Niagara su Malgara

(r.b.) – Stupisce la cascata di reazioni negative alla nomina di Publigiulio Malgara alla presidenza della Biennale di Venezia, decisa dal ministro della cultura Publicarlo Galan, con cui condivide le antiche passioni per il Premier, per la pubblicità, e per i Colli Euganei dove entrambi tengono casa, uno a Cinto (Publicarlo) e l’altro a Vò (Publigiulio).

I soliti criticoni (specie di sinistra) che abbondano nel Belpaese, dicono che Publigiulio, l’azzimato pubblicitario del Papi, non ha le necessarie competenze in campo culturale per guidare una delle più prestigiose istituzioni europee. Sostengono che nei suoi settantaquattro anni di vita non si è mai occupato di affari culturali. Non di cinema, non di teatro, non di musica, non di danza, non di architettura, non di arti contemporanee.

Rilevano, sempre i criticoni, che Publigiulio invece si è dato molto da fare in altri campi: dalle inserzioni pubblicitarie agli indici di ascolto, dalle scarpe alla pasta, dalle acque minerali alle bevande per lo sport, dalle pappe per i cani a quelle per i gatti, dall’olio di mais ai prodotti da forno senza glutine.

Ma non è proprio questa, scusate, la cultura dei tempi moderni ?

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