Panoramica
di fine aprile

Cose interessanti da vedere prima che chiudano

Breve panoramica delle opere in mostra: più interessanti, grandi e piccole, nuove e meno nuove, in corso a Venezia viste per voi in queste settimane. A Ca’ Pesaro: l’esposizione della giovane incisione contemporanea e un’installazione di Yuri Ancarani, esperto e promotore di video art e film, i cui lavori sono conosciuti soprattutto all’estero. A Palazzo Grassi un’antologica dell’artista polacco Sigmar Polke, multiforme sperimentatore.

Venezia, Ca’ Pesaro,
Passo dopo passo
Alex Altiner
Premio Rotary arte e cultura 2016
Per la giovane incisione contemporanea
15 aprile – 1 maggio 2016

L’esposizione della giovane incisione contemporanea: Premio Rotary arte e cultura 2016 è giunta ormai alla sua quarta edizione. Ha vinto il ventitreenne Alex Altiner di Cordignano(Treviso), studente dell’accademia di Belle Arti. Il tema di quest’anno:  Migranti voluto dal Rotary Club, è stato interpretato dal giovane artista con un’acquaforte di grande impatto emotivo dal titolo:  Passo dopo passo. Con una tecnica incisoria precisa e una immagine immediata e rigorosa l’artista indica il passo che tante persone hanno intrapreso per raggiungere un’altra terra. Passi di speranza per una vita migliore. Passi verso la libertà dalla fame e dalla sofferenza. Passi di un percorso doloroso compiuto da migliaia di migranti che si lasciano alle spalle la guerra, la violenza, la fame con la speranza di raggiungere una terra più accogliente. La speranza di avere una nuova vita degna di essere vissuta.

Venezia, Ca’ Pesaro
Bora 2015
Yuri Ancarani
Museo chiama artista
15 aprile – 1 maggio 2016

Al primo piano accanto alle opere dei contemporanei : Gastini, Icaro, Mattiacci e Spagnulo (già commentate), si è inserita un’opera di Yuri Ancarani (Ravenna 1972). Esperto e promotore di video art e film, i suoi lavori sono conosciuti soprattutto all’estero. Il progetto che lo vede presente a Ca’Pesaro ha per titolo:  Museo chiama artista in collaborazione con il ministero dei beni e delle attività culturali. L’artista ha catturato i suoni della Val Rosandra, riserva naturale del Carso triestino. Il suono della bora viene convogliato nello schermo di un vecchio televisore Brionvega. Il diffusore trasmette il rumore delle folate di vento imprigionato e reso manifesto mentre scuote le fronde degli alberi e increspa la superficie dei fiumi. Avvicinandosi il suono della bora viene percepito come violento e potente, ma appena ci si allontana sembra dia ascoltare un suono più quieto e rassicurante simile a quello del mare.

Venezia, Palazzo Grassi
Antologica
Sigmar Polke
17 aprile – 6 novembre 2016

Palazzo Grassi dedica un’antologica all’artista polacco Sigmar Polke (Olesnica 1941- Colonia 2010). L’esposizione si sviluppa per tutti i piani del palazzo e ripercorre l’intera carriera di questo multiforme sperimentatore. È evidente la diversità della ricerca e la vastità della sua produzione che ci rimandano ad un altro grande del novecento : Pablo Picasso, di cui però Polke non ha le soluzioni geniali. L’artista è giustamente celebrato a Venezia, città che Polke frequentò ripetutamente e con la quale ebbe un felice e costante rapporto. Egli l’amò ,come numerosi altri artisti nordici , per il suo mistero, la sua mutevolezza, la sua ambiguità. Città ove si fondono elementi liquidi e solidi. Intenso fu anche il rapporto di Polke con tutte le espressioni della storia dell’arte italiana. Sono numerose ,nelle sue opere, le citazioni da Pompei a Leonardo da Vinci. Alcuni dei suoi progetti più importanti furono ambientati proprio in Italia come il padiglione tedesco alla Biennale di Venezia del 1986 che gli valse il Leone d’Oro. Francois Pinault ha voluto dedicare questa mostra monografica a Polke per celebrare il settantacinquesimo anniversario della nascita dell’artista, il trentesimo del suo Leone d’oro alla Biennale e il decimo dell’apertura di Palazzo Grassi. La mostra inserita in un programma che alterna collettive tematiche dall’inesauribile collezione Pinault a personali di artisti che gravitano però sempre in quell’orbita. La prima partecipazione di Polke alla Biennale di Venezia risale al 1980, anno in cui espose opere della fine degli anni sessanta con un carattere ironico tra cui: la famosa  Kartoffelhaus (Presente in mostra). Nell’opera delle vere patate, alimento simbolo delle difficoltà economiche del secondo dopoguerra, sono incorporate nell’opera come  tessuto connettivo dell’intera costruzione. L’artista nobilitò anche la tecnica artistica della stampa a retino utilizzata per quotidiani e giornali. Abile nel manipolare tutti i soggetti e tutti i materiali, reinterpreta, reinventa, fonde elementi della storia, del mondo quotidiano, dell’intrattenimento popolare. Nulla per lui è troppo banale o troppo importante da non poter essere inserito, utilizzato a suo piacimento in un’opera. Sembra non prediligere niente, ma crea un universo parallelo fantasmagorico e ricco di significati nuovi ed inediti.

Sigmar Polke, Circus Figures (2005, tecnica mista su…

Panoramica di fine aprile