…

Pedalando senza fretta